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Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti

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9. Aprire una seconda fase:<br />

rinnovabili e <strong>sviluppo</strong> <strong>locale</strong><br />

In questi 15 anni, lo <strong>sviluppo</strong> dell’energia <strong>eolica</strong> e delle altre rinnovabili è avvenuto quasi<br />

esclusivamente a seguito della diffusione sul territorio di grandi impianti industriali. Impianti<br />

di grande taglia sono presenti in 260 dei 374 Comuni dell’eolico. Oggi, aprire una seconda<br />

fase della diffusione dell’eolico e delle altre rinnovabili, significa avviare una programmazione<br />

capace di disegnare un modello che non sia costituito esclusivamente da impianti di grandi<br />

dimensioni.<br />

Il modello di energia verso il quale dobbiamo tendere è quello di un modello energetico distribuito,<br />

non fatto solo da grandi impianti, ma anche da piccoli impianti distribuiti sul territorio.<br />

La tecnologia ci aiuta in questo, perché ormai oggi esistono degli aereogeneratori altri 1 metro<br />

e ½ - 2 metri che si possono montare sul tetto di casa, sulla terrazza o lungo le nostre vie.<br />

L’evoluzione tecnologica va avanti e il modello deve essere distribuito perché l’energia prodotta,<br />

se consumata sul posto, elimina tutta una serie di problemi: dalla perdita di carica dovuta al<br />

trasporto, al sovraccarico della rete e, quindi, allo stand by degli impianti e al dispacciamento.<br />

Ma, soprattutto, consente due fattori importanti:<br />

1. che si muove tutta un’attività economica intorno a questo tipo di energia distribuita sul<br />

territorio;<br />

2. che gli incentivi che ci sono possono essere messi a frutto in un quadro più ampio, mi riferisco<br />

ad esempio agli imprenditori agricoli che in questo momento hanno necessità anche di<br />

poche migliaia di euro all’anno per mantenere il paesaggio e le aziende agricole in esercizio.<br />

La politica per essere saggia per il nostro territorio dovrebbe favorire l’installazione massiccia<br />

delle rinnovabili a basso impatto, quindi di piccole dimensioni, distribuite al massimo sul<br />

territorio. La politica dovrebbe consentire, attraverso accordi fatti con il credito, attraverso un<br />

fondo di rotazione o comunque uno strumento finanziario, agli agricoltori di avere un prestito<br />

a basso tasso o a tasso quasi nullo, per installare impianti eolici o fotovoltaici, in modo che lo<br />

possano restituire nel momento in cui il GSE gli ridà il contributo, dal momento che l’impianto<br />

è entrato in funzione. Chiaramente, questi sono soldi che passano attraverso gli incentivi e che<br />

derivano dalla bolletta dei cittadini e che sarebbe corretto che venissero reimpiegati per queste<br />

questioni (Flavio Morini, ANCI e Scansano).<br />

È, dunque, importante proprio per le caratteristiche del territorio italiano, approfondire<br />

anche l’opportunità di aerogneratori di dimensione ridotta, che risultano più facilmente in-<br />

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