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I.1.1 BENEDIZIONE<br />
In quasi tutti i romanzi di Tahar Ben Jelloun, la benedizione della progenie è<br />
all’appannaggio delle madri e delle nonne. Intrisa di un sentimento religioso forse legato alla<br />
nostalgia di un’infanzia “al paese”, la scrittura di Tahar Ben Jelloun mostra la contraddizione<br />
spesso vissuta dalle donne credenti musulmane : da una parte, la religione in quanto<br />
istituzione le esclude ; dall’altra sono esse che intrattengono un rapporto costante e<br />
quotidiano con Dio. In questa prospettiva, il ricorso alla pratica della benedizione può essere<br />
interpretata, in un certo senso, come la compensazione di questa esclusione.<br />
Un episodio de Les yeux baissés, mostra bene la differenza nell’educazione religiosa<br />
dei bambini e delle bambine, l’esclusione impietosa di queste ultime, e quindi della<br />
protagonista :<br />
Il y avait une école coranique dans l’unique petite mosquée. Mais les filles n’y avaient pas droit.<br />
Mon frère y allait ; je l’accompagnais de temps en temps et restais à rôder autour comme une folle<br />
[...] Je rageais, je piétinais le sol en maudissant l’école [...] 26<br />
Come in un meccanismo di azione e reazione, se le sfere cerimoniali religiose restano<br />
precluse al sesso femminile, quest’ultimo si appropria e interpreta a proprio modo tutti gli<br />
spazi collaterali creati dal culto e lasciati liberi dall’uomo. Le donne, in particolare, si<br />
autoproclamano mediatrici tra Dio e la famiglia, assumendo il ruolo sociale d’intercessori e<br />
distribuendo benedizioni a profusione. Espressa in un linguaggio tenero - non prescrittivo<br />
come quello del Corano -, la benedizione materna diventa un metodo per negoziare con Dio<br />
la felicità dei figli. Questi ultimi, dal canto loro, accettano questa pratica come elemento<br />
essenziale della loro educazione e della formazione della propria identità culturale.<br />
Tahar Ben Jelloun, ad esempio, nel romanzo semi-autobiografico dedicato alla madre,<br />
Sur ma mère, ammette, non senza un senso di orgoglio, di necessitare e fare espressamente<br />
richiesta, in maniera continuativa, nel quotidiano, delle benedizioni materne.<br />
26 Tahar Ben Jelloun, Les Yeux baissés, cit., p. 27.<br />
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