Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti
Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti
Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
7. Impatto ambientale e paesaggistico<br />
del vento da parte di alcune specie migratorie. Questo è un elemento che per noi aggiunge delle<br />
difficoltà, perché l’Italia è un paese di transito per alcune specie di volatili. La migrazione già<br />
di per sé comporta rilevanti perdite per lo stress della stessa e per cause naturali, poi ci sono<br />
anche i cacciatori che li aspettano al varco. Il problema che temiamo è che il posizionamento<br />
delle torri eoliche venga a turbare questo processo naturale a due livelli:<br />
• in quanto si aggiunge come minaccia suppletiva rispetto a quelle che ho già citato;<br />
• che addirittura possa turbare il flusso migratorio in quanto tale e quindi costringere i migratori<br />
ad evitare certe parti del territorio.<br />
Per questi motivi, noi abbiamo sviluppato un documento con delle linee guida, in cui abbiamo<br />
indicato quali potrebbero essere i criteri con cui andare ad autorizzare gli impianti eolici in<br />
Italia. Mettendo dei paletti, dicendo no in certe parti, soprattutto in quelle che sono tutelate<br />
da un vincolo che non è di natura paesaggistica, ma proprio legata a classificazioni di aree<br />
naturali, come ad esempio i SIC e soprattutto le ZPS, che sono quelle fatte grazie alla direttiva<br />
comunitaria 407/79/CE sulle rotte migratorie. Come c’è la mappa del vento, c’è la mappa delle<br />
grandi rotte migratorie. In sostanza, noi vogliamo inquadrare il tema dell’eolico da un punto<br />
di vista strettamente scientifico, perché non siamo i tutori del paesaggio. Il paesaggio è qualcosa<br />
di antropico ed è anche un po’ soggettivo, può piacere o no. Ha un valore attributivo e,<br />
in quanto valore, ognuno li vede soggettivamente. Quindi, non ci interessa tanto il paesaggio,<br />
perché non è possibile legittimarlo su una base e in un ambito prettamente scientifico, anche se<br />
come concetto può essere utile quando per paesaggio si intende una vocazione (Stefano Leoni,<br />
presidente WWF Italia).<br />
Secondo queste associazioni, in Italia non si corre il rischio di intaccare la naturalità dei<br />
siti per il semplice fatto che gli attuali paesaggi sono stati costruiti dall’uomo nel corso dei<br />
secoli, trasformazione dopo trasformazione. Gli stessi che si scandalizzano per una fila di torri<br />
eoliche nulla dicono su altre ben più pesanti trasformazioni, come i centri commerciali che<br />
guidano l’urbanizzazione selvaggia consumando nuovo suolo, o le cave, che punteggiano il<br />
Bel Paese; tutti interventi irreversibili. Inoltre, la bellezza del paesaggio è un fattore storico<br />
e con forti elementi di soggettività, da cui è difficile evadere. 65 Gli impianti eolici, se ben inseriti,<br />
possono rappresentare un’ulteriore evoluzione del paesaggio italiano, perché l’identità<br />
non si dà una volta per tutte, ma continuamente si evolve.<br />
Noi come Greenpeace siamo assolutamente a favore dell’eolico. Alcune associazioni ambientaliste<br />
la pensano diversamente da noi, mentre noi crediamo che l’eolico sia necessario per<br />
raggiungere gli obiettivi per il 2020. Crediamo che l’eolico comporti una alterazione paesaggistica<br />
accettabile rispetto agli obiettivi che ci si propone e anche paragonato a quegli impianti<br />
ad energia fossile che sono stati realizzati anche di recente che erano e sono dannosi sia per<br />
l’impatto paesaggistico sia per la salute umana, l’eolico ha quantomeno il pregio di non essere<br />
dannoso per la salute. Non crediamo che l’eolico cambi la visibilità e la bellezza del paesaggio,<br />
anzi, dal nostro punto di vista, l’eolico spesso migliora pure il paesaggio…. Poi, siamo d’accordo<br />
che ci sia bisogno di una regolamentazione, ad esempio, delle aree dove vietare l’installazione<br />
di impianti eolici: i parchi nazionali, le aree protette, i SIC, le ZPS, le montagne sopra i<br />
1.600 metri (Domenico Belli, Greenpeace).<br />
La grande confusione in ambito normativo che ha caratterizzato, e in parte ancora caratterizza,<br />
le procedure di approvazione degli impianti eolici ha fatto sì che molti di questi<br />
65 Basti, per tutti, l’esempio della Tour Eiffel, ferocemente contestata al momento della sua costruzione per l’Esposizione<br />
Universale del 1900, tanto che per mettere a tacere le polemiche si decise di smontarla alla fine dell’evento; dopo 110 anni la<br />
Tour Eiffel è lì, simbolo di Parigi, segno indelebile dello skyline parigino.<br />
77