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éel 25 ». Questo spazio d’illusione si fonda su uno sforzo di appropriazione mimetica, di<br />
ripetizione e di imitazione dell’autorità del patriarca.<br />
Di mimesi, “mimicry” per la precisione, ha enormemente parlato Homi Bhabha nel suo<br />
celeberrimo testo The location of culture, nel quale analizza il mondo post-coloniale e le<br />
dinamiche che hanno legato oppresso e oppressore. In un contesto come quello familiare<br />
magrebino, l’appropriazione mimetica si manifesta come una tecnica di contro-dominio, un<br />
disperato tentativo di mettere in pratica l’anti-potere femminile al chiaro scopo di contrastare<br />
la cultura fallocentrica e patriarcale. Ciononostante, i confini di questo spazio non vengono<br />
oltrepassati e le donne finiscono in questo modo per dare rinnovamento e consistenza<br />
quotidiana all’illusione. In altre parole, alle donne non resta che una parvenza di autorità,<br />
quella che io chiamerei una « autorità di suggestione ».<br />
Dal latino suggerĕre, la parola “suggestione” ha assunto significati diversi nel corso<br />
della sua evoluzione. È divenuto, infatti, portatore di due accezioni : la prima indicante la<br />
suggestione come mezzo di persuasione che opera nel subconscio dell’individuo recettore e<br />
s’insinua docilmente nella sua mente ; la seconda, invece, più prossima all’etimologia latina,<br />
mostra nella suggestione un potere di artifizio, di sicuro più subdolo, un metodo per sub-<br />
gerĕre, per sottomettere.<br />
Mentre nel contesto coloniale esplorato da Bhabha la mimicry era sinonimo di<br />
destabilizzazione per l’egemonia non totalizzante del colonizzatore, in questo caso<br />
dall’autorità di suggestione deriva, al contrario, l’ufficializzazione dello stato di subalternità<br />
delle donne.<br />
Analizzati da questo punto di vista, i romanzi di Tahar Ben Jelloun, di Leïla Marouane<br />
e di Driss Chraïbi mettono in scena numerose forme di autorità di suggestione. La prima,<br />
ampiamente esplorata nelle opere di Ben Jelloun e di Chraïbi, è a mio avviso la benedizione.<br />
25 Michel Foucault, « Des Espaces autres », in Architecture, Mouvement, Continuité, n° 5, octobre 1984, p.<br />
49.<br />
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