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tesi F. Marotta.pdf - EleA@UniSA

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Al centro della storia non c’è soltanto il corpo delle donne, quello “ribelle” della moglie<br />

e quello “sospettato” della figlia, ma c’è anche quello del padre. Aziz diventa una nullità agli<br />

occhi di quella comunità che equivale a tutto il suo mondo, ma allo stesso tempo la sua<br />

esperienza si rivela come un monito per gli altri uomini. La vicenda viene additata come<br />

esemplare e alimenta nuove fobie e nuovi rimedi, nella fattispecie il restringimento ulteriore<br />

dei limiti spaziali concessi alle donne. Questi limiti spaziali, rigidi o flessibili a seconda<br />

dell’era storica, hanno creato quello che è universalmente riconosciuto come harem. Di<br />

questo argomento si è interessata in maniera approfondita — sia nei suoi saggi che nel<br />

suggestivo romanzo autobiografico Rêves de femmes. Une enfance au harem — la sociologa e<br />

romanziera marocchina Fatima Mernissi.<br />

Le portail de notre maison était une arche gigantesque, avec de monumentales portes de bois<br />

sculpté. Il séparait le harem des femmes des étrangers de la rue. L’honneur de mon père et de mon<br />

oncle dépendait de cette séparation, nous disait-on. Les enfants pouvaient franchir le portail, mais<br />

pas les femmes adultes. 101<br />

Con gli occhi innocenti della bambina, Fatima Mernissi ricostruisce il suo passato, e<br />

quello delle sue parenti più prossime, nel contesto tradizionale del Marocco neo-<br />

indipendente. Circondata da donne che, pur accettando il loro destino di clausura, mostrano<br />

fiducia nelle generazioni future, Fatima Mernissi viene educata al pensiero critico e alla<br />

riflessione sulla condizione femminile nel Maghreb.<br />

Un harem est défini par l’idée de propriété privée et les lois qui la réglementent. En ce sens, dit<br />

Yasmina, les murs sont inutiles. Si on connaît les interdits, on porte le harem en soi, c’est le harem<br />

invisible, d’une loi tatouée à mon insu sous mon front, bien logée dans mon cerveau, me troublait<br />

terriblement. 102<br />

L’harem invisibile è il concetto che più inquieta i sogni di Fatima Mernissi da bambina<br />

e i ragionamenti filosofici della studiosa, spingendola più volte ad interrogarsi<br />

sull’evoluzione della condizione femminile nel Maghreb.<br />

101 Fatima Mernissi, Rêves de femmes. Une enfance au harem, cit., p. 23-24.<br />

102 ivi, p. 61.<br />

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