Giorgio Marincola e la missione “Bamon” - Istituto per la storia della ...
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Storie parallele<br />
tura”, cioè una forma di contratto; naturalmente<br />
nessuno l’aveva.<br />
Nel giornale vercellese si discuteva davvero<br />
di tutto: matrimonio civile, morte di<br />
Francisco Ferrer modernista spagnolo (“Hanno<br />
ripristinato il tribunale dell’Inquisizione”),<br />
feste al<strong>la</strong> Casa del popolo, consiglio<br />
comunale di Vercelli, lotte nelle grandi cascine<br />
risicole e in città.<br />
In quegli anni era vescovo, dal 1905, Teodoro<br />
Valfrè, che si trovò al centro di alcune<br />
polemiche; lo stesso Sartoris, nel suo opuscolo<br />
del 1910, scrisse che l’arcivescovo<br />
amava <strong>la</strong> forma, non <strong>la</strong> sostanza, si circondava<br />
di lusso e non affrontava i reali problemi,<br />
era avaro: «È questione di fargli inchini<br />
e poi gli dai a bere il Po e <strong>la</strong> Dora [...]. È possibile<br />
non vergognarsi di stare con un simile<br />
branco di rettili? [...]. Quanto siamo lontani<br />
dal<strong>la</strong> dignità, dal<strong>la</strong> fermezza, dal coraggio<br />
dei primi cristiani!» 13 . I cattolici continuarono<br />
nell’o<strong>per</strong>a di propaganda con <strong>la</strong> nascita<br />
di una biblioteca popo<strong>la</strong>re, del<strong>la</strong> Cassa o<strong>per</strong>aia,<br />
del<strong>la</strong> Lega del <strong>la</strong>voro e dell’Associazione<br />
dei maestri cattolici.<br />
Dopo <strong>la</strong> conferenza di Podrecca, in cui<br />
Sartoris avrebbe dovuto intervenire e criticare,<br />
iniziarono i dubbi <strong>per</strong>sonali e <strong>la</strong> scelta<br />
di <strong>la</strong>sciare <strong>la</strong> tonaca.<br />
Il 13 novembre 1909 “La Risaia” fornì<br />
questo ritratto del viceparroco in un dialogo<br />
con Modesto Cugnolio: «Giovanotto biondo<br />
e disinvolto [...] egli ha riflettuto: “La vita<br />
del prete mi è diventata intollerabile [...] Io<br />
sono disposto ad ogni <strong>la</strong>voro da istitutore<br />
a tranviere [...]. Io sono un modernista come<br />
don Romolo Murri. Anzi io sono il fondatore<br />
del Gruppo modernista vercellese [...]. Son<br />
una ventina di giovani che professano le mie<br />
stesse idee. Ma el<strong>la</strong> non può immaginare da<br />
qual lotta sorda sia di<strong>la</strong>cerata in questo momento<br />
<strong>la</strong> Chiesa. Io sono stato <strong>per</strong>seguitato<br />
in tutti modi. Certo, su di me si sono fatti<br />
all’arcivescovo rapporti inesatti. Aggiungerò<br />
che il mio parroco non poteva affatto<br />
comprendere i miei ideali essendo egli affatto<br />
estraneo ad ogni movimento moderno”».<br />
Sartoris raccontò come <strong>la</strong> massa dei clericali,<br />
convenuta a Crescentino il 10 ottobre,<br />
fosse stata pagata, come si distinse un prete<br />
“maneggione” e come fu licenziato <strong>per</strong>ché<br />
al<strong>la</strong> conferenza non aveva recato fastidio.<br />
Dopo Crescentino intendeva recarsi a<br />
Mi<strong>la</strong>no <strong>per</strong> emigrare. «Pietro Sartoris in questo<br />
momento è a Mi<strong>la</strong>no ed i bravi compagni<br />
ai quali è stato indirizzato avranno certo<br />
provvisto a trovargli i mezzi da guadagnarsi<br />
<strong>la</strong> vita [...] più coerente di Murri e forse<br />
con cinquemi<strong>la</strong> lire» 14 . Purtroppo, quel<br />
denaro era inesistente e così Sartoris iniziò<br />
a svolgere conferenze a pagamento (attirandosi<br />
nuovamente critiche dei clericali), unico<br />
mezzo di sostentamento. E <strong>la</strong> prima avvenne<br />
a Crescentino.<br />
“La Risaia” del 27 novembre fece riferimento<br />
al suo arrivo trionfale, con un ritratto<br />
arguto del giovane e del<strong>la</strong> fol<strong>la</strong>. «Bel giovanotto<br />
non c’è che dire, col mento adombrato<br />
dal<strong>la</strong> bionda barbetta nascente. Ci accolse<br />
calmo e tranquillo. È <strong>la</strong> caratteristica<br />
13 P. SARTORIS, op. cit., pp. 10-12. Capellino (op. cit., p. 58) scrive che «di fronte a queste<br />
e simili altre volgarità, il clero insorse a favore del suo Arcivescovo».<br />
14 “L’Unione” del 20 novembre controbatteva le accuse e smentiva le insinuazioni che ci<br />
fossero venti preti dissidenti in diocesi e che un pre<strong>la</strong>to romano avesse <strong>la</strong>sciato 5.000 lire<br />
al primo prete apostata. «È difficile calco<strong>la</strong>re l’influenza del caso Sartoris nelle file del clero,<br />
né mi è dato di sa<strong>per</strong>e se esistesse un collegamento tra i preti seco<strong>la</strong>rizzati (cinque indicati<br />
con i nomi, nda ) di quegli anni. [...] Certo <strong>la</strong> polemica Sartoris contribuì ad avvelenare i già<br />
difficili rapporti tra cattolici e socialisti», in M. CAPELLINO, op. cit., p. 82.<br />
a. XXIX, n. s., n. 1, giugno 2009 81