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Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti

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8. Ricadute territoriali e buone pratiche<br />

viene operata alcuna distinzione tra spese correnti e investimenti sostenuti dai Comuni: ai<br />

fini del patto di stabilità valgono allo stesso modo. Così, si penalizzano i Comuni che investono,<br />

soffocando le potenzialità e le capacità degli enti locali.<br />

Il problema vero per gli enti pubblici è lo stesso che hanno anche i privati. I privati non hanno<br />

i soldi e nessuno glieli dà. Gli enti pubblici non hanno i soldi o se li hanno non li possono<br />

spendere per il vincolo del patto di stabilità. D’accordo non andare ad incrementare il debito<br />

pubblico, ma un conto è fare un investimento che produce reddito per un comune e un conto è<br />

fare un investimento che richiede reddito per il suo esercizio. Fare una scuola significa che poi<br />

questa deve essere manutenuta, che bisogna fare la strada per arrivarci, le fogne, etc. Fare un<br />

parco eolico per un comune significa, invece, avere ogni anno qualche milione di euro di reddito<br />

da poter reinvestire. Sono due cose diverse. Basterebbe che il nostro ministro Tremonti facesse<br />

2+2 come gli viene richiesto dall’ANCI. Non capisco perché non lo faccia… È il ragionamento più<br />

sbagliato del mondo, perché da una parte si fa una manovra finanziaria dove i Comuni vengono<br />

penalizzati e dall’altro si pensa di risolvere i problemi finanziari dei Comuni con un finto federalismo<br />

fiscale e ancora non gli si consente neanche di avere delle risorse che sono a loro portata<br />

di mano, immediata. Credo che sia una politica sbagliata, qualsiasi governo – di centrodestra o<br />

di centrosinistra – che questo faccia. Oggi, purtroppo non esiste una vera contabilizzazione di<br />

quello che ci costerà in futuro il non avere delle massicce installazioni di impianti da energie<br />

rinnovabili sul territorio. Questo perché noi facciamo solo i conti con quanto ci costa non rispettare<br />

il Protocollo di Kyoto entro il 2012 – 46 centesimi al secondo, ovvero 4 miliardi di euro<br />

l’anno -, ma se non rispettiamo i limiti per lo smog Altri 2 miliardi di euro all’anno. E l’85% di<br />

energia che importiamo dall’estero ai prezzi che decidono loro Ci costerà. E tutti quelli che ogni<br />

anno si ammalano per lo smog per malattia ai polmoni, dovuta all’inalazione di PM10, come<br />

vengono contabilizzati Non ci sono nella contabilizzazione. Quindi, non abbiamo una vera<br />

contabilizzazione della quantità di danni causati dall’innalzamento globale della temperatura<br />

di quel grado, grado e mezzo, come si è verificato negli ultimi anni. Allora, bisogna incominciare<br />

a ragionare che, investire risorse in questo da parte del governo centrale e consentire la<br />

liberalizzazione delle procedure anche per i Comuni, è fondamentale per l’economia italiana.<br />

È chiaro che un costo basso dell’energia è anche un costo minore per l’imprenditore che deve<br />

investire nel nostro paese (Flavio Morini, ANCI e Scansano).<br />

Fino all’anno scorso i Comuni ottenevano delle tariffe più elevate se investivano e diventavano<br />

loro gestori e, quindi, qualcosa hanno tentato di fare. Ma, i Comuni devono rispettare il patto<br />

di stabilità, per cui molti comuni non hanno una finanza sufficiente per poter fare questi investimenti.<br />

Fanno un impianto fotovoltaico nel parcheggio del cimitero o sul tetto della scuola….<br />

sono impianti medio-piccoli da 200 mila euro di investimento con una valenza sociale. Il GSE<br />

voleva premiare il comune “virtuoso” che fa l’impianto e che quindi utilizza energia auto prodotta.<br />

L’idea non è malvagia, però poi ci sono tutte le distorsioni del caso. Faccio un esempio:<br />

c’è la giunta che vuole essere pagata in contanti tutto e subito perché è in scadenza elettorale,<br />

piuttosto che fare un impianto che mi produca una redditività per 20 anni. Poi, c’è una difficoltà<br />

ricorrente: quando si emettono i bandi, il Comune mischia sempre quello che è l’investimento<br />

industriale con l’investimento finanziario. Cosa che non siamo mai riusciti a far capire al mondo<br />

“del pubblico”. Se intervengo, lo faccio con un finanziamento, non posso avere la responsabilità<br />

e coordinate da un’apposita Commissione ambiente creata in ambito ACRI, e a destinare risorse economiche a iniziative da realizzare<br />

congiuntamente con i Comuni. Per quanto riguarda l’ANCI, essa si impegna a sensibilizzare i Comuni alla buona gestione<br />

degli edifici pubblici di pertinenza e all’adozione di condotte di risparmio energetico, di riduzione delle emissioni climalteranti e<br />

di incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili. Sollecita, inoltre i propri associati all’assunzione di investimenti<br />

per il settore ambientale, alla destinazione ad esso di quote delle proprie disponibilità economiche, nonché allo <strong>sviluppo</strong> di progetti<br />

e di iniziative congiunti con le Fondazioni, mettendo a disposizione le dovute risorse umane (da ACRI Notizie, 22/06/2010,<br />

n. 159: 3).<br />

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