Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti
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6. Gli elementi di criticità<br />
La rete e il dispacciamento<br />
Se da un lato, in virtù dei vantaggi legati allo sfruttamento delle fonti rinnovabili, la produzione<br />
elettro<strong>eolica</strong> gode della “priorità di dispacciamento”, dall’altro è comunque necessario che ciò avvenga<br />
nel rispetto del corretto funzionamento della rete, la cui gestione è affidata a TERNA che, nel<br />
contempo, si fa garante della sicurezza del sistema. In sostanza, la necessità di una massimizzazione<br />
del dispacciamento in rete dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili è una condizione necessaria<br />
per il raggiungimento degli obiettivi 2020, ma al momento deve fare i conti con le frequenti<br />
congestioni e criticità della rete elettrica esistente. Peraltro, le recenti imposizioni di limiti al dispacciamento<br />
(e, quindi, alla produzione) dell’energia <strong>eolica</strong> da parte del Gestore, attraverso ordini di<br />
dispacciamento impartiti ai produttori durante lo svolgersi del normale esercizio dell’impianto, sono<br />
prevalentemente dovuti alla carenza infrastrutturale delle reti elettriche che, nelle aree ventose del<br />
Centro-Sud e delle isole, presentano un basso grado di magliatura e di interconnessione, divenendo<br />
inadatte al sostentamento di fonti primarie non programmabili, quali l’eolico e il fotovoltaico.<br />
Le centrali eoliche, per quanto piccole, hanno comunque delle potenze significative ed è, quindi,<br />
sempre necessaria un’attenta valutazione sul possibile comportamento della rete elettrica <strong>locale</strong> soggetta<br />
all’immissione dell’energia (oltre tutto variabile nel tempo) prodotta da fonte <strong>eolica</strong>. Le centrali<br />
con potenza installata superiore ai 10 MW sono normalmente collegate ad una rete di trasmissione<br />
o distribuzione ad alta tensione. Oltre alla maggiore capacità di trasporto di energia, una tale rete è<br />
caratterizzata da una maggiore stabilità e, soprattutto, da una minore frequenza di interruzioni. Si<br />
possono riscontrare centinaia di interruzioni su una rete a media tensione, mentre quelle di una linea<br />
ad alta tensione sono nell’ordine della decina all’anno. Quest’ultimo fatto è di particolare importanza<br />
perché gli aerogeneratori, almeno fino ad oggi, sono stati fatti funzionare secondo una logica che<br />
si limita, da un lato, ad accettare in rete tutta la produzione <strong>eolica</strong> senza modulazioni e, dall’altro<br />
lato, a comandare l’immediato distacco dell’impianto eolico non appena si verifica un guasto non solo<br />
all’impianto stesso, ma anche sulla rete esterna. È evidente che, se gli aerogeneratori si fermano dopo<br />
ogni interruzione sulla rete, si hanno frequenti perdite di produzione elettrica, oltre che maggiori<br />
sollecitazioni strutturali sulle turbine stesse.<br />
“C’è un problema di portata e di gestione della portata, delle caratteristiche dell’energia da immettere<br />
nella rete che riguarda Terna e GSE. Ci danno delle indicazioni e può capitare, ad esempio, che la Sicilia<br />
entra in isola perché non ha più la connessione con il continente. La gestione della sicurezza della rete,<br />
tenerla stabile, evitare il black out, gestirla in modo corretto, vuol dire avere conoscenze, istante per<br />
istante, di chi sta apportando energia alla rete. E’ importante, perché se io immetto energia, ma poi<br />
non ho possibilità di esportarla, creo delle perturbazioni di rete che possono o non essere tollerate,<br />
gestite o non gestite. Più si è a conoscenza di ciò che sta accadendo, di chi sta apportando energia<br />
e con quali caratteristiche, e più si è nelle condizioni di poterla gestire. Nel momento in cui si creano<br />
delle condizioni di non tollerabilità dell’impianto, chi gestisce la rete ha priorità ed è giusto che sia così<br />
perché alla fine sono loro che devono garantire il funzionamento dell’intero sistema. Terna dà un ordine<br />
di dispacciamento per cui l’impianto deve essere limitato a un tot, non può produrre più di un tot.<br />
Questo avviene raramente e in zone diverse del paese. Dove la rete è interconnessa, come in continente,<br />
ha più possibilità di accettare e, quindi, succede molto di rado. Le isole, invece, hanno meno capacità<br />
di connessione e, quindi, di esportare, pertanto sono soggette ad un controllo più severo e agli ordini<br />
di dispacciamento. Sono anche territori dove l’eolico è molto presente” (Refrigeri, Enel Green Power).<br />
Le tematiche del dispacciamento e dei servizi di rete richiesti agli impianti eolici sono state oggetto<br />
di studi, norme e atti di regolamentazione da parte di diversi enti del settore. Attualmente, dal punto<br />
di vista tecnico, il riferimento nazionale è la norma CEI 11-32 (Allegato 6), recepita all’interno del<br />
Codice della Rete di TERNA (Allegato A17) nella sua versione modificata e approvata dall’AEEG. Essa<br />
si riferisce ai nuovi impianti sul territorio nazionale e riconosce che comunque eventuali riduzioni di<br />
potenza possano essere richieste in situazioni di criticità del sistema elettrico. * Tale misura, ad ogni<br />
modo, attribuisce ai produttori il carico e l’onere di far fronte all’incapacità della rete elettrica di<br />
accogliere l’immissione di energia elettrica proveniente da fonti non programmabili. Recentemente,<br />
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