Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti
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<strong>Energia</strong> <strong>eolica</strong> e <strong>sviluppo</strong> <strong>locale</strong><br />
Negli ultimi tempi si sono avvicinati all’eolico e alle altre rinnovabili delle nuove categorie<br />
di investitori: da un lato, i piccoli e medi investitori alla ricerca di settori alternativi<br />
al tradizionale investimento nel settore immobiliare, dall’altro, i grandi fondi pensionistici,<br />
assicurativi e istituzionali nazionali ed internazionali alla ricerca di investimenti di medio e<br />
lungo termine.<br />
Negli ultimi tempi, vedo effervescente il mercato dei progetti di piccola dimensione fino ad 1<br />
MW sia perché dovrebbero rientrare in un progetto di DIA, per cui l’iter autorizzativo da sei anni<br />
potrebbe scendere ad 1 anno, un anno e mezzo, sia perché ci credono alcuni produttori di aerogeneratori<br />
come il Gruppo Leitner 48 di Vipiteno. Se riuscisse a dare una sistemazione adeguata<br />
e certa al quadro normativo credo che questo sia un settore che ci darà soddisfazione ancora per<br />
molti anni, anche perché c’è un mondo che sta affrontando questi investimenti che è il mondo<br />
imprenditoriale medio-piccolo: dal notaio al professionista che ha dei soldi da investire. Questa<br />
categoria di investitori non va a investire sul mega parco eolico da 10–20 MW, il loro sogno è di<br />
avere la pala <strong>eolica</strong> massimo da 1 MW, investendo 500–600mila euro. Questa assicura 15 anni<br />
di rendita per quell’investimento. Perché c’è tanto interesse intorno alle energie rinnovabili<br />
Perché crollato il mito dell’investimento immobiliare, fermo il mondo del mercato immobiliare<br />
industriale, commerciale, residenziale, chi investiva prima nel mattone, oggi sta cercando la differenziazione.<br />
Quindi, qual è il prodotto che può dare un minimo di rendimento È il “prodotto”<br />
delle energie rinnovabili. Abbiamo passato la fase degli investitori che lo facevano in termini<br />
speculativi, oggi si stanno avvicinando al mondi delle rinnovabili i grossi fondi internazionali,<br />
sia “private” sia istituzionali, quindi fondi assicurativi, pensionistici e istituzionali che devono<br />
investire parte della raccolta. Adesso in Italia ci sono 3-4 fondi nati sulle energie rinnovabili.<br />
Una caratteristica di questi investitori è di intervenire ad investimento esaurito, perché non<br />
vogliono il rischio industriale: vogliono qualcuno che produca l’investimento, “chiavi in mano”,<br />
una volta connesso, ottenuto i contributi e tutto perfezionato. Vogliono intervenire e avere la<br />
remunerazione da investitori (Alberto Lincetti, Leasint-Gruppo Intesa San Paolo).<br />
Anche per le banche i maggiori problemi che incontrano nelle loro attività di finanziamento<br />
si riferiscono soprattutto all’incertezza e farraginosità del quadro normativo e di<br />
incentivazione che negli ultimi mesi hanno contribuito a ritardare l’avvio e, addirittura, a<br />
bloccare nuove operazioni di finanziamento o la sospensione delle erogazioni di finanziamenti<br />
già deliberati, con impatto sui nuovi investimenti e sulla liquidità dei produttori.<br />
Partecipo spesso a convegni, in particolare laddove ci sono investitori esteri, e non è facile<br />
andare a specificare che abbiamo la normativa regionale che viene resa incostituzionale dalla<br />
Stato e che poi lo Stato rimanda alle Regioni per impianti entro 1 MW o che abbiamo lo strumento<br />
della DIA, del permesso a costruire, e quello della SCIA. Non è facile avere chiarezza.<br />
Poi ci sono certe province dove se anche faccio l’autorizzazione unica però non richiedo la VIA<br />
perché non c’è bisogno, e quindi l’impianto viene declassato ad avere la DIA e non ha più l’autorizzazione<br />
unica….. Non è facile in Italia. L’iter autorizzativo allunga notevolmente i tempi.<br />
Ogni provincia che vai trovi un documento diverso che ti richiedono. Questo è un male atavico.<br />
Poi, ad esempio, per il fotovoltaico abbiamo anche i problemi fiscali con l’Ufficio del Registro<br />
quando vai a registrare un impianto, perché il Ministero delle Finanze non ha ancora deciso<br />
se è strumentale o immobiliare, se va tassato nel primo o nel secondo caso. Paga o non paga<br />
l’ICI L’Ufficio delle Entrate dichiara che quell’impianto è strumentale, mentre l’Ufficio del <strong>Territorio</strong>,<br />
che fa sempre parte del Ministero della Finanze, dichiara che è un progetto immobiliare.<br />
Quando l’Ufficio delle Entrate nei convegni dà dei chiarimenti ovviamente per non smentire sé<br />
48 http://it.leitwind.com/<br />
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