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Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti

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<strong>Energia</strong> <strong>eolica</strong> e <strong>sviluppo</strong> <strong>locale</strong><br />

l’AEEG ha inoltre previsto, sulla base del Codice di Rete, una compensazione di carattere economico<br />

relativamente alla mancata energia prodotta e valorizzata a prezzi di mercato perchè non immessa<br />

in rete per congestioni di rete. Con la delibera 330/07 dell’AEEG, infatti, è stato introdotto un meccanismo<br />

di indennizzo dei produttori per la mancata produzione dovuta a limitazioni di potenza.<br />

Inizialmente, però, tale meccanismo ha mostrato notevoli lacune, non garantendo di fatto un riconoscimento<br />

adeguato dell’effettiva energia perduta. L’AEEG ha quindi provveduto a riformare il sistema<br />

di indennizzo per l’energia producibile, ma persa per effetto delle limitazioni attraverso la Delibera<br />

ARG/elt 5/10, affidando al GSE il compito di predisporre un sistema di stima della mancata produzione<br />

di energia più aderente alla realtà.<br />

* In caso di criticità e congestioni della rete, soprattutto quando c’è molta produzione <strong>eolica</strong>, si è costretti ad intervenire,<br />

a seguito di un ordine di dispacciamento da parte di Terna, staccando la produzione e mettendo le pale in stallo. La limitazione<br />

del dispacciamento è un fenomeno che coinvolge regolarmente gli impianti convenzionali programmabili. Per legge, infatti,<br />

prima di limitare/staccare gli impianti eolici e da altre rinnovabili, si devono limitare/staccare gli impianti da combustibili<br />

fossili, poi ridurre al minimo quelli tecnici e, infine, si possono limitare/staccare quelli da rinnovabili. Per l’eolico la limitazione<br />

del dispacciamento significa una perdita pari al 7% della producibilità complessiva di energia elettrica, un dato enorme<br />

per il settore, ma che è molto più contenuto rispetto a quello delle centrali convenzionali e a cicli combinati che arrivano a<br />

perdere il 20-30%.<br />

rete della potenza <strong>eolica</strong> evitando “congestioni” dei collegamenti: spesso, infatti, la fonte<br />

<strong>eolica</strong> è disponibile in zone lontane dai nodi principali della rete. L’accesso alla rete elettrica<br />

è in effetti una questione vitale per lo <strong>sviluppo</strong> dell’eolico.<br />

Pertanto, vanno potenziati gli interventi mirati per rendere più sopportabile l’inserzione<br />

delle centrali eoliche in zone che prima erano solo passive ed ora possono diventare attive,<br />

almeno localmente. Lo <strong>sviluppo</strong> delle reti elettriche andrebbe ridefinito in modo ben diverso<br />

da quello adottato sino a pochissimo tempo fa: è necessario pensare a un sistema che sostenga<br />

le fonti rinnovabili e la generazione distribuita, differente da quello implementato negli<br />

anni passati e che era pensato per trasportare energia dalle grandi unità produttive a carichi<br />

distribuiti sul territorio. Va rapidamente implementato il programma, avviato con il Ministero<br />

dello <strong>sviluppo</strong> economico, sulle 4 regioni convergenza (Puglia, Calabria, Campania e Sicilia)<br />

sia per irrobustire le reti elettriche e insieme la larga banda digitale, dato che la loro integrazione<br />

è alla base della smart grid. In Puglia si stanno iniziando ad installare nuove cabine<br />

dotate di intelligenza interna e connessione in fibra ottica, in grado di fornire istantaneamente<br />

ai centri di controllo i dati sull’attività delle centrali eoliche e dei campi fotovoltaici,<br />

e di regolarne l’interazione con la rete. Al tempo stesso, Terna ha in programma lo <strong>sviluppo</strong><br />

di nuove e più robuste dorsali elettriche, come quella prevista al centro della Sicilia e i nuovi<br />

cavi sottomarini nello Stretto di Messina. 50<br />

6.2 Procedure amministrative<br />

In questi anni, c’è stata una carenza di buona politica e buona amministrazione pubblica<br />

sia a livello centrale che <strong>locale</strong>, basti dire che ci sono voluti 7 anni per avere delle regole nazionali<br />

- le Linee guida previste dal Decreto 287/2003 - per l’approvazione e valutazione dei<br />

progetti, e che manca ancora la ripartizione (burden sharing) da parte del governo centrale<br />

50 Il collegamento della Sicilia con il resto del Paese dovrebbe avvenire entro il 2013 con la realizzazione di un cavo di 105<br />

chilometri, con un costo previsto di 700 milioni di euro. Mentre di recente è stato inaugurato il collegamento sottomarino via<br />

cavo ad alta potenza (1.000 MW), lungo oltre 450 chilometri e costato 750 milioni di euro, tra la penisola e la Sardegna (Borgo<br />

Sabotino, provincia di Latina-Flumesanto, provincia di Sassari).<br />

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