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3Eterov e)ce(te/rou sofo\v to/ te pa/lai to/ te nu=n. Ou ... - EleA@UniSA

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che sembra aver origina<strong>to</strong> la querelle 118 . Le inimicizie fra Nevio e i po<strong>te</strong>nti sono ricorda<strong>te</strong><br />

anche da Gellio. In NA 3, 3, 15 si ricorda che il poeta fu imprigiona<strong>to</strong> dai triumviri per le<br />

militare; la notazione sul cognomen dei Me<strong>te</strong>lli deriverebbe da un’altro lavoro del Reatino, forse una<br />

sezione delle antiquita<strong>te</strong>s, dedica<strong>to</strong> all’onomastica delle famiglie romane, che figura <strong>pa</strong>rimenti fra le<br />

fonti del lessicografo: STRZELECKI 1932, 44; BONA 1964, 63-64 e bibl. rel. Se il verso fa<strong>to</strong> Me<strong>te</strong>lli...<br />

era già no<strong>to</strong> ai <strong>te</strong>mpi di Varrone, che ne avrebbe <strong>pa</strong>rla<strong>to</strong> altrove nelle sue opere (cfr. n. 127), ap<strong>pa</strong>re<br />

possibile che egli lo citasse anche trattando dell’etimologia del cognomen. La sin<strong>te</strong>si delle informazioni<br />

trat<strong>te</strong> dalle due opere è da ascrivere, secondo Bona, al compila<strong>to</strong>re del lemma. Le notazioni di<br />

ROWELL 1949, 30 sull’usanza varroniana di ripe<strong>te</strong>re in diverse opere gli s<strong>te</strong>ssi con<strong>te</strong>nuti lasciano,<br />

tuttavia, aperta l’ipo<strong>te</strong>si che l’in<strong>te</strong>ro lemma me<strong>te</strong>lli provenga da un’unica fon<strong>te</strong>.<br />

118 Dibattuti e controversi sia la forma metrica, e conseguen<strong>te</strong>men<strong>te</strong> l'occasione, del verso neviano,<br />

sia il suo esat<strong>to</strong> significa<strong>to</strong>; per un'effica<strong>ce</strong> sin<strong>te</strong>si delle questioni, prospetta<strong>te</strong> di segui<strong>to</strong>, e della<br />

bibliografia relativa cfr. i re<strong>ce</strong>nti FERRARO 1996; FERRARO 1997; SUERBAUM 2000, 308-310 e nn.<br />

9-10. La bibliografia pre<strong>ce</strong>den<strong>te</strong> il 1950 è riassunta in MARMORALE 1950, 58 e n. 4.<br />

Il problema della metrica di fa<strong>to</strong> Me<strong>te</strong>lli... è solleva<strong>to</strong> per la prima volta da MÜLLER 1885, 167, che<br />

propone di leggere il verso non come un senario, scansione fino ad allora universalmen<strong>te</strong> ac<strong>ce</strong>ttata,<br />

ma come saturnio, poiché la risposta dei Me<strong>te</strong>lli, senz’altro un saturnio, doveva essere scritta nello<br />

s<strong>te</strong>sso metro dell'attaccco di Nevio. Lo studioso è, peraltro, costret<strong>to</strong> (145) a stam<strong>pa</strong>re consules fiunt<br />

in luogo del tràdi<strong>to</strong> fiunt consules, per non contravvenire alla legge di Korsch, secondo la quale, in<br />

almeno uno dei due cola di un saturnio, deve esserci un in<strong>te</strong>rvallo dopo la seconda <strong>te</strong>si (KORSCH<br />

1868, 40-43). Il <strong>te</strong>s<strong>to</strong> di Müller è accol<strong>to</strong> da Lommatzsch in THLL s. v. consul, 565, 14, ed è ripreso<br />

da SABBADINI 1935, 24. Segue la medesima <strong>te</strong>si MARMORALE 1950, 63-71; fa<strong>to</strong> Me<strong>te</strong>lli... è attribui<strong>to</strong><br />

al bellum Poenicum, oltre che per rispondenza metrica con il Me<strong>te</strong>llorum versus, anche sulla base del<br />

con<strong>te</strong>nu<strong>to</strong>. Il verso sarebbe sta<strong>to</strong> scrit<strong>to</strong> in onore di L. Cecilio Me<strong>te</strong>llo, “per grazia e volere degli<br />

dèi” console e vinci<strong>to</strong>re di Asdrubale duran<strong>te</strong> la prima guerra punica, e salva<strong>to</strong>re del Palladio<br />

dall'in<strong>ce</strong>ndio del 241 a.C.; solo duran<strong>te</strong> la cam<strong>pa</strong>gna per il consola<strong>to</strong> del 206 a.C. sarebbe<br />

sopravvenuta l'in<strong>te</strong>rpretazione ironica ai danni di Q. Cecilio Me<strong>te</strong>llo. Sulla s<strong>te</strong>ssa linea anche<br />

LEHMANN 1992, 266-270; sembra da correggere in ques<strong>to</strong> studio l'affermazione con la quale (267)<br />

la conservazione del verso neviano viene attribuita a Cesio Basso. Sempre a favore della scansione<br />

come saturnio, ma attribuendo il verso a una satira, FLINTOFF 1988, 598-599; 601-602. Lo studioso<br />

ritiene risol<strong>to</strong> il problema della <strong>ce</strong>sura Korschiana attraverso la riformulazione di questa legge a<br />

opera di COLE 1969, 19: “in any half-line that contains seven or more syllables the last three or<br />

(more rarely) the last four must be pre<strong>ce</strong>eded by word end”. Appoggia l'ipo<strong>te</strong>si del saturnio, senza<br />

pronunciarsi sulla provenienza del verso, SABBADINI 1935, 24. LUPPINO 1972, 101 vede nello<br />

scambio di battu<strong>te</strong> un riecheggiamen<strong>to</strong> omerico, opera<strong>to</strong> per il trami<strong>te</strong> di Livio Andronico, e quindi<br />

ne<strong>ce</strong>ssariamen<strong>te</strong> scrit<strong>to</strong> in saturni. Fra i sos<strong>te</strong>ni<strong>to</strong>ri del saturnio TRAGLIA 1986 riprende, infine,<br />

l’argomen<strong>to</strong> dell’ obbligata responsione metrica fra il Me<strong>te</strong>llorum versus e la provocazione. Più<br />

largamen<strong>te</strong> condivisa la lettura del verso come senario: cfr. LEO 1905, 32; MARX 1911, 61-62;<br />

FRANK 1927, 105; FRAENKEL 1935, 623; NÓVOA 1984, 68, che riporta, tuttavia, anche la <strong>te</strong>si di<br />

Marmorale. For<strong>te</strong>men<strong>te</strong> critico verso lo studio di Marmorale MARIOTTI 1958, in <strong>pa</strong>rt. 90 e n. 3:<br />

alcune delle argomentazioni dello studioso sono già in SKUTSCH 1951, in <strong>pa</strong>rt. 175. Fa proprie le<br />

critiche di Skutsch anche BARCHIESI 1962, 145 n. 797. PERUZZI 1997, pur non dichiarandosi <strong>ce</strong>r<strong>to</strong><br />

dell'attribuzione a una fabula (118) afferma con decisione (106 n. 4) la scansione giambica, in<br />

accordo con le opinioni espresse da FERRARO 1996, 75; FERRARO 1997, 171-172. Quest'ultimo<br />

rileva, oltre la scarsa fonda<strong>te</strong>zza delle argomentazioni marmoraliane, anche l'arbitrarietà<br />

dell'in<strong>te</strong>rven<strong>to</strong> critico, opera<strong>to</strong> da Müller per rientrare nei limiti della <strong>ce</strong>sura di Korsch; né, secondo<br />

Ferraro, tale difficoltà è eliminata con le modifiche apporta<strong>te</strong> da Cole alla formulazione della legge<br />

(FERRARO 1996, 75; ID. 1997, 171-172; cfr. anche SUERBAUM 2002, 309 n. 10). Accoglie, infine, la<br />

scansione giambica del verso, ma lo ascrive al Clastidium, MATTINGLY 1980. Secondo lo studioso,<br />

Nevio voleva irridere Caio Flaminio e il suo suc<strong>ce</strong>ssore C. Terenzio Varrone, homines novi e<br />

responsabili di pesanti sconfit<strong>te</strong> duran<strong>te</strong> la cam<strong>pa</strong>gna gallica. Il <strong>te</strong>rmine me<strong>te</strong>lli sarebbe, infatti, non il<br />

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