Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti
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<strong>Energia</strong> <strong>eolica</strong> e <strong>sviluppo</strong> <strong>locale</strong><br />
rate del mutuo, anche se poi Terna non gli fa l’allacciamento alla rete e, quindi, è costretto a<br />
tenere fermo l’impianto (Simone Togni, ANEV).<br />
Inoltre, alcune linee della rete elettrica in alta tensione hanno dimostrato di non essere<br />
più dotate di sufficiente capacità di trasporto per garantire il dispacciamento di energia<br />
prodotta dagli impianti eolici negli intervalli di tempo caratterizzati da ventosità sostenuta.<br />
Ciò conduce a frequenti congestioni di rete che si traducono per gli impianti eolici necessariamente<br />
in interventi di riduzione di potenza (mediamente intorno al 7%) che TERNA ha<br />
facoltà di imporre per garantire la sicurezza della rete. Le direttrici più colpite sono Andria-<br />
Foggia, Campobasso-Benevento e Benvenuto-Montecorvino, sulle quali insistono più di 1.500<br />
MW eolici. La causa principale di questa situazione risiede nel ritardo con cui si sono avviati<br />
i piani di potenziamento della rete di fronte a previsioni di <strong>sviluppo</strong> dei soli impianti eolici,<br />
già valutabile dopo i primi anni di avvio del CIP 6 e localizzabile sulla base dell’Atlante Eolico<br />
del nostro Paese. Viceversa gli investimenti di TERNA sono stati dell’ordine delle centinaia di<br />
milioni di euro fino al 2004, quando, con eccessivo ritardo, sono passati ai miliardi di euro,<br />
finalmente congrui con le esigenze di potenziamento a seguito dello <strong>sviluppo</strong> delle fonti a<br />
energia rinnovabile.<br />
La rete elettrica è dello Stato che l’ha data in concessione per un certo numero di anni a Terna<br />
che la deve esercire secondo dei criteri:<br />
• tutti si possono allacciare perché è un servizio pubblico;<br />
• se c’è richiesta di domande di concessione da una certa parte, il soggetto che la gestisce<br />
deve costruire delle linee.<br />
Questo, in 15 anni, per quanto riguarda l’eolico non è avvenuto, perché, anche dando le scusanti<br />
del caso a Terna, non hanno mai ritenuto affidabili le domande presentate per gli impianti<br />
eolici e, più in generale, da fonti rinnovabili. Ancora pochissimi anni fa le rinnovabili erano<br />
viste come un qualcosa che probabilmente non si sarebbe mai fatto… Per cui, gli arrivavano le<br />
domande per gli allacci degli impianti eolici, fotovoltaici, etc., ma loro non hanno mai creduto<br />
che questi impianti si facessero sul serio e, quindi, non hanno investito nello <strong>sviluppo</strong> della rete.<br />
Che poi l’abbiano fatto coscientemente o meno, che ci abbiano giocato perché le rinnovabili<br />
danno fastidio ai grossi operatori o ai gestori della rete, questo non lo so. So soltanto che in<br />
questi 15 anni Terna non ha sviluppato la rete sulla base delle domande di impianti presentate,<br />
disattendendo il mandato statutario. Questo comporta che nelle aree dell’Appennino meridionale,<br />
dove c’è vento, almeno fino a 3 anni fa, quando c’è stato un cambio di faccia, Terna non<br />
ha investito nel potenziamento della rete in queste aree. Ora, chi realizza un impianto che deve<br />
fare Ha fatto domanda 5 anni fa dicendo a Terna che avrebbe fatto l’impianto in un determinato<br />
sito, ora la sua colpa quale è Che ha fatto sul serio l’impianto (Simone Togni, ANEV).<br />
L’incremento della produzione elettrica da fonte <strong>eolica</strong> pone numerose e complesse sfide<br />
alla pianificazione e all’esercizio dei sistemi elettrici, chiamando in causa aspetti tecnici ed<br />
economici. Infatti la generazione <strong>eolica</strong> è fortemente variabile (in particolare sulle scale<br />
temporali delle ore e dei giorni), e questa variabilità deve essere compensata dalla generazione<br />
convenzionale se si vuole alimentare il carico senza interruzioni: ciò comporta che i<br />
gruppi di generazione convenzionale siano sempre più utilizzati per prestare questo servizio<br />
anziché coprire il “carico di base”. Inoltre, poiché le previsioni meteo del vento sono affette<br />
da errori, anche le previsioni di produzione <strong>eolica</strong> presentano incertezze: per questo occorre<br />
predisporre maggiori margini di riserva da parte dei gruppi convenzionali. Tutti questi fattori<br />
comportano costi aggiuntivi per la gestione del sistema elettrico. Ad essi si aggiungono gli<br />
oneri necessari per potenziare il sistema di trasmissione, al fine di facilitare l’immissione in<br />
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