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Giorgio Marincola e la missione “Bamon” - Istituto per la storia della ...

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anni fa sembravano fondamentali: «Utilizzando<br />

<strong>la</strong> categoria di generazione <strong>per</strong> spiegare<br />

i fenomeni che si verificarono negli anni sessanta<br />

e il ciclo di lotte studentesche e o<strong>per</strong>aie<br />

di quegli anni scompare l’apparente dicotomia<br />

tra il 1968 come anno degli studenti e il<br />

1969 come anno degli o<strong>per</strong>ai» (p. 67).<br />

In questo contesto <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> interpretativa<br />

che Diego Giachetti propone con forza<br />

è proprio quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> generazione. Capace<br />

di spiegare non soltanto il rapporto tra i movimenti<br />

studenteschi e le lotte o<strong>per</strong>aie, ma di<br />

al<strong>la</strong>rgare lo sguardo al mondo globalizzato<br />

<strong>per</strong> cucire tra loro i movimenti che nel breve<br />

torno di pochi anni, tra <strong>la</strong> fine degli anni sessanta<br />

e i primi settanta, hanno infiammato<br />

numerosi stati europei e anche paesi tra loro<br />

molto distanti, principalmente in Asia e America<br />

Latina.<br />

Lotta di c<strong>la</strong>sse e movimento giovanile sono<br />

stati avvicinati troppo o al contrario nettamente<br />

separati, quando invece secondo l’autore:<br />

«I due movimenti conflittuali erano specifici<br />

e autonomi nel<strong>la</strong> loro origine, ma dal<br />

punto di vista generazionale è possibile comprendere<br />

le ragioni del loro incontro» (p. 67).<br />

Generazione e c<strong>la</strong>sse come soggetti di lotta<br />

che si incontrano e finiscono <strong>per</strong> sovrapporsi,<br />

ulteriormente attraversati dal terzo<br />

fondamentale elemento del genere che si<br />

gonfia ed esplode con il femminismo radicale.<br />

Il valore euristico del concetto di generazione<br />

evita anche le secche di quell’interpretazione<br />

troppo politicista del Sessantotto -<br />

pur essendo <strong>la</strong> parte dedicata ai gruppi/partiti<br />

rivoluzionari ampia nell’economia del<br />

<strong>la</strong>voro - e lo proietta in un discorso di lunga<br />

durata più consono al<strong>la</strong> sua definitiva acquisizione<br />

come spartiacque storico.<br />

L’approccio a<strong>per</strong>to al dato socioculturale<br />

consente anche di cogliere quegli aspetti meno<br />

legati agli eventi in sé, ma fondamentali<br />

<strong>per</strong> definire lo sfondo del grande quadro del<br />

Sessantotto. Spiegando come un nuovo tipo<br />

di “marxismo eclettico”, spurio, fungesse da<br />

minimo col<strong>la</strong>nte teorico tra le varie anime del<strong>la</strong><br />

sinistra extrapar<strong>la</strong>mentare post sessantottina,<br />

l’autore nota come: «Il marxismo divenne,<br />

un po’ come era toccato al rock e al beat <strong>per</strong><br />

in biblioteca<br />

<strong>la</strong> koinè giovanile degli anni cinquanta e<br />

sessanta, il linguaggio comune del<strong>la</strong> nuova<br />

sinistra estremista, rivoluzionaria, gruppettara»<br />

(p. 100).<br />

Un originale modo <strong>per</strong> marcare <strong>la</strong> diversità<br />

tra il Sessantotto e i conflitti del lungo decennio<br />

di mobilitazione giovanile che lo seguirono,<br />

uno spunto teorico degno di approfondimenti<br />

specifici che individua nel<br />

passaggio dal<strong>la</strong> musica al<strong>la</strong> grammatica<br />

politica quello dal movimento studentescoo<strong>per</strong>aio<br />

spontaneista al<strong>la</strong> logica dei gruppi<br />

del<strong>la</strong> sinistra rivoluzionaria.<br />

Una menzione conclusiva merita sicuramente<br />

l’immagine scelta <strong>per</strong> <strong>la</strong> co<strong>per</strong>tina: <strong>la</strong><br />

tradizionale foto di c<strong>la</strong>sse di un gruppo di<br />

studenti dove numerosissimi sono i pugni<br />

alzati con fierezza. Una istantanea che coglie<br />

in maniera stupefacente l’air du temps con<br />

quell’intreccio - anche visivo - tra gioventù<br />

e ribellione.<br />

Franco Bergoglio<br />

Giovanni Artero<br />

Il punto di Archimede<br />

Biografia politica di Raniero Panzieri da<br />

Rodolfo Morandi ai Quaderni Rossi<br />

Cernusco sul Naviglio, GiovaneTalpa, 2007,<br />

pp. 186, t 13,00.<br />

Luigi Repossi. Vita di un o<strong>per</strong>aio rivoluzionario<br />

Napoli, Autorinediti, 2008, pp. 180, t 15,00.<br />

L’autore è bibliotecario del Consiglio regionale<br />

del<strong>la</strong> Lombardia e fin dal 1991 tra i<br />

curatori, <strong>per</strong> l’Editrice bibliografica di Mi<strong>la</strong>no,<br />

di un importante strumento qualitativo<br />

nel settore: <strong>la</strong> “Guida alle biblioteche speciali<br />

del<strong>la</strong> Lombardia”. Si interessa di <strong>storia</strong> del<br />

movimento o<strong>per</strong>aio e socialista, redigendo<br />

in partico<strong>la</strong>re biografie scrupolosamente documentate,<br />

come quelle di Costantino Lazzari<br />

e di Oddino Morgari, re<strong>per</strong>ibili nel sito<br />

www.antifascismo.too.it.<br />

“Il punto di Archimede” del titolo del primo<br />

dei volumi fa riferimento al movimento<br />

<strong>per</strong> l’occupazione delle terre in Sicilia. Panzieri<br />

vi prese parte, subendo arresti, e in tal<br />

130 l’impegno

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