Giorgio Marincola e la missione “Bamon” - Istituto per la storia della ...
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La liberazione di Vercelli<br />
nale repubblicana e su<strong>per</strong>stiti dei vari presidi,<br />
a cui si erano aggiunti gli uomini dei battaglioni<br />
“Pontida” e “Montebello”, ritiratisi<br />
da Biel<strong>la</strong>.<br />
La 182 a brigata aveva avuto il compito di<br />
circondare il presidio tedesco, mentre le formazioni<br />
del<strong>la</strong> XII divisione bloccavano <strong>la</strong> città<br />
da nord, est e sud.<br />
Il mattino del 26 si svolsero trattative. Il<br />
capo del<strong>la</strong> Provincia, Michele Morsero, fece<br />
comunicare ai comandi partigiani e al Cln <strong>la</strong><br />
proposta di non combattere in città, che fu<br />
respinta, con un ultimatum <strong>per</strong> <strong>la</strong> resa o <strong>la</strong><br />
partenza entro le 15.<br />
Nel pomeriggio <strong>la</strong> colonna fascista, di oltre<br />
duemi<strong>la</strong> uomini, <strong>la</strong>sciò Vercelli in un inutile<br />
tentativo di fuga: attaccata ripetutamente<br />
da reparti partigiani e mitragliata dall’aviazione<br />
alleata, nel<strong>la</strong> notte tra il 27 e il 28 sarà<br />
costretta dal<strong>la</strong> brigata valsesiana “Osel<strong>la</strong>”<br />
ad arrestare <strong>la</strong> marcia nei pressi di Castel<strong>la</strong>zzo<br />
Novarese. Nel pomeriggio del 26, verso<br />
le 17, a Vercelli fu costretto al<strong>la</strong> resa anche il<br />
presidio tedesco. La sera stessa le brigate<br />
partigiane entrarono in città<br />
Il 27 si arresero i presidi di Tronzano Vercellese<br />
e di Cigliano: in totale circa cinquecento<br />
uomini. Il giorno successivo, tuttavia,<br />
una forte colonna nazifascista in ritirata<br />
dal<strong>la</strong> Liguria, da Torino e dal<strong>la</strong> Valle d’Aosta,<br />
rioccupò i due paesi e Borgo d’Ale, Cavaglià<br />
e Salusso<strong>la</strong>. I comandi partigiani ricevettero<br />
dal comando regionale l’ordine di impedirle<br />
di raggiungere Mi<strong>la</strong>no. Furono <strong>per</strong>tanto<br />
avviate trattative: una tregua di ventiquattro<br />
ore non fu rispettata dai tedeschi<br />
e dai fascisti, che tentarono di continuare i<br />
loro movimenti: furono allora fatti saltare i<br />
ponti sul canale Cavour e sul Naviglio.<br />
La sera del 29, inoltre, i nazifascisti entrarono<br />
in Santhià, dove uccisero il presidente<br />
del Cln, alcuni civili e partigiani. All’alba<br />
attaccarono e circondarono una pattuglia<br />
del<strong>la</strong> 2 a brigata, massacrando<strong>la</strong>. Altri parti-<br />
giani, che tentarono di portare aiuto ai compagni<br />
attaccati, furono uccisi nei campi. Sei<br />
cascine furono date alle fiamme e i loro abitanti<br />
trucidati. Il totale dei caduti di quelle<br />
tragiche giornate fu di cinquantasette tra<br />
partigiani e civili.<br />
Vi era a quel punto il rischio che i tedeschi<br />
decidessero di puntare su Biel<strong>la</strong>. La <strong>missione</strong><br />
militare inglese “Cherokee”, preoccupata,<br />
propose un massiccio bombardamento;<br />
i comandi partigiani si opposero con fermezza,<br />
<strong>per</strong> evitare di annul<strong>la</strong>re tutti gli sforzi<br />
compiuti nei mesi precedenti <strong>per</strong> impedire<br />
devastazioni.<br />
Vi è da aggiungere che, intanto, a Borgo<br />
d’Ale, <strong>la</strong> colonna era stata effettivamente<br />
attaccata dall’aviazione alleata. La minaccia<br />
degli ufficiali del<strong>la</strong> <strong>missione</strong> di far intervenire<br />
nuovamente l’aviazione forse bastò a convincere<br />
il comando tedesco ad accettare di<br />
avviare trattative <strong>per</strong> <strong>la</strong> resa.<br />
Buona parte del<strong>la</strong> colonna si era intanto<br />
dislocata tra Livorno Ferraris, Moncrivello<br />
e in parte del Canavese, stabilendo il comando<br />
ad Ivrea. Il Cln di questa città e <strong>la</strong> <strong>missione</strong><br />
alleata iniziarono i colloqui.<br />
Il 2 maggio gli americani giunsero a Vercelli.<br />
Il comandante del Corpo d’armata tedesco,<br />
generale Schlemmer, delegò un ufficiale<br />
del suo stato maggiore, il colonnello<br />
Faulmüller, a trattare. Il colonnello fu accompagnato,<br />
con scorta partigiana, a Biel<strong>la</strong>, sede<br />
del<strong>la</strong> <strong>missione</strong> alleata, dove, dopo una<br />
lunga trattativa, fu firmata <strong>la</strong> resa, che decorreva<br />
dal<strong>la</strong> mezzanotte: così finivano le azioni<br />
militari del 75 o Corpo d’armata tedesco e dei<br />
reparti fascisti aggregati e finiva anche <strong>la</strong><br />
Resistenza in Piemonte. Le forze arresesi<br />
ammontavano a sessantunmi<strong>la</strong> tedeschi e<br />
dodicimi<strong>la</strong> fascisti.<br />
Il 3 maggio iniziò un lento deflusso dei tedeschi:<br />
molti si fermarono tuttavia ancora<br />
<strong>per</strong> parecchi giorni nell’Eporediese e nel<strong>la</strong><br />
zona del <strong>la</strong>go di Viverone. (p. a.)<br />
a. XXIX, n. s., n. 1, giugno 2009 109