Giorgio Marincola e la missione “Bamon” - Istituto per la storia della ...
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che li prendeva ’sti soldi? Facendo, rovinando<br />
le famiglie in poche parole, ecco è così».<br />
I brani rive<strong>la</strong>no l’astiosità nei confronti<br />
dei prelievi, ritenuti ingiusti sia a causa degli<br />
indennizzi <strong>la</strong>rgamente insoddisfacenti sia<br />
<strong>per</strong>ché l’obbligo di conferimento del<strong>la</strong> produzione<br />
agroalimentare priva il coltivatore<br />
del<strong>la</strong> libertà, o presunta tale, di vendere al<br />
migliore offerente i propri prodotti. In questa<br />
fase critica dei rapporti città/campagna emerge<br />
nei contadini il rifiuto di subalternità<br />
economica e matura l’ipotesi di avere acquisito,<br />
pur in circostanze del tutto straordinarie,<br />
un nuovo status. L’ultima intervistata è<br />
esplicita al proposito nel rammentare <strong>la</strong> disponibilità<br />
di <strong>per</strong>sone con il «portafoglio<br />
pieno di soldi» a sborsare più del dovuto<br />
<strong>per</strong> acquistare i prodotti 46 ; altrettanto significativa<br />
l’immagine offerta dal<strong>la</strong> vendita diretta<br />
“sul campo” delle patate, tanta è <strong>la</strong> richiesta<br />
e l’urgenza.<br />
Dai racconti emergono con chiarezza scenario<br />
e attori che danno vita al<strong>la</strong> rappresentazione<br />
del fronte interno e che costituiscono<br />
<strong>la</strong> sceneggiatura entro cui si colloca <strong>la</strong><br />
memoria. Le figure presenti nel mondo dei<br />
piccoli coltivatori di Prato Sesia sono, oltre<br />
al produttore e all’acquirente al mercato nero,<br />
quelle del potere statale, rappresentato<br />
dal<strong>la</strong> guardia comunale, che, secondo alcuni,<br />
approfitterebbe del proprio ruolo. Tale<br />
potere discrezionale, <strong>per</strong>ò, non è probabil-<br />
Filippo Colombara<br />
mente determinante poiché, come ricorda un<br />
intervistato, il Comune era in grado di calco<strong>la</strong>re<br />
con una certa precisione le produzioni<br />
e semmai è su questo livello di approssimazione<br />
che il funzionario avrebbe potuto far<br />
valere <strong>la</strong> sua <strong>per</strong>sonalità.<br />
Da ragionamenti del genere pare quasi che<br />
l’abituale attrito esistente tra sudditi e governanti,<br />
sempre in auge sul piano subliminale,<br />
si concretizzi nello scontro tra base popo<strong>la</strong>re<br />
(i contadini) e rappresentante del potere<br />
(<strong>la</strong> guardia comunale). È possibile che<br />
in quelle circostanze si siano verificate delle<br />
ingiustizie o delle malversazioni, tuttavia appare<br />
singo<strong>la</strong>re l’atteggiamento assunto dagli<br />
intervistati: <strong>la</strong> responsabilità degli ammassi<br />
è del governo, ma <strong>la</strong> loro gestione è affidata<br />
agli apparati burocratici, ritenuti i veri colpevoli<br />
dei soprusi. Non emergono specifiche<br />
critiche nei confronti del capo del governo,<br />
che neppure viene menzionato, si tratta invece<br />
dell’ennesima circostanza in cui agisce<br />
<strong>la</strong> ben nota differenza di giudizio su Mussolini,<br />
le cui disposizioni sono improntate a<br />
fin di bene, e sui suoi gregari, responsabili<br />
delle corruzioni. Di conseguenza, come prevede<br />
<strong>la</strong> tradizione del monarca giusto 47 , il capo<br />
è salvo e le colpe ricadono sui subalterni.<br />
Un secondo aspetto che si nota riguarda<br />
<strong>la</strong> posizione autoassolutoria sostenuta dai<br />
contadini <strong>per</strong> le azioni compiute. Dopo l’8<br />
settembre <strong>la</strong> Repubblica sociale non è uno<br />
46 Un aneddoto simile è narrato da una donna del<strong>la</strong> bassa Osso<strong>la</strong>: «Pensa che c’erano delle<br />
<strong>per</strong>sone che non avevano <strong>la</strong> farina e avevano i soldi, venivano su - mi ricordo sempre - nel<strong>la</strong><br />
casa paterna, là avevamo il camino grande e sotto c’era <strong>la</strong> sóia, un sasso lungo, no, si<br />
sedevano lì. ’Ste <strong>per</strong>sone aprivano il borsellino e lo buttavano in terra, “Prendete quello che<br />
volete, ma dateci un pezzo di pane, <strong>per</strong>ché il pane possiamo mangiarlo ma i soldi no”. Questo<br />
me lo ricordo. Buttavano i soldi in terra, come dire: “Prendete i soldi”» (Anna Maria Crosa<br />
Lenz, Ornavasso, 1928, contadina, intervistata da Virginia Paravati a Ornavasso il 14 aprile<br />
2006; brano edito in V. PARAVATI, op. cit., p. 63).<br />
47 Nell’immaginario sociale <strong>la</strong> figura del buon sovrano non può che essere quel<strong>la</strong> del re<br />
giusto, «poiché un monarca ingiusto è <strong>la</strong> negazione del<strong>la</strong> regalità» (ERIC J. HOBSBAWM, I<br />
ribelli. Forme primitive di rivolta sociale, Torino, Einaudi, 1974, p. 153).<br />
42 l’impegno