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Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti

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<strong>Energia</strong> <strong>eolica</strong> e <strong>sviluppo</strong> <strong>locale</strong><br />

parte abbiamo anche un certo timore da parte del mondo imprenditoriale a investire con un programma<br />

che sia non solamente speculativo, che massimizzi adesso il profitto, ma che sia qualcosa<br />

che vada a mettere radici un poco più profonde (Stefano Leoni, presidente WWF Italia).<br />

Anche quando presenti, non sempre i piani energetici regionali (ma anche provinciali e<br />

comunali) sono risultati e risultano adeguati alle nuove funzioni che sono loro richieste e che<br />

derivano da due fondamentali innovazioni introdotte nell’ultimo quindicennio: la modifica<br />

del Titolo V della Costituzione e la liberalizzazione del mercato dell’energia. Due innovazioni<br />

apparentemente contraddittorie perché:<br />

• la prima ha caricato Regioni ed enti locali di responsabilità normative e regolamentari;<br />

• la seconda sottrae potere programmatorio sia allo Stato che alle Regioni.<br />

Il discorso relativo alla pianificazione/programmazione è reso difficile dal fatto che siamo<br />

in un mercato elettrico liberalizzato e in un sistema burocratico che impiega 5-6 anni per<br />

autorizzare un progetto. 52 I piani energetici quando sono stati fatti sono rimasti nei cassetti.<br />

In materia energetica il soggetto privato, l’imprenditore, ha spesso una capacità di azione che<br />

sovrasta le possibilità di governo del processo da parte dell’ente <strong>locale</strong>. Le amministrazioni<br />

locali non hanno validi strumenti programmatori perchè la disciplina statale delle rinnovabili<br />

dà a queste ultime una priorità assoluta su tutto, in quanto sono considerate di pubblica utilità,<br />

indifferibili ed urgenti, per cui non ci si può appellare con motivazioni ambientali se non<br />

in sede di valutazione di impatto ambientale e non ci si può appellare a motivazioni di tipo<br />

urbanistico a meno di non fare delle forzature, ad esempio, rendendo tutte le aree edificabili<br />

e vincolandole a parco, e quindi, rendendole non idonee per l’insediamento di parchi eolici.<br />

Comunque, anche i vincoli alla destinazione d’uso non sono efficaci perché la legge dice che<br />

un parco eolico si può fare in qualunque tipo di terreno e non cambia la destinazione d’uso<br />

dell’area. In sostanza, è il privato che liberamente sceglie sito, potenza, modalità realizzative,<br />

senza che ci sia una vera politica di indirizzo dei Governi regionali, con individuazione<br />

delle aree disponibili, delle compatibilità ambientali e delle tipologie costruttive. In questa<br />

situazione, la capacità negoziale dei territori locali sta solo nella loro capacità di fare interdizione,<br />

producendo lungaggini, carte che si perdono, autorizzazioni che non vengono mai<br />

concesse, campagne di stampa, sit-in e proteste da parte della cittadinanza, etc.<br />

Faccio parte di una commissione di valutazione sull’energia in provincia di Foggia e poso testimoniare<br />

che la Provincia ha fatto un ottimo lavoro di screening di tutte le richieste di impianti<br />

eolici e fotovoltaici sul territorio, andando a vedere quello che è il realizzato e i progetti in<br />

autorizzazione dal 2004 ad oggi. Il quadro è il seguente: ci sono tanti progetti realizzati e,<br />

52 La lentezza dell’iter amministrativo fa sì che il progetto che viene approvato è di fatto obsoleto. In 5-6 anni nel settore<br />

eolico la tecnologia fa degli enormi passi avanti abbassando drasticamente i costi in rapporto alla potenza, Ma, il progetto<br />

autorizzato non può essere modificato. “Un progetto viene realizzato tenendo conto della tecnologia del momento. Non è possibile<br />

inserire in un progetto per un iter autorizzativi una tecnologia che non esiste. La tecnologia del momento prevede macchine con<br />

determinate altezze, dimensioni delle pale, potenze. Tutti elementi che sono importanti per la valutazione e le analisi di impatto<br />

ambientale. Una macchina di 50 metri e una di 80 hanno impatti ambienti diversi, ad esempio, in relazione alle rotte migratorie<br />

dell’avifauna. Quindi, se un progetto parte con una certa tipologia di macchine e arriva in fondo, non è possibile cambiare. Si deve<br />

procedere soltanto con la realizzazione delle caratteristiche originaria che sono state analizzate ed autorizzate. Se si dovesse cambiare<br />

macchina è corretto ri-iniziare l’iter per verificare se le nuove dimensioni e caratteristiche sono in linea con tutte quelle che<br />

sono le necessità del sito, quindi, le varie criticità e caratteristiche che si trovano nella comunità <strong>locale</strong>. La visibilità da lontano può<br />

aumentare perché le torre sbuca fuori dalla collina e quando di guarda la chiesa o il duomo c’è la pala che è visibile, se si alza di<br />

5-10 metri la torre. La lentezza dell’iter autorizzativi crea degli inconvenienti, ma il progetto non può essere modificato anche se la<br />

tecnologia in 3-4 anni va avanti molto velocemente. Questo è un settore in cui la tecnologia ha subito delle evoluzioni rapidissime,<br />

perché il mercato ha imposto dei ritmi velocissimi. Pertanto, un iter lento rischia di far sì che le soluzioni tecnologiche adottate<br />

siano superate dalla evoluzione della tecnologia. Però, se consideriamo che la vita utile di un parco deve essere di circa 15-20 anni.<br />

Dal punto di vista dell’incentivazione oggi sono 15 anni, questo come vita finanziaria di un parco, dal punto di vista della tecnica/<br />

tecnologica, la vita di un parco è intorno ai 20 anni. È chiaro che ci troviamo davanti a dei parchi eolici che dal punto di vista<br />

tecnologico vengono superati facilmente in questo momento” (Roberto Refrigeri, Enel Green Power).<br />

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