Giorgio Marincola e la missione “Bamon” - Istituto per la storia della ...
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saggi<br />
FILIPPO COLOMBARA<br />
I giorni del<strong>la</strong> raf<br />
Crisi alimentare e mercato nero nei ricordi di guerra<br />
Chi aveva i soldi non ha fatto tanta fatica<br />
ma chi non ne aveva... Insomma c’è gente che<br />
ha fatto veramente fame, eh!... Non c’era <strong>la</strong><br />
cura dimagrante, ci ha pensato il duce.<br />
(Rosa Cavestri) 1<br />
Tempo di guerra, tempo di fame<br />
Affrontare le storie di vita del tempo di<br />
guerra significa innanzitutto ascoltare i ricordi<br />
delle penurie alimentari. I racconti provenienti<br />
dalle città bombardate, dalle campagne<br />
e dalle aree montane non mancano<br />
di segna<strong>la</strong>re una situazione socioeconomica<br />
fortemente danneggiata e di porre in primo<br />
piano l’insufficienza di cibo. Un problema<br />
essenziale che assieme alle violenze e ai<br />
lutti caratterizza le memorie del <strong>per</strong>iodo.<br />
Certo, c’è fame e fame, ma un presuppo-<br />
sto del genere, soprattutto nell’ultima fase<br />
del conflitto, evidenzia in tutta <strong>la</strong> sua gravità<br />
lo stato di prostrazione del paese. Quando<br />
sono in crisi le produzioni di alimenti e<br />
saltano le reti distributive, tutto si fa più<br />
difficile. Se <strong>la</strong> carta annonaria è una logica<br />
conseguenza del<strong>la</strong> guerra, nel contempo<br />
diviene il principale elemento rilevatore del<br />
consenso politico di cui gode il potere.<br />
«Gh’era cul detto: “Quando si salutava [con<br />
il pugno], adesso non so più quanti soldi<br />
al<strong>la</strong> settimana, adesso che si saluta al<strong>la</strong> romana<br />
non si guadagna nemmeno più”... Non<br />
si stava bene» (Eva Rinolfi) 2 . Nelle campagne<br />
novaresi si intona: Quando bandiera<br />
rossa si cantava/ cinquanta lire al giorno<br />
si pigliava/ e adesso che si canta giovinessa/<br />
si casca in terra da <strong>la</strong> debolessa 3 .<br />
Di fame in Italia, in effetti, ce n’è parec-<br />
1 Rosa Cavestri (Cireggio di Omegna, 1927), impiegata, intervistata da Samue<strong>la</strong> Frigo e<br />
Cinzia Gattini a Cireggio il 5 febbraio 1991; brano edito in Cireggio durante <strong>la</strong> Resistenza,<br />
ricerca sco<strong>la</strong>stica a cura di Cinzia Gattini, Samue<strong>la</strong> Frigo, Cristina Macarro, Martina Merlo<br />
e Laura Serafini, coordinata da Gisa Magenes e Luigi Raffa, Verbania, Itis “Luigi Cobianchi”,<br />
a. s. 1990-1991, p. 101. Materiali depositati all’Isrsc No-Vco.<br />
2 Eva Rinolfi (Prato Sesia, 1911), o<strong>per</strong>aia, intervistata da Filippo Colombara a Prato Sesia<br />
il 25 ottobre 1984.<br />
3 Strofa raccolta da Cesare Bermani a Lumellogno di Novara nell’ottobre 1963, informatore<br />
Pietro Cigolin, edita con il titolo di Benito Benito in Canti del<strong>la</strong> Resistenza Italiana 8, a cura<br />
di Cesare Bermani, Mi<strong>la</strong>no, I Dischi del Sole, Ep, Ds 53, 1965; ora edita in Pietà l’è morta/<br />
Fischia il vento. Canti del<strong>la</strong> Resistenza in Italia, a cura di Cesare Bermani e <strong>Istituto</strong> Ernesto<br />
de Martino, Modena, A<strong>la</strong> Bianca Group, doppio cd, Br 128553924-2, 2005.<br />
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