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Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti

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<strong>Energia</strong> <strong>eolica</strong> e <strong>sviluppo</strong> <strong>locale</strong><br />

quest’anno si fa la piscina olimpionica, quando ha lastricato d’oro i marciapiedi che cosa altro<br />

può fare Il tema delle linee guida riguarda non solamente l’eolico e lo <strong>sviluppo</strong> delle fonti rinnovabili<br />

e del sistema energetico, ma riguarda, più in generale, i problemi dello <strong>sviluppo</strong> <strong>locale</strong><br />

in questo Paese soprattutto nelle aree rurali e ancora di più in quelle montane, per uscire dalla<br />

logica dello “svantaggio” compensato “paternalisticamente” (Tommaso Dal Bosco, Uncem).<br />

Certamente, l’eolico e le altre fonti di energia rinnovabili possono avere un impatto<br />

positivo importante a livello economico per l’ente <strong>locale</strong> comunale, ma questo dovrebbe<br />

essere la risultante di una molteplicità di fattori come il risparmio, i costi sociali e ambientali,<br />

l’entrate da investimenti diretti nella produzione energetica rinnovabile e da servizi<br />

aggiuntivi, etc., e non il primo o l’unico obiettivo dell’ente <strong>locale</strong>. Il Comune dovrebbe<br />

innanzitutto conoscere le potenzialità e le opportunità energetiche del proprio territorio,<br />

utilizzare tutte le leve tutelandolo, migliorando la qualità dei servizi e della vita dei propri<br />

cittadini. Ora, le Linee guida dispongono che siano previste misure compensative adeguate,<br />

sebbene non monetarie, dirette ad attivare investimenti coerenti con gli interventi sostenuti<br />

sul territorio stesso. Questa misura mira a stimolare la pratica virtuosa nel considerare<br />

in modo integrato la comunità e il territorio, con i suoi bisogni, i suoi consumi complessivi<br />

e le sue potenzialità complessive in termini energetici, focalizzando sulla concomitanza di<br />

produzione ed incremento dell’efficienza energetica, stressando la componente di risparmio,<br />

e valorizzando al massimo la distribuzione e l’autonomia energetica, a partire dal patrimonio<br />

immobiliare pubblico. Molto deve e potrà essere fatto in questa direzione da parte degli enti<br />

locali nel prossimo futuro.<br />

L’installazione di impianti da fonti rinnovabili va avanti ed è fondamentale, ma va abbinata<br />

alla risorsa vera della nostra nazione che è l’efficientamento energetico degli edifici. L’Istituto<br />

Mondiale per l’<strong>Energia</strong> stima che entro il 2030 il 55% del recupero e risparmio di emissioni deriverà<br />

dall’efficientamento energetico degli edifici. Questo edificio dove siamo adesso, consuma<br />

circa 250 kW calorici a metro quadro. Se fosse efficientato con una serie di interventi che vanno<br />

dagli infissi all’impianto a pavimento, all’alimentazione di un certo tipo all’involucro/copertura,<br />

questo edificio potrebbe consumare 60-70 kW calorici a metro quadro. Siccome il 35% dell’energia<br />

è consumato da edifici come questo in Italia, se si riuscisse a ridurre questa incidenza di<br />

4 volte, si recupererebbe un 15-20% dell’energia consumata. Questo sarebbe un risparmio vero<br />

che metterebbe in azione una economia <strong>locale</strong>… (Flavio Morini, ANCI e Scansano).<br />

Una ricaduta per la quale si erano create grandi aspettative nei “territori del vento” e<br />

che invece oggi, a 15 anni dalle prime installazioni di parchi eolici commerciali, si ritiene<br />

sia ormai andata persa era quella relativa alla nascita di filiere industriali locali legate alla<br />

produzione di componenti e sistemi eolici.<br />

Da diversi anni abbiamo prodotto una serie di iniziative per sollecitare, sostenere e anche<br />

supportare la Regione su delle scelte che hanno consentito di realizzare una serie di progetti<br />

sul nostro territorio. In questo momento, queste iniziative si portano con sé i tanti problemi<br />

che sono stati evidenziati dalla stampa, dai mezzi di comunicazione. Un’idea del malaffare,<br />

consentirebbe all’ENI di salire solo a 104 mila. Ora, l’ENI ha chiesto di aumentare a 120-130 mila barili al giorno l’estrazione.<br />

Naturalmente, più barili si estraggono e più royalties finiscono nelle casse del Comune di Viggiano e della Regione (di recente,<br />

con una legge il governo le ha aumentate dal 7 al 10% del valore della produzione, per finanziare una sorta di petrocard riservata<br />

ai soli patentati della Basilicata), ma, almeno da parte della presidenza regionale, la richiesta non è tanto di più soldi, quanto di<br />

posti di lavoro (in Basilicata il tasso di disoccupazione medio è del 12%, ma tra i giovani è molto più alto). Oggi, il petrolio dà<br />

lavoro a 500 persone in Val d’Agri. Il numero potrebbe forse raddoppiare calcolando l’indotto, ma è chiaro che in questo settore<br />

l’aumento della produzione non corrispose ad un aumento degli occupati.<br />

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