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Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti

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8. Ricadute territoriali e buone pratiche<br />

• i fitti dei terreni interessati dalle installazioni (anche se sovente il soggetto realizzatore<br />

acquista, perché altrimenti non riesce a concludere le operazioni di project leasing o di<br />

project financing);<br />

• qualche forma di partecipazione marginale da parte degli enti locali ai ricavi prodotti<br />

(con variazioni dall’1,5% al 5%). 83<br />

Sull’eolico c’è un certo ritorno e si può promettere una certa ricaduta sul territorio, perché<br />

l’ENEL pensa sempre alle compensazioni ambientali in senso lato, come ricaduta occupazionale,<br />

industriale, economica dell’indotto diretto e indiretto. Spesso nell’eolico quello che ci chiedono<br />

i Comuni è una ricaduta in termini di compensazione ambientale con la realizzazione di un<br />

impianto fotovoltaico sopra il tetto della scuola o sull’edificio del comune per pagare le utenze.<br />

Questo noi lo facciamo e già questo è un segno di integrazione. Poi, ovvio, se possiamo permetterci<br />

di fare anche un altro impianto può essere possibile fare anche una strada o altro. Se<br />

possiamo fare 2-3 impianti su un Comune, a quel Comune possiamo promettere molto di più<br />

e possiamo veramente risollevare in maniera sensibile lo stato economico di un Comune. Se si<br />

riesce magari a fare un impianto da 20 MW di eolico e due impianti da 10 MW da fotovoltaico,<br />

magari in quel comune si può aprire una sede dell’ENEL. Le rinnovabili sono tecnologie anche<br />

complementari. Eolico e solare sono entrambe fonti non programmabili, ma dissociate: il solare<br />

funziona solo di giorno e, quindi, va bene per sopperire la produzione elettrica di giorno, l’eolico<br />

quando c’è vento. Potrebbe esserci vento e sole di giorno, ma anche vento di notte. Per cui, se<br />

lì mettiamo solo l’impianto fotovoltaico sappiamo che d’inverno lavora tot ore, d’estate altre<br />

e comunque nella curva di massimo impiego. Se a questo ci associamo un impianto eolico,<br />

potremmo sopperire alla necessità di energia anche la notte. Le due cose fanno sì che essendo<br />

due fenomeni statisticamente indipendenti – perché sole e vento non sono strettamente correlati<br />

– potremmo sopperire meglio alle necessità energetiche. La stessa cosa con l’idroelettrico.<br />

Se tutte queste fonti sono singolarmente difficilmente programmabili, questo non vuol dire che<br />

il mix delle 3 non sia più facilmente programmabile, perché quando non c’è una, c’è l’altra e<br />

facendo i controlli alla rete possiamo, con un mix energetico, garantire maggiore erogazione di<br />

energia alla comunità. Noi abbiamo tutto l’interesse a tenere un rapporto diretto con i piccoli<br />

Comuni che sono quelli più favorevoli. Sono quelli in cui gli impianti “danno meno fastidio”,<br />

perché essendoci una densità demografica più bassa, l’impatto sulle persone è minore e dove<br />

la ricaduta occupazionale ed economica è sentita come un valore aggiunto addizionale. Quindi,<br />

questa è una strada che perseguiamo, perché è una sinergia economica, anche dal punto di<br />

vista di esercizio ed è anche più facile da gestire dal punto di vista istituzionale. E ci dà anche<br />

più soddisfazione, perché andiamo in un posto dove siamo più apprezzati (Ivano Bruni, Enel<br />

Green Power).<br />

Dal punto di vista dell’impatto economico, un impianto eolico è in grado di offrire alle<br />

casse dei Comuni, spesso piccoli e con bilanci esigui, un gettito annuo di alcune centinaia<br />

di migliaia di euro (utile sulla produzione, corrispettivo di potenza, canoni di affitto terreni).<br />

Oggi, i comuni dell’eolico in Italia sono 374 e nei casi più virtuosi questo introito viene<br />

generalmente utilizzato per interventi di compensazione ambientale, di miglioramento della<br />

qualità dei servizi, per realizzare infrastrutture ambientali: in questo modo può divenire evi-<br />

83 Tra l’altro le Linee guida previste dal D.lgs. 387/03 ed emanate solo di recente di fatto vietano qualsiasi forma di royalties<br />

e misura compensativa in denaro. Oggi, nel distretto eolico del Fortore (province di Foggia, Benevento e Avellino) ci<br />

sono comuni come Roseto Valfortore (1.205 abitanti) che con 6 parchi eolici – 60 aerogeneratori per una potenza complessiva<br />

installata di 76,9 MW – incassa 350 mila euro di royalty, con un bilancio comunale di 1.670 mila euro; Rocchetta S. Antonio (2<br />

mila abitanti), 4 parchi eolici (43 aerogeneratori per 90 MW) e royalties di 800.000-1.000.000 euro, con un bilancio comunale<br />

di 2.100.000-2.300.000 euro; Monteverde (903 abitanti), 1 parco eolico (9 aerogeneratori, 6 MW) e una royalty di 12 mila euro,<br />

con un bilancio comunale di 450 mila euro.<br />

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