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Giorgio Marincola e la missione “Bamon” - Istituto per la storia della ...

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in biblioteca<br />

Recensioni e segna<strong>la</strong>zioni<br />

Diego Giachetti<br />

Un Sessantotto e tre conflitti<br />

Generazione, genere, c<strong>la</strong>sse<br />

Pisa, Bfs, 2008, pp. 157, t 13,00.<br />

Il quarantennale del Sessantotto ci ha<br />

<strong>per</strong>messo di ripensare, forzati dal rituale dibattito<br />

cultural-mediatico, a quel momento<br />

cruciale, forse un po’ offuscato dal trascorrere<br />

del tempo. Dagli ex leader sono arrivati<br />

i libri agiografici, e mentre Mario Capanna<br />

scrive “Il Sessantotto al futuro”, il francotedesco<br />

Daniel Cohn-Bendit intito<strong>la</strong> il suo<br />

<strong>la</strong>voro “Forget 68”. Due modi diversi di reinterpretare<br />

l’anno che cambiò il mondo: da<br />

chi lo proietta in avanti nel<strong>la</strong> convinzione<br />

che quell’es<strong>per</strong>ienza possa ancora fruttificare<br />

a chi non soltanto lo immobilizza - storicizzandolo<br />

- ma tra le righe nega anche l’effetto<br />

<strong>per</strong>iodizzante, di evento, di cesura del<strong>la</strong><br />

<strong>storia</strong> che fino ad oggi gli veniva abitualmente<br />

associato. In complesso gli acciacchi<br />

dell’età si fanno sentire e le voci (sia critiche<br />

che celebrative) non sono così numerose:<br />

va oltretutto gradatamente scemando l’apporto<br />

del<strong>la</strong> memorialistica.<br />

Qualcuno cerca di rego<strong>la</strong>re vecchi conti<br />

proponendo un revisionismo antisessantottino<br />

e ultraconservatore, teso a modificarne<br />

l’importanza storica e a cambiarne il segno<br />

positivo prevalente; in quest’ottica si comprende<br />

<strong>la</strong> fortuna commerciale di “Rovesciare<br />

il ’68”, libro di Marcello Veneziani che si<br />

propone di seppellire il “conformismo di<br />

massa” che ne vincolerebbe <strong>la</strong> libertà di interpretarlo<br />

“da destra”.<br />

Il libro di Giachetti si indirizza verso una<br />

impostazione diversa da quelle testé citate.<br />

Umanamente vicina - e partecipe - agli ideali,<br />

inquadra l’anno secondo precise categorie<br />

interpretative che illuminano complessivamente<br />

il fenomeno tramite una selezionata<br />

scelta documentaria.<br />

Nessuno sbi<strong>la</strong>nciamento romantico a favore<br />

dell’aneddoto, ma una asciutta valutazione<br />

complessiva del <strong>per</strong>iodo, al<strong>la</strong> ricerca<br />

delle piste interpretative migliori <strong>per</strong> <strong>la</strong> sua<br />

corretta comprensione.<br />

Sono i tre conflitti del titolo che testimoniano<br />

l’agire nel<strong>la</strong> <strong>storia</strong> delle rispettive categorie.<br />

Tra “generazione”, “genere” e “c<strong>la</strong>sse”,<br />

quest’ultima rappresenta <strong>la</strong> chiave di<br />

connessione con il passato, con i precedenti<br />

momenti di rottura rivoluzionaria. Dei tre il<br />

concetto di c<strong>la</strong>sse è quello che porta in dote<br />

al Sessantotto <strong>la</strong> <strong>storia</strong> pregressa più corposa,<br />

mentre continua a costituire un elemento<br />

portante <strong>per</strong> <strong>la</strong> prassi politica del<strong>la</strong> sinistra.<br />

Le categorie di generazione e genere invece<br />

ci riconnettono al<strong>la</strong> vera specificità del movimento<br />

del Sessantotto e del suo significato<br />

profondo, sono quelle che ne spiegano <strong>la</strong><br />

trasversalità e <strong>la</strong> atipicità rispetto ai precedenti<br />

momenti rivoluzionari. Per capirlo dovremmo<br />

ca<strong>la</strong>rci nel<strong>la</strong> realtà dei primi anni<br />

sessanta e osservare <strong>la</strong> posizione sociale del<strong>la</strong><br />

donna ad esempio, o <strong>la</strong> chiusura “baronale”<br />

delle università, oppure ancora il paternalismo<br />

tra vecchi e giovani, sui luoghi di<br />

<strong>la</strong>voro e nell’ambiente familiare.<br />

La prospettiva storica contribuisce a mitigare<br />

quelle differenze che solo fino a pochi<br />

l’impegno 129

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