Giorgio Marincola e la missione “Bamon” - Istituto per la storia della ...
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saggi<br />
ALESSANDRA CESARE<br />
“Ritrovare, nel<strong>la</strong> memoria del<strong>la</strong> <strong>storia</strong>”<br />
L’arco di tempo che va dal 1916 al 1918 è<br />
quello di un “viaggio chiamato amore”, il<br />
viaggio amoroso di Sibil<strong>la</strong> Aleramo e di Dino<br />
Campana. Un viaggio, come scrive <strong>la</strong> curatrice<br />
del carteggio, Bruna Conti 1 , «esaltante<br />
e senza soste, che ha inizio sotto il sole<br />
infuocato dell’agosto 1916, fra <strong>la</strong> “vera montagna<br />
dei solitari” e <strong>la</strong> pura bellezza dei grandi<br />
boschi” e prosegue serenamente negli<br />
“ultimi splendori del<strong>la</strong> bel<strong>la</strong> stagione” [...]<br />
sino a quando il “vento iemale” non li trascina<br />
in paesi s<strong>per</strong>duti dell’Appennino, dove<br />
il freddo morde ancora più che nelle soffitte<br />
dei Lungarni e nelle ville sulle colline<br />
di Faenza». Arriva il 1917, l’anno più duro<br />
del<strong>la</strong> guerra e, poi, nel gennaio del 1918 il<br />
viaggio dei due amanti si interrompe.<br />
Il <strong>per</strong>iodo 1916-1918 segna anche un altro<br />
lungo viaggio, quello dei profughi goriziani<br />
che fuggono dal<strong>la</strong> loro terra e raggiungono<br />
paesi s<strong>per</strong>duti e lontani. Sono partiti<br />
sotto il fuoco delle cannonate e sono giunti<br />
anche a Crescentino. Per loro il viaggio è<br />
cominciato allo scoppio del<strong>la</strong> grande guerra<br />
e vede il termine nel 1918 e, <strong>per</strong> <strong>la</strong> maggior<br />
parte delle famiglie, quello è anche l’anno<br />
del ritorno nel<strong>la</strong> terra d’origine. Quanto<br />
qui di seguito scritto è un viaggio tra le carte<br />
dell’archivio comunale e chi, come me,<br />
l’ha compiuto sul<strong>la</strong> carta, è giunto lontano<br />
novant’anni.<br />
Andiamo <strong>per</strong> ordine <strong>per</strong>ò, tutto comincia<br />
con questa lettera: «Gorizia, 29 aprile 2008.<br />
Spett.le Comune di Crescentino mi presento,<br />
sono Liliana Koren da Gorizia, questa<br />
mia è una richiesta d’aiuto <strong>per</strong> ricostruire<br />
una parte del<strong>la</strong> vita dei miei nonni che nel<br />
<strong>per</strong>iodo del<strong>la</strong> Grande Guerra hanno vissuto<br />
da profughi nel<strong>la</strong> Vostra città. Allo scoppiare<br />
del<strong>la</strong> guerra vivevano a Poggio San Valentino<br />
Guisca, presso Gorizia. Insieme ad<br />
altre famiglie del posto sono stati portati a<br />
Crescentino e qui accolti ed assunti a <strong>la</strong>vorare<br />
presso dei conti del luogo; il nonno<br />
Vogric Andrea 1877-1960, <strong>la</strong> nonna Cecon<br />
Regina 1882-1958 sono partiti con le figlie<br />
piccole: Giuseppina aveva 6 anni, Amalia 4<br />
anni, Maria 2 anni e poi mia madre aveva<br />
pochi mesi, Veronica. Dai racconti del<strong>la</strong><br />
mamma apprendevo alcuni episodi, <strong>per</strong>altro<br />
anche a lei raccontati dalle sorelle più grandi.<br />
Ora che mia madre è venuta a mancare<br />
vorrei ritrovare, nel<strong>la</strong> memoria del<strong>la</strong> <strong>storia</strong>,<br />
ciò che mi è sconosciuto. Tante domande<br />
resteranno senza risposta ed è <strong>per</strong> questo<br />
che mi rivolgo a Voi con <strong>la</strong> s<strong>per</strong>anza di poter<br />
attingere qualche risposta. Ad esempio,<br />
vorrei poter dare un nome al<strong>la</strong> <strong>per</strong>sone che<br />
1 SIBILLA ALERAMO - DINO CAMPANA, Un viaggio chiamato amore, Mi<strong>la</strong>no, Feltrinelli, 2002.<br />
a. XXIX, n. s., n. 1, giugno 2009 65