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tesi F. Marotta.pdf - EleA@UniSA

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I rimpianti del personaggio Tahar, raramente espliciti, sono legati alla scelta dell’esilio,<br />

che, anche se non è mai citato apertamente, resta sempre come sfondo. È forse anche su<br />

questo avvenimento che si proietta il sentimento nostalgico dell’autore. In altre parole,<br />

l’approssimarsi della morte di sua madre interroga l’autore e gli chiede se la scelta di partire<br />

in esilio in Francia è stata saggia.<br />

Nelle numerose interviste rilasciate dall’autore a proposito di questo libro, egli ha<br />

affermato che lo scopo della letteratura è quello di sconvolgere, di perturbare, di far male. È<br />

forse per questa ragione che Tahar Ben Jelloun ha scelto un soggetto così doloroso per la sua<br />

vita ma anche per l’umanità in maniera universale nella sua totalità. Parlando di sua madre,<br />

trova per definirla un’espressione di ammirazione, “héroïne évanouie”, un modello<br />

sovrumano da dare come esempio oltre che un legame con la terra natale e la sua identità.<br />

È interessante notare come nei testi degli autori (maschi), la figura ricorrente e spesso al<br />

centro di un sentimento di nostalgia sia la madre, e come, al contrario, la figura più esplorata<br />

dalle autrici sia quella paterna. Leïla Sebbar, per esempio, ha dedicato innumerevoli pagine<br />

all’esplorazione del rapporto con suo padre :<br />

Je n’apprendrai pas la langue de mon père.<br />

Je veux l’entendre, au hasard de mes pérégrinations. Entendre la voix de l’étranger bien-aimé, la<br />

voix de la terre et du corps de mon père que j’écris dans la langue de ma mère. 275<br />

Lo stesso vale, come abbiamo precedentemente visto, per Assia Djébar, ma anche per<br />

Bahaa Trabelsi, in Une femme tout simplement il rimpianto per il padre travolge la narratrice :<br />

E, ancora :<br />

C’était son ambivalence qui le rendait en même temps intéressant et fragile, et sa fragilité me<br />

bouleversait. J’aurais voulu le soutenir dans les moments difficiles. Je regrettais mes provocations,<br />

mon agressivité. La dernière fois que je l’avais vu, il m’avait paru vieilli et comme brisé. Je<br />

réapprenais à penser à lui avec tendresse et nostalgie. 276<br />

275 Leïla Sebbar, Je ne parle pas la langue de mon père, cit., p. 125.<br />

276 Bahaa Trabelsi, Une femme tout simplement, cit., p. 152.<br />

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