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Giorgio Marincola e la missione “Bamon” - Istituto per la storia della ...

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sottoposte le c<strong>la</strong>ssi <strong>la</strong>voratrici». Poi a Montù<br />

Beccaria c’erano mille <strong>per</strong>sone <strong>per</strong> <strong>la</strong> stessa<br />

conferenza e l’oratore si mantenne nei limiti<br />

legali (l’ordine pubblico non venne turbato).<br />

Il 5 maggio a Parona: duecento presenti<br />

in gran parte donne e argomenti anticlericali;<br />

a Mede: seicento <strong>per</strong>sone.<br />

La Prefettura di Pavia, il 18 maggio 1910,<br />

comunicava che si era svolta <strong>la</strong> conferenza<br />

pubblica sul tema “Religione socialista”, nel<br />

cortile del<strong>la</strong> Casa Facchinotti a Nicorvo:<br />

nessun incidente tra le trecento <strong>per</strong>sone<br />

presenti. Così tra Novarese e Lomellina, Sartoris<br />

trascorse un intenso <strong>per</strong>iodo <strong>la</strong>ico.<br />

In Puglia<br />

Pietro Sartoris venne eletto consigliere<br />

comunale socialista di Robbio, suo paese<br />

natale, nel luglio del 1910. La maggioranza<br />

socialista, su sua pressione, approvò con<br />

nove voti a favore ed uno solo contrario l’abolizione<br />

dell’insegnamento religioso nelle<br />

scuole, il 27 febbraio del 1911.<br />

Nel dicembre dell’anno dopo, decise «un<br />

radicale cambiamento del<strong>la</strong> toponomastica<br />

cittadina e deliberò di intito<strong>la</strong>re a Francisco<br />

Ferrer <strong>la</strong> via del Castello, a Giordano Bruno<br />

<strong>la</strong> via del Giardino, ad Andrea Costa <strong>la</strong> via<br />

Manzoni [...]. Sartoris, <strong>per</strong> parte sua, aveva<br />

fondato un circolo socialista chiamandolo<br />

“Né Dio né padroni”» 19 .<br />

Marilena Vittone<br />

In vista delle elezioni del 1913, venne<br />

espulso dal<strong>la</strong> locale sezione; come scrisse<br />

“La Risaia”, si trattava «di uno dei soliti attriti<br />

<strong>la</strong> cui importanza è tutta locale», ma «in<br />

Lomellina Sartoris dovette cessare <strong>la</strong> sua<br />

attività» 20 ; probabilmente i toni accesi, le<br />

polemiche antireligiose e le scelte <strong>la</strong>iche<br />

vennero giudicate negativamente dai socialisti<br />

robbiesi che ricercavano <strong>la</strong>rghe intese,<br />

dopo <strong>la</strong> riforma elettorale di Giolitti e il patto<br />

Gentiloni.<br />

Continuando a godere dell’appoggio del<br />

partito, Sartoris si trasferì in Meridione. Fu<br />

nominato segretario del<strong>la</strong> Camera del <strong>la</strong>voro<br />

di Andria e prese possesso del<strong>la</strong> carica il<br />

27 aprile 1914. Qui incontrò gli stessi braccianti<br />

che aveva conosciuto all’uscita dal<br />

seminario di Vercelli dieci anni prima. Con<br />

<strong>la</strong> zappa, <strong>la</strong>voravano “da un sole a un sole”<br />

nei grandi <strong>la</strong>tifondi, in condizioni disumane.<br />

In quegli anni, si segna<strong>la</strong>vano gli eccidi<br />

proletari dei <strong>la</strong>voratori dei campi a Cerigno<strong>la</strong><br />

e dintorni, dove emergeva il sindacalista<br />

Giuseppe Di Vittorio e dove lo stato liberale<br />

stava a difesa del<strong>la</strong> proprietà privata (uso<br />

dei mazzieri). Nel 1915 Sartoris si sposò con<br />

rito civile ad Andria.<br />

Ripresero le segna<strong>la</strong>zioni delle prefetture<br />

di Bari e di Pavia, tutte occhiute e puntualmente<br />

registrate nel Casel<strong>la</strong>rio. Il Partito socialista,<br />

diviso tra riformisti (minoranza) e<br />

pacifisti, era guidato da Mussolini, allora di-<br />

19 ROBERTO GREMMO, La propaganda anticlericale dell’ex prete Pietro Sartoris nel primo<br />

decennio del ’900 a Vercelli ed a Robbio Lomellina, in “Storia ribelle”, n. 1. inverno 1995,<br />

pp. 44-45. Nel saggio si dice che Sartoris pubblicò altri testi; nel 1910, Quelle birbe di missionari,<br />

edito in Robbio da una casa editrice da lui fondata, detta Moderna, in onore di Ferrer;<br />

nel 1911, a Novara, La religione distrutta dal buon senso; nel 1912, Diario di un seminarista,<br />

con <strong>la</strong> casa editrice dei redattori de “L’Asino”.<br />

20 Idem, p. 45. Interessante il documento dell’Archivio parrocchiale di Lamporo, del 27<br />

settembre 1912, scritto al parroco da “L’Unione”, giornale del<strong>la</strong> Diocesi di Vercelli. Chiede<br />

notizie artico<strong>la</strong>te sullo scio<strong>per</strong>o dei tagliarisi, se vi fossero stati incidenti, se i <strong>la</strong>voratori<br />

tenessero <strong>per</strong> le otto ore o <strong>per</strong> il cottimo, se venissero squadre forestiere; se vi fosse disoccupazione<br />

locale; se vi fossero stati conflitti con <strong>la</strong> forza, sfoghi anticlericali.<br />

86 l’impegno

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