Giorgio Marincola e la missione “Bamon” - Istituto per la storia della ...
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ecensioni e segna<strong>la</strong>zioni<br />
modo gli piacque definirlo, nel senso di punto<br />
fermo da cui sferrare l’attacco del<strong>la</strong> lotta di<br />
c<strong>la</strong>sse da parte di una ritrovata identità socialista,<br />
nel rinnovato «tentativo di rivoluzione<br />
democratica». Il libro è un primo rigoroso<br />
e sintetico strumento volto a colmare il vuoto<br />
di una mancata biografia politica di un militante,<br />
pensatore e organizzatore culturale di<br />
primaria grandezza nel secondo dopoguerra.<br />
Su di lui molto è stato scritto e dibattuto - ancora<br />
recentemente, a quarant’anni di distanza<br />
dal<strong>la</strong> ripresa del ciclo di lotte o<strong>per</strong>aie - ma<br />
quasi esclusivamente a proposito del<strong>la</strong> stagione<br />
alta del<strong>la</strong> rivista “Quaderni Rossi” e<br />
del<strong>la</strong> sua influenza sul<strong>la</strong> rotta dell’intera sinistra<br />
italiana, mentre meno nota è <strong>la</strong> biografia<br />
complessiva (purtroppo bruscamente interrotta)<br />
del militante socialista.<br />
L’autore è partico<strong>la</strong>rmente motivato al tema,<br />
avendo e<strong>la</strong>borato <strong>la</strong> tesi di <strong>la</strong>urea sul<strong>la</strong><br />
formazione politica di Panzieri, discussa all’ateneo<br />
subalpino con Norberto Bobbio. Egli<br />
si prova <strong>per</strong>tanto a rimodu<strong>la</strong>re traiettorie interrotte<br />
di una sinistra <strong>per</strong>ennemente (e drammaticamente)<br />
sospesa tra massimalismo e<br />
realismo staliniano, mettendo a nudo un filone<br />
“scomodo” e <strong>per</strong> questa ragione <strong>la</strong>sciato<br />
alquanto a margine dal<strong>la</strong> ricerca storica e<br />
dal<strong>la</strong> letteratura militante, quale quello del<br />
socialismo “rivoluzionario” antiriformista da<br />
un <strong>la</strong>to e antistalinista dall’altro.<br />
Il <strong>la</strong>voro ricostruisce i caratteri dell’adesione<br />
al marxismo di Panzieri all’epoca del<strong>la</strong><br />
partecipazione all’attività del Centro di studi<br />
sociali che ambiva a creare una tradizione<br />
di studi marxisti non egemonizzati dal togliattismo,<br />
cercando una composizione tra culture<br />
libertarie, riformiste, sindacaliste rivoluzionarie,<br />
e <strong>per</strong> così dire “eretiche”. «Il nostro<br />
era un Marx luxemburghiano, non leniniano»,<br />
dirà Tronti pensando a Panzieri, «come<br />
Rosa leggeva Il Capitale e immaginava<br />
<strong>la</strong> rivoluzione. Non come Lenin, che leggeva<br />
Il Capitale <strong>per</strong> organizzare <strong>la</strong> rivoluzione.<br />
Non era, non avrebbe mai potuto essere comunismo?<br />
Vero è che <strong>la</strong> sua tradizione era<br />
quel<strong>la</strong> del sindacalismo rivoluzionario, con<br />
uno sbocco al socialismo anarchico, che il<br />
vecchio Psi si portava storicamente in corpo.<br />
Con gli anni sessanta siamo già in un tempo<br />
minore del Novecento, che solo <strong>la</strong> miseranda<br />
deriva dei decenni a seguire, che ci accompagneranno<br />
fino al<strong>la</strong> fine del secolo e oltre,<br />
ce li fa riguardare come una miracolosa stagione<br />
di nuovi inizi».<br />
L’autore dà spazio all’incontro di Panzieri<br />
con Rodolfo Morandi e con <strong>la</strong> sua concezione<br />
del partito im<strong>per</strong>niata sul binomio autonomia<br />
e unità e supportata dal<strong>la</strong> cosiddetta<br />
politica dei “quadri”; al<strong>la</strong> polemica contro il<br />
revisionismo e l’idealismo e agli altri incontri<br />
decisivi <strong>per</strong> <strong>la</strong> sua formazione con Galvano<br />
Del<strong>la</strong> Volpe, Ernesto De Martino e Gianni Bosio;<br />
al <strong>la</strong>voro politico di base al<strong>la</strong> Federazione<br />
di Messina e al<strong>la</strong> battaglia contro il <strong>la</strong>tifondo,<br />
all’es<strong>per</strong>ienza dell’organizzatore culturale,<br />
all’e<strong>la</strong>borazione delle tesi sul “controllo o<strong>per</strong>aio”,<br />
al <strong>la</strong>voro editoriale al<strong>la</strong> Einaudi.<br />
Si viene così a delineare, tra le grinze del<strong>la</strong><br />
competizione politica italiana, specie nelle<br />
sfaccettature e scissure acutamente conflittuali<br />
del<strong>la</strong> sinistra, anche il Raniero Panzieri<br />
uomo. Data <strong>la</strong> rilevante incidenza del pensiero<br />
di Morandi sull’originale maturazione<br />
di Panzieri, che costituisce forse un unicum<br />
nel panorama italiano, in appendice si trova<br />
uno scritto a quattro mani dell’autore e di<br />
Marco Sacchi sul contesto del socialismo rivoluzionario<br />
tra le due guerre.<br />
Al “Gavroche dei Navigli” Luigi Repossi,<br />
el Gin de Porta Cicca, meccanico tornitore<br />
di Porta Ticinese a Mi<strong>la</strong>no, è invece dedicato<br />
il secondo volume di Artero, che conferma<br />
<strong>la</strong> propensione dello studioso <strong>per</strong> protagonisti<br />
fuori dai canoni dell’ortodossia c<strong>la</strong>ssica<br />
del movimento o<strong>per</strong>aio. In fuga da ogni<br />
convenzione, con <strong>per</strong>corsi non sempre lineari<br />
<strong>per</strong>ché non allineati essi stessi, ma mai<br />
abdicando al<strong>la</strong> propria responsabilità, o risucchiati<br />
dal vuoto in un immaginario conge<strong>la</strong>to<br />
e politicamente incapaci d’intendere<br />
e di volere. Coscienti come non mai del<strong>la</strong> necessità<br />
di costruire una c<strong>la</strong>sse rivoluzionaria<br />
come allentamento del<strong>la</strong> massa attraverso<br />
<strong>la</strong> solidarietà, educata in uno al disgusto<br />
del<strong>la</strong> violenza quale sentimento primario e al<br />
principio di devalorizzazione del concetto di<br />
vittoria.<br />
a. XXIX, n. s., n. 1, giugno 2009 131