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Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti

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<strong>Energia</strong> <strong>eolica</strong> e <strong>sviluppo</strong> <strong>locale</strong><br />

Le caratteristiche dei siti dove sono collocate le centrali eoliche italiane<br />

Attualmente, in Italia sono circa 6 mila gli aerogeneratori installati, mentre i comuni che hanno centrali<br />

eoliche nel loro territorio a inizio del 2011 sono 374 (erano 118 nel 2006), per una potenza installata<br />

pari a 5.758 MW (610 MW in più rispetto al 2009). Nel 2010, gli impianti eolici hanno permesso di<br />

produrre 8.374 GWh di energia pulita, pari al fabbisogno elettrico di oltre 3,5 milioni famiglie (Legambiente,<br />

2011:5-6). Sono 221 i Comuni che si possono considerare autonomi dal punto di vista elettrico,<br />

poiché si produce più energia di quanta ne viene consumata. I 5.758 MW eolici installati sono divisi tra<br />

220 “Piccoli Comuni” con 3.940 MW di potenza installata e 145 con più di 5.000 abitanti e una potenza<br />

di circa 1.817 MW. Gli impianti eolici, che per anni si sono concentrati soprattutto nell’Appennino<br />

meridionale, tra Puglia, Campania e Basilicata, e in Sicilia e Sardegna, si stanno diffondendo anche in<br />

aree del Centro-Nord. I Comuni con il più alto numero di MW installati sono quasi tutti pugliesi: quello<br />

che risulta avere la maggiore potenza installata è Troia (FG), con i suoi 171,9 MW, seguito da Minervino<br />

Murge (BT) con 116,4 MW, dal Comune di Bisaccia (AV) con 101,9 MW, dal Comune di Sant’Agata di<br />

Puglia (FG) con 97,2 MW e dal Comune di Rocchetta S. Antonio (FG) con 89 MW.<br />

Volendo descrivere un tipico sito dove si realizza una centrale <strong>eolica</strong> in Italia si dovrebbero fornire<br />

le seguenti specifiche o si registrerebbero le seguenti peculiarità (Cfr. Gargani e De Pratti, 2008:138-<br />

140):<br />

1. sito montano o pedemontano o collinare (in area appenninica), su rilevato (in area costiera, anche<br />

se arretrata rispetto alla costa, o sub-marina);<br />

2. orografia mediamente complessa, con rugosità tale da garantire una quota geostrofica dell’ordine<br />

di non meno di 500 metri sulla quota del sito (o misurata dal piano di campagna di questo);<br />

3. ventosità caratterizzata da una media annua compresa fra 6,2 e 7,5 m/s (con punte che in alcuni casi<br />

arrivano fino a 8,5 m/s). Il funzionamento annuo di un impianto eolico è discontinuo e dipende dalla<br />

ventosità del sito. La produzione viene espressa attraverso il parametro “ore equivalenti”, che indica<br />

le ore equivalenti annue di produzione a piena potenza o tramite il fattore d’impianto (uguale alle ore<br />

equivalenti diviso le ore dell’anno). In Italia, nei siti normalmente sfruttati, le ore equivalenti assumono<br />

valori tra 1.500 e 3.000;<br />

4. quota s.l.m. da 700 a 1.500 metri (con possibile insorgenza di formazione di ghiaccio durante i<br />

più ventosi mesi invernali a quota superiore ai 800-900 m s.l.m. in funzione della diversa esposizione<br />

del sito);<br />

5. area di installazione posta su plateau (Sardegna) o su crinali più o meno appiattiti e colline ondulate<br />

(regioni centro-meridionali);<br />

6. presenza di vegetazione di tipo boschivo o di coltivazioni (Appennini centrali e meridionali), bosco infoltito<br />

(Calabria), macchia mediterranea (Sicilia e Sardegna), rimboschimento e cantieri forestali in pieno<br />

<strong>sviluppo</strong> (Abruzzi) sia nelle vicinanze che su crinali opposti (con possibile creazione di scie di disturbo al<br />

rotore); installazioni sono previste nell’Appennino centro-settentrionale (Emilia-Romagna, Liguria e Piemonte)<br />

a quote cariabili tra i 1.000 e 1.500 m s.l.m. (in aree montane più o meno foltamente boscate);<br />

7. area caratterizzata da pregio paesistico e/o paesaggistico più o meno rilevante, posta in vicinanza o<br />

al confine o, ancora, interessata dalla presenza di SIC o di ZPS e, quindi, parchi o riserve naturalistiche<br />

di altro genere (aree interessate dalla presenza di relitti mediterranei);<br />

8. area interessata da uso civico (con eventuali presenze di direttrici tratturali) e da sorvoli a bassa quota<br />

di avioleggeri e, a quote maggiori, da velivoli dell’aviazione generale e militare; talvolta si riscontra la<br />

presenza di antiche servitù militari (poligoni in campo aperto) più o meno abbandonate (soprattutto<br />

nelle regioni centrali e centro-meridionali);<br />

9. area caratterizzata dalla presenza di specie avifaunistiche di vario pregio e, solo più limitatamente,<br />

interessata da corridoi ecologici e flussi migratori;<br />

10. distanza dalla rete elettrica in alta tensione compresa tra 500 m e 2-3 km al massimo;<br />

11. tasso di guasto della rete elettrica <strong>locale</strong> in alta e media tensione tale da poter essere rappresentata<br />

da un valore MTBF (Mean Time Between Failure – tempo medio fra i guasti) pari a 2.000-3.250 ore/<br />

anno (valore più basso tipico dell’Abruzzo più interno, come, ad esempio, nella Piana del Fucino);<br />

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