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Giorgio Marincola e la missione “Bamon” - Istituto per la storia della ...

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I giorni del<strong>la</strong> raf<br />

difficoltà e <strong>per</strong>icoli continui, sono a tutti gli<br />

effetti le principali protagoniste di queste<br />

avventure.<br />

Mariuccia Lil<strong>la</strong>: «Al<strong>la</strong> raf dicevamo noi<br />

<strong>per</strong>ché si andava a cercare a borsa nera nei<br />

caso<strong>la</strong>ri. E quante volte andare e venire a<br />

casa con niente, <strong>per</strong>ché certe volte non si<br />

trovava, neanche coi soldi non ne davano.<br />

Racconto un episodio, una sera, io e una mia<br />

amica abbiamo girato tutto il giorno ma non<br />

abbiamo trovato niente, verso sera abbiamo<br />

trovato due donne che ci han detto: “Guardate<br />

se mi mungete questa mucca avete da<br />

mangiare, da bere e vi carichiamo di frumento”.<br />

Allora, come facciamo a mungere <strong>la</strong><br />

mucca che io non l’ho mai munta, l’altra lo<br />

stesso, ho detto: “Senti, te tienici <strong>la</strong> coda,<br />

io tiro le tette, qualche cosa combineremo”<br />

[ride]. Un po’ di <strong>la</strong>tte l’ha fatto, sono state<br />

contente, ci han dato da mangiare, ci han<br />

caricato e ci han detto: “Venite ancora che<br />

ve ne diamo ancora”. Però cosa è successo,<br />

il tempo è passato, è venuto notte, abbiamo<br />

fatto tre giri intorno al<strong>la</strong> stazione, il<br />

treno è andato e noi siamo rimaste lì e siamo<br />

rimaste via tutta <strong>la</strong> notte. Allora <strong>la</strong> mia<br />

amica conosceva una famiglia lì vicino al<strong>la</strong><br />

stazione, siamo andati a chiederci se <strong>per</strong><br />

piacere ci ritiravano <strong>per</strong> quel<strong>la</strong> notte lì. Erano<br />

due sposini, avevano due tazze, prima<br />

han mangiato loro e dopo ci han dato a noi<br />

un po’ di <strong>la</strong>tte, i vicini di casa han portato<br />

un po’ di pan di sega<strong>la</strong> e abbiamo mangiato.<br />

Dopo abbiamo passato <strong>la</strong> notte con co<strong>per</strong>te<br />

e un po’ di legna, al mattino abbiamo<br />

preso il treno e siamo venute a casa».<br />

Rete Furno 118 : «Finché mio marito era a<br />

soldato, sono andata diverse volte al<strong>la</strong> raf,<br />

giù dalle parti di Ghis<strong>la</strong>rengo, con <strong>la</strong> corrie-<br />

ra. Una volta sono andata fino a Lenta, insieme<br />

ad un’altra donna, che aveva un indirizzo.<br />

Siamo andate in un posto e di roba<br />

non ne avevano, allora abbiamo girato, ed<br />

è venuta sera e non c’erano più corriere <strong>per</strong><br />

ritornare. Allora da Lenta siamo venute a piedi<br />

fino a Romagnano, siamo arrivate a Romagnano<br />

che era quasi mezzanotte. C’era <strong>la</strong><br />

festa a Romagnano, <strong>la</strong> donna che c’era con<br />

me aveva dei parenti che stavano verso<br />

Ghemme, siamo andate da loro. Abbiam trovato<br />

questi parenti e ci siamo fermate lì a<br />

dormire e al<strong>la</strong> mattina siamo ritornate a casa<br />

con niente. Due giorni in giro senza portare<br />

a casa niente. L’unica cosa è che quei suoi<br />

parenti avevano terra e bestie e al<strong>la</strong> mattina<br />

ci hanno dato co<strong>la</strong>zione con una scodel<strong>la</strong><br />

di <strong>la</strong>tte e del pane bianco. Io non so da quanto<br />

tempo non vedevamo del pane bianco».<br />

Piera Riboldazzi 119 : «[...] finito di <strong>la</strong>vorare,<br />

magari <strong>la</strong> sera alle 10, si partiva con <strong>la</strong> bicicletta<br />

e si andava giù; si faceva <strong>la</strong> Ratina,<br />

lì a Cossato, senza <strong>per</strong>icolo. Quando si tornava,<br />

dopo cinquanta chilometri in bicicletta,<br />

alle 5 o alle 6 del mattino, dovevamo attraversare<br />

tutto il Sesia dove passava <strong>la</strong><br />

ferrovia, attraversare i boschi, evitare i paesi,<br />

poi quando si arrivava a Cossato era un<br />

<strong>per</strong>icolo micidiale, <strong>per</strong>ché c’erano posti di<br />

blocco, fascisti da una parte, rastrel<strong>la</strong>menti<br />

dall’altra. È capitato un giorno che non sapevamo<br />

come fare a passare un posto di<br />

blocco a Chiavazza, allora, passando dietro<br />

al tiro a segno, abbiamo attraversato il Cervo,<br />

siamo arrivati su da dove passava il trenino<br />

che arrivava fin dentro Rivetti, abbiamo<br />

nascosto <strong>la</strong> roba - il portinaio ci conosceva<br />

- e poi, dal<strong>la</strong> finestra del magazzino<br />

del<strong>la</strong> trama fi<strong>la</strong>ti, abbiamo buttato giù i pac-<br />

118 Rete Furno, cit.; brano edito in A. LOVATTO, L’ordito e <strong>la</strong> trama, cit., p. 51.<br />

119 Piera Riboldazzi, cit.; brano edito in C. FABBRIS (a cura di), art. cit., p. 39.<br />

a. XXIX, n. s., n. 1, giugno 2009 57

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