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Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti

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2. La produzione<br />

di energia <strong>eolica</strong> in Italia<br />

Anche nel 2010 l’energia <strong>eolica</strong> istallata in Italia è cresciuta, raggiungendo 5.758 MW, ma,<br />

per la prima volta, questa crescita è stata rallentata, registrando un 16%, a fronte di un trend<br />

che si stava stabilizzando attorno al 30% 7 . Nel 2010, infatti, in Italia sono stati installati 948<br />

MW di energia <strong>eolica</strong>, contro i 1.160 del 2009 e i 1.055 del 2008. L’Italia è terza in Europa,<br />

dopo Germania e Spagna e sesta al mondo per capacità <strong>eolica</strong> installata. 8<br />

I 5.758 MW di eolico installato in Italia producono energia elettrica per quasi 8.500 GWh<br />

all’anno, pari al fabbisogno di circa 3,5 milioni di famiglie evitando di immettere in atmosfera<br />

circa 5 milioni di tonnellate di CO2. La parte del leone – per ragioni naturali: c’è vento 9<br />

– la fanno il Sud e le isole che da sole detengono il 98% della potenza installata e dove la<br />

maggior parte delle installazioni riguardano siti montani su crinale appenninico 10 . In Puglia<br />

7 L’andamento della crescita del settore eolico ha avuto un carattere quasi esponenziale ed ha assunto risultati significativi<br />

a partire dal 1996, anno in cui è stata realizzata la prima installazione di una centrale commerciale. Secondo l’Anev (l’associazione<br />

che rappresenta gli oltre 2 mila soggetti del comparto eolico), il rallentamento della crescita dell’eolico nel 2010 vede come<br />

causa principale il crollo del 40% del valore dei certificati verdi (cioè dell’incentivo), avvenuto in questi anni ad un ritmo del<br />

10% all’anno (a fine 2006 valeva 140 €/MWh, mentre a fine 2010 era a 80 €/MWh), scendendo nel 2010 sotto il livello minimo<br />

necessario a consentire la remuneratività degli investimenti.<br />

8 Secondo il Global Wind Energy Council, attualmente, con 194.400 MW di potenza installata (+35.800 MW, ovvero un +<br />

22,5% di incremento rispetto all’installato 2009), è quella <strong>eolica</strong> la fonte energetica da fonti rinnovabili meglio piazzata nella<br />

gara per sostituire i combustibili fossili. Il 2010 è stato l’anno del sorpasso degli Stati Uniti da parte della Cina che ha conquistato<br />

il primo posto assoluto per l’energia <strong>eolica</strong> installata, raggiungendo 42 mila MW, contro i 20 mila MW degli Stati Uniti. La<br />

rincorsa della Cina è stata straordinaria, se si pensa che in 2 anni ha annullato il ritardo e scavalcato gli Stati Uniti. A fine 2009<br />

la Cina era ancora ben distaccata, a soli 25 mila MW, mentre gli Stati Uniti svettavano a 35 mila. Dopo Cina e Stati Uniti viene<br />

l’India seguita dalla Germania (27 mila MW) e dalla Spagna (20 mila MW). Nel 2010 Francia (5,7 mila MW) e Gran Bretagna (5,2<br />

mila MW) hanno corso più dell’Italia.<br />

9 I siti più interessanti ai fini energetici sono quelli soggetti a venti forti e costanti. Soprattutto per le zone centrosettentrionali,<br />

non esiste una direzione di provenienza del vento prevalente in quanto la direzione predominante del vento varia<br />

da stazione a stazione anche quando queste sono poco distanti tra loro, oppure perché tutti gli otto settori si equivalgono.<br />

L’Italia meridionale, invece, presenta una ventosità molto alta con direzioni predominanti piuttosto nette, a seconda che ci si<br />

trovi nella fascia adriatica e ionica o nella fascia tirrenica. Di conseguenza, in Italia condizioni di elevata ventosità (dove si<br />

hanno più di 2.000 ore utili alla produzione di energia <strong>eolica</strong> nell’arco di un anno), sono disponibili sulle creste dell’Appennino<br />

centro-meridionale (soprattutto a cavallo tra le province di Campobasso, Foggia, Benevento, Avellino e Potenza) e sui rilievi<br />

delle isole maggiori, Sicilia e Sardegna.<br />

10 Questo anche se negli ultimi anni le turbine eoliche sono cresciute in dimensioni, potenza ed efficienza, anche con bassi<br />

regimi di vento, e dunque oggi si potrebbe pensare di sfruttare anche le aree pianeggianti. La localizzazione in contesti montani<br />

costituisce una rilevante peculiarità italiana rispetto ai paesi del Nord Europa, dove le applicazioni eoliche hanno interessato<br />

aree in genere pianeggianti, peculiarità che ha fra l’altro, generato non poche ripercussioni sul versante dell’impatto paesaggistico.<br />

L’alterazione del paesaggio è data non solo dalla presenza di macchine che negli ultimi anni hanno raggiunto potenze di<br />

2-3 MW con torri alte 90 metri, ma anche dalle strade di accesso che, se possono risultare comode agli agricoltori locali, rappresentano<br />

comunque una modificazione dei terreni. Nella valutazione complessiva degli impatti che tale tecnologia può provocare<br />

sul paesaggio, bisogna tener conto dei diversi impatti provocati sull’ecosistema e sul suolo nelle diverse fasi di costruzione,<br />

mantenimento e dismissione dell’impianto. Inoltre, spesso viene tralasciato l’aspetto della sua limitata occupazione temporale.<br />

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