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espresso apertamente nel caso delle benedizioni. Quando per una ragione o per un’altra, il<br />
comportamento del figlio si discosta dal volere dei genitori e dai dettami della umma, questi<br />
ultimi ricorrono allo stesso registro pseudo-religioso delle benedizioni per pronunciare le<br />
formule di maledizione che allontanano il figlio dal “paradiso” familiare.<br />
Ne Le passé simple, per esempio, il figlio sfida suo padre sul terreno simbolico,<br />
spronandolo a maledire lui e i suoi fratelli : « Alors : Dieu a maudit les Juifs ; nous sommes<br />
vos Juifs, Seigneur : ouvrez la bouche et maudissez-nous ! 114 ».<br />
Se, a rigor di logica, la maledizione può sembrare un tipo di autorità attiva, quello che<br />
vorrei mettere in evidenza è la possibilità di interpretarla anche come un’azione subita dai<br />
padri o anche solo temuta e immaginata. Da soggetti attori i Padri diventano oggetti di<br />
maledizione quando la loro vita non corrisponde a quello che l’umma si aspetta.<br />
Fortemente superstiziosi come l’ambiente che li circonda, i padri appartenenti alla<br />
società tradizionale descritta dai romanzi rivelano i timori nei confronti del malocchio, della<br />
cattiva sorte e delle potenzialità malefiche della comunità :<br />
« Avant l’Islam, les pères arabes jetaient une naissance femelle dans un trou et la recouvraient de<br />
terre jusqu’à la mort. Ils avaient raison. Ils se débarrassaient ainsi du malheur. [...] Toutes les filles<br />
que ta mère a déposées méritaient ce sort. Je ne les ai pas enterrées parce qu’elles n’existaient pas<br />
pour moi. [...] » 115<br />
Questo argomento è particolarmente caro a Tahar Ben Jelloun che lo affronta a più<br />
riprese nei suoi romanzi. Ne L’enfant de sable, per esempio, il Padre equipara le figlie<br />
generate al “malheur”, alla cattiva sorte, a una maledizione venuta dall’alto o all’effetto della<br />
malvagità di una strega.<br />
Le père n’avait pas de chance ; il était persuadé qu’une malédiction lointaine et lourde pesait sur sa<br />
vie : sur sept naissances, il eut sept filles. [...] La malédiction prit l’ampleur d’un malheur étalé<br />
dans le temps. Le père pensait qu’une fille aurait pu suffire. Sept, c’était trop, c’était même<br />
tragique. 116<br />
114 ivi, p. 20.<br />
115 Tahar Ben Jelloun, L’enfant de sable, La nuit sacrée, cit., p. 121.<br />
116 ivi, p. 21.<br />
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