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Giorgio Marincola e la missione “Bamon” - Istituto per la storia della ...

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mento, quante ne abbiamo prese e naturalmente<br />

non abbiamo fatto niente. Si legavano<br />

il secchiello in mezzo alle gambe e uscivano<br />

così dal<strong>la</strong> portineria» (Alfredo Garavaldi)<br />

138 .<br />

Un modesto, ma pur utile contributo lo<br />

offrono anche le mense sociali che si instal<strong>la</strong>no<br />

nei centri maggiori. Le tre mense di Vercelli,<br />

entrate in funzione il 10 luglio 1944, assicurano<br />

«agli umili, <strong>per</strong> <strong>la</strong> modesta somma<br />

di lire due, ben 750 grammi di minestra calda,<br />

saporita e sostanziosa» 139 . A Novara, nel<br />

febbraio ’45: «Le mense di guerra funzionano<br />

a L. 20. Esistono due mense sociali a L. 6<br />

con minestra e pietanza. Stanno <strong>per</strong> essere<br />

istituite le minestre <strong>per</strong> il popolo a L. 3» 140 .<br />

Le narrazioni fino a ora citate, qualsiasi sia<br />

<strong>la</strong> loro provenienza, evidenziano due aspetti<br />

di questo <strong>per</strong>iodo carente di alimenti. Il primo<br />

si riferisce al<strong>la</strong> diffusione di una cucina<br />

tradizionale fondata su cibo povero di origine<br />

vegetale; piatti che impiegano riso non<br />

bril<strong>la</strong>to e le modeste ma utili graminacee, i<br />

derivati animali, le patate e le castagne prodotte<br />

dalle piccole proprietà agricole 141 . Il<br />

secondo aspetto riguarda <strong>la</strong> nascita del baratto<br />

come nuova modalità <strong>per</strong> l’acquisto di<br />

cibo a fianco del<strong>la</strong> tradizionale carta moneta.<br />

La memoria collettiva sulle provvisioni<br />

alimentari, inoltre, ha un doppio livello di comunicazione:<br />

quello immediato, che esplici-<br />

Filippo Colombara<br />

ta i problemi re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> scarsità delle derrate<br />

e al<strong>la</strong> nascita del mercato illegale, e quello<br />

più meditato che contiene le valutazioni<br />

morali sull’intera vicenda e in partico<strong>la</strong>re sui<br />

paesani che praticavano <strong>la</strong> borsa nera. La<br />

memoria, in questo come in altri casi ove<br />

sono posti in discussione gli atteggiamenti<br />

del gruppo, tende a rarefarsi. Ci si muove<br />

con difficoltà su un terreno che esamina <strong>la</strong><br />

condizione proibitiva del narrare, anche se<br />

in qualche caso l’autocensura <strong>la</strong>scia spazio<br />

all’elencazione di <strong>per</strong>sone e gruppi familiari<br />

arricchitisi, a partire da taluni macel<strong>la</strong>i o negozianti<br />

al minuto poco scrupolosi e disponibili<br />

all’intral<strong>la</strong>zzo pur di avere il loro tornaconto.<br />

Nel<strong>la</strong> memoria odierna, tuttavia, le conoscenze<br />

degli intervistati divengono generalmente<br />

impenetrabili, <strong>la</strong> preoccupazione è<br />

quel<strong>la</strong> di ce<strong>la</strong>re all’esterno i reali rapporti comunitari<br />

e di sottintendere che il ricordo<br />

delle azioni e dei comportamenti è di esclusiva<br />

<strong>per</strong>tinenza del paese e dei suoi abitanti.<br />

Citare frasi del tipo: «Sono cose di una volta,<br />

<strong>la</strong>sciamo <strong>per</strong>dere», come capita di ascoltare,<br />

è un modo <strong>per</strong> evitare di far trasparire<br />

certi fatti passati. Per avere informazioni<br />

precise e dettagliate ci si deve rivolgere a<br />

quanto si scrisse allora. Esemp<strong>la</strong>ri in questo<br />

caso sono le annotazioni redatte poco dopo<br />

gli eventi dal valstronese “maestro di<br />

138 Alfredo Garavaldi (Reggio Emilia, 1914), dirigente industriale, intervistato da Filippo<br />

Colombara e Raffae<strong>la</strong> Piloni a Omegna il 5 novembre 1997.<br />

139 “La Provincia Lavoratrice”, 13 luglio 1944. Nel medesimo capoluogo sono attivi anche<br />

due ristoranti economici. A quello contrassegnato con il numero uno, si offrono pasti completi<br />

a 18 lire (“La Provincia Lavoratrice”, 24 agosto 1944).<br />

140 ACS, Carte Pini, 1-90, b. 33, cit.<br />

141 Sul<strong>la</strong> condizione alimentare tradizionale nei paesi di bassa montagna e di collina, limitatamente<br />

al <strong>la</strong>go d’Orta, cfr.: FILIPPO COLOMBARA, I paesi di mezzo. Storie e sa<strong>per</strong>i popo<strong>la</strong>ri<br />

a Madonna del Sasso, Mi<strong>la</strong>no, <strong>Istituto</strong> Ernesto de Martino, 1993, pp. 117-129; V. PARAVATI<br />

(a cura di), Il pane e le parole. Testimonianze orali sugli usi alimentari nel Cusio (1900-<br />

1950), Omegna, Casa dell’Anziano “Massimo Lagostina”, 2002.<br />

62 l’impegno

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