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Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti

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<strong>Energia</strong> <strong>eolica</strong> e <strong>sviluppo</strong> <strong>locale</strong><br />

sione specifici progetti locali a causa delle temute conseguenze riguardo principalmente agli<br />

impatti visivi e al rumore.<br />

La sindrome Nimby non è caratteristica degli impianti eolici. Si verifica in molte altre<br />

situazioni. Nuove strade, ponti, gallerie, ospedali, aeroporti, impianti nucleari e altre strutture<br />

per la produzione di energia, tutti incontrano resistenze a livello delle comunità locali.<br />

Gli studi su questi fenomeni concludono che sull’atteggiamento del pubblico nei confronti<br />

di un progetto, più degli impatti reali legati alle dimensioni dell’impianto, come le trasformazioni<br />

del paesaggio, pesano altri fattori, come: chi lo realizza, il ruolo dei decisori locali, le<br />

modalità in cui si struttura il processo complessivo di decisione (Ammassari e Palleschi, 2007;<br />

Bobbio, 2004; EWEA, 2009b:399-411; Oteri, 2009; Wolsink, 2007). L’opposizione <strong>locale</strong> è spesso<br />

basata sulla sfiducia, sulle reazioni negative verso coloro (gli sviluppatori, le autorità e gli<br />

operatori energetici) che cercano di realizzare gli impianti, e sulle modalità con cui vengono<br />

pianificati e gestiti i progetti, e non tanto sul rifiuto degli aerogeneratori in sé stessi.<br />

Sento anche dalla nostra base, dai nostri volontari sul territorio che localmente si trovano dei<br />

comitati “contro” se non vedono la finalità positiva del progetto. Noi di comitati viviamo, per<br />

cui sappiamo che con loro ci vuole una grande pazienza. In realtà, i comitati sono una forma<br />

di partecipazione che non deve essere sottovalutata. Se si arriva al comitato qualcosa ha fallito<br />

prima, nella capacità di presentare un progetto. Poi, c’è il comitato “strumentale” o il caso<br />

politico, ma sono 5–10, mentre gli altri 150, 200, 300, sono indicatori che qualcosa c’è, che è<br />

mancato un passaggio: è mancata la capacità di far partecipare le popolazioni ad una scelta<br />

di trasformazione territoriale (Costanza Pratesi, FAI).<br />

Pertanto, gli studi suggeriscono che un approccio partecipativo al progetto di localizzazione<br />

ha effetti positivi sull’opinione pubblica e conduce a una diminuzione delle resistenze.<br />

Come afferma Wolsink (2007:1204):<br />

the best way to facilitate the development of wind projects is to build institutional capital<br />

(knowledge resources, relational resources and the capacity for mobilisation) through collaborative<br />

approaches to planning.<br />

Quello che conta è coinvolgere la popolazione <strong>locale</strong> nella procedura di localizzazione,<br />

entro processi di piano trasparenti e con un alto livello informativo (assemblee pubbliche,<br />

seminari, sportelli informativi, etc.). Se si vogliono ridurre al minimo le opposizioni, tutte le<br />

parti in causa devono avere effettiva opportunità di influenzare un progetto.<br />

Le decisioni prese sopra la testa delle popolazioni locali sono il modo più diretto per generare<br />

proteste. La carenza di comunicazione fra chi abita dove sarà realizzato un impianto e<br />

chi lo vuole realizzare, le burocrazie locali, l’ambito della decisione politica, diviene un catalizzatore<br />

perfetto per trasformare lo scetticismo <strong>locale</strong> in azioni concrete contro progetti specifici.<br />

Al contrario, informazione, dialogo e partecipazione sono la strada per l’accettazione.<br />

Le Linee guida nazionali prevedono che “il coinvolgimento dei cittadini in un processo di<br />

comunicazione e informazione preliminare all’autorizzazione e realizzazione degli impianti o di<br />

formazione per personale e maestranze future” sia uno dei requisiti per la valutazione positiva<br />

dei progetti. 70<br />

70 Le Linee guida, da una parte si rivolgono ai progettisti che si applicano ad un nuovo progetto di realizzazione di un impianto<br />

eolico di qualsiasi dimensione, perchè prendano coscienza dell’opportunità di un’integrazione del punto di vista paesaggistico/ambientale,<br />

a partire dalle prime fasi di progettazione. Ma, sono rivolte anche ai valutatori, ai quali spetta il compito di<br />

verificare le compatibilità degli interventi dal punto di vista paesaggistico/ambientale, affinché abbiano gli strumenti necessari<br />

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