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Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti

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<strong>Energia</strong> <strong>eolica</strong> e <strong>sviluppo</strong> <strong>locale</strong><br />

Nel progetto è stata coinvolta anche l’Università di Camerino e Ancona, per le competenze e le ricerche<br />

connesse, ma soprattutto sono state mobilitate le risorse di imprenditorialità collettiva locali, sia<br />

sul piano degli enti e delle comunità coinvolte, che su quello delle imprese e delle loro associazioni.<br />

Ma, l’implementazione pratica del progetto non è stata affatto facile. Nonostante le cautele impiegate<br />

per ridurre l’impatto ambientale, e l’esito positivo del processo autorizzatorio (VIA, conferenza<br />

dei servizi, autorizzazione regionale) ha suscitato l’opposizione della Sovrintendenza ai Beni Architettonici<br />

e Paesaggio delle Marche, aprendo una vertenza dagli esiti ancora incerti.<br />

“polpa”), ma non da valorizzare come luoghi che si pongono – nel campo prescelto – all’avanguardia<br />

nell’esplorazione del nuovo.<br />

I territori non vanno lasciati soli nello studio di queste politiche e d interventi nel<br />

campo energetico, anche perché possono essere preda di attori “egoisti” che in realtà non<br />

hanno alcun interesse all’esito collettivo di queste politiche e interventi, ma hanno fini solo<br />

speculativi. Pertanto, anche considerata la grande distanza che c’è tra la realtà attuale e la<br />

possibilità di fare un ragionamento sullo <strong>sviluppo</strong> delle rinnovabili in relazione allo <strong>sviluppo</strong><br />

<strong>locale</strong>, sarebbe importante realizzare un’azione di sistema per provare ad accompagnare con<br />

un approccio sperimentale qualche territorio che volesse affrontare il tema delle energie rinnovabili<br />

in modo integrato attraverso una valutazione dei mix energetici, arrivando a definire<br />

dei piani energetici locali con un obiettivo di autosufficienza energetica.<br />

La domanda che ci si deve porre è se è possibile, partendo dalle aree che hanno delle rinnovabili<br />

insediate attraverso l’eolico, immaginare che quei territori possano diventare in modo consapevole<br />

delle comunità integralmente sostenibili A questa domanda è difficile rispondere, ma è<br />

una buona sfida. Noi abbiamo dei territori in cui è già significativa “la buona pratica” rispetto<br />

ad un tema di sostenibilità e di fronte a processi innovativi come questi bisogna “accompagnare”<br />

(Antonio Saturnino, Formez).<br />

Buoni segnali che arrivano dal territorio noi li abbiamo dalla Campania, in tutta la zona<br />

dell’Agro Nocerino Sarnese, dove ci sono dei comuni lungimiranti, che magari compaiono poco<br />

nelle classifiche, ma che manifestano una buona predisposizione fare governance. Hanno<br />

una buona classe di amministratori e una immensa potenzialità di risorse sul territorio. Loro,<br />

ad esempio, hanno tutto il sistema legato alle biomasse e alla quota idrica che non è da sottovalutare.<br />

Quello potrebbe essere un esempio di ecosistema che potrebbe utilizzare le leve<br />

programmatiche sull’energia per potenziare quella filiera, anche con la partecipazione privata e<br />

utilizzare poi anche la leva dei beni e delle risorse culturali che sarebbe una naturale sinergia,<br />

anche come sbocco occupazionale e di visibilità. Questo potrebbe essere un modello di integrazione,<br />

di mix (Giada Maio, ANCI).<br />

Ci vuole un accompagnamento istituzionale e tecnico dei territori. A noi questo sembra giusto e<br />

ragionevole, anche perché le strade che abbiamo percorso fino ad adesso non hanno funzionato.<br />

La programmazione nazionale e regionale non esiste e dove c’è è fallace o sbagliata. Bisogna<br />

provare a prendere il problema da un altro lato. Quello che abbiamo cercato di fare in questi<br />

anni è stato di coltivare il rapporto con il territorio. Ci sono almeno 5-6 punti diversi, sparsi<br />

dal Veneto, al Trentino, alla Basilicata, alla Campania, alla Calabria, alla Sicilia, dove noi facciamo<br />

questo ragionamento della comunità sostenibile in cui il driver fondamentale è l’utilizzo<br />

energetico in forma sostenibile delle risorse del territorio. Ce li abbiamo a non faccio fatica a<br />

dire che è difficile coltivarli, perché cerchiamo di farlo in una maniera che poi lasci a loro la<br />

capacità di alzarsi sui pedali e di fare la propria strada, cercando la loro identità, coltivando un<br />

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