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I.1.3 LA MALEDIZIONE E LA NEGAZIONE DELLA BENEDIZIONE<br />
Anche la maledizione può in un certo senso rientrare nella sfera che confonde religione<br />
e riti magici. Se la benedizione si colloca in uno spazio di mimesi, di recitazione parodica del<br />
potere maschile, senza avere per giunta alcuna conseguenza nella vita reale - se non un potere<br />
di fascinazione -, la maledizione, con tutto il suo portato di pregiudizi e timori, agisce in<br />
maniera reale sulla vita familiare e sociale della tribù.<br />
Se nell’opera di Ben Jelloun non è raro confondere Dio e la luna con tutto il suo portato<br />
di poteri magici, ne La jeune fille et la mère, di Leïla Marouane non si ricorre alla divinità e<br />
alla religione se non per dare veridicità e gravità alle maledizioni pronunciate.<br />
In questo testo risulta difficile comprendere a fondo il ricorso continuo alla figura della<br />
maledizione se non si tiene conto dei rapporti molto stretti che questa intrattiene con la<br />
religione. Infatti, nonostante sembrino escludersi l’una l’altra a causa di un’interpretazione<br />
dicotomica e totalizzante che vede associato alla religione il valore del Bene assoluto e, per<br />
contro, alla maledizione tutto un immaginario pauroso e infernale, gli elementi comuni sono<br />
numerosi.<br />
A dispetto del loro substrato di credenze condivise, la benedizione e la maledizione<br />
hanno degli scopi praticamente antitetici : attraverso l’elemento magico, la benedizione si<br />
ricopre di un’innegabile forza di fascinazione, mentre, nel caso della maledizione, la<br />
superstizione evidentemente non ha che il solo scopo di generare paura. Inoltre, anche se<br />
apparentemente la maledizione si presenta come atto di negazione della religione, non può<br />
ciononostante fare astrazione dall’idea - alla quale si riferisce in maniera diretta - della<br />
presenza attiva di una divinità pronta, a contrario, ad accogliere e soddisfare le domande e<br />
gli atti rituali che gli sono indirizzati.<br />
Ulteriore elemento di contatto, la maledizione, come la benedizione, implica sempre<br />
almeno tre interlocutori, mettendo in scena un bizzarro tipo di comunicazione. Nel romanzo<br />
di Leïla Marouane, per esempio, tra la divinità chiamata a punire e la figlia che è colpita dalla<br />
sua maledizione, la madre gioca il ruolo di mediatrice severa, rigorosa e senza pietà.<br />
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