Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti
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7. Impatto ambientale e paesaggistico<br />
gli elettrodotti di connessione alla rete, concorrono a determinare l’impatto sul territorio. Le<br />
strade di accesso, ad esempio, possono risultare comode agli agricoltori locali, ma rappresentano<br />
comunque una modifica dei terreni.<br />
Il vero impatto dell’eolico riguarda il progetto “a terra”. Chiaramente l’aspetto visivo è fondamentale<br />
e genera un nuovo orizzonte, però come si struttura il progetto a terra ha a che fare<br />
con l’acqua, con le divisioni catastali, con i campi, con la morfologia, con le frane…. Ho visto<br />
progetti ad elevato impatto: grandi sbancamenti, strade che non hanno nessuna coerenza con<br />
il territorio e così via. Alla fine, quelli sì che sono veramente dei lavori irreversibili, al contrario<br />
delle torri che prima o poi verranno smontate. Anche il fatto di saper lavorare sul territorio è<br />
una cosa che fanno veramente in pochi. Seguire le linee catastali, seguire le proprietà diventa<br />
quasi automatico, però vedo che non c’è molta attenzione sul fatto di sbancare, di rilevare, di<br />
modificare completamente la morfologia, piuttosto che allungare una strada preesistente o fare<br />
un progetto più accurato (Daniela Moderini, architetto del paesaggio).<br />
Noi ci preoccupiamo di un problema ambientale che è quello della perdita della superficie agricola,<br />
del suolo, a cui annettiamo una grande importanza non soltanto sul piano economico, ma<br />
anche su quello ambientale, per quanto riguarda le funzioni che il suolo assolve più in generale.<br />
Nella programmazione energetica noi non abbiamo costruito attraverso un piano, ma sono stati<br />
gli incentivi a guidare gli industriali nell’investimento nel settore. Nel caso di nuovi impianti la<br />
presenza in aree anche fragili sul piano economico determina delle conseguenze che non sono<br />
state soppesate. Noi dobbiamo fare attenzione a quello che è succede, perchè ho visto casi - ad<br />
esempio, a Volterra, nell’Alta Val di Cecina, in aree dove la forestale eleva contravvenzioni ai<br />
nostri agricoltori per il taglio irregolare di fustaie o di vecchi cedui -di sbancamenti che lasciano<br />
perplessi per l’assoluta mancanza di rispetto dei luoghi. C’è qualcosa che non va in questo e<br />
credo che questa sia stata la forza degli incentivi cha ha portato a delle situazioni che abbiamo<br />
anche denunciato. Ora, perché in questo paese, che coltiva una economia della qualità, non si<br />
debba pensare ad inserire in modo tecnologicamente più adeguato le torri, in un contesto economico<br />
diverso da quello dell’Olanda o della Germania. Noi, è vero che prendiamo a riferimento<br />
alcuni paesi, ma questi paesi con noi non spartiscono, almeno per quanto riguarda il sistema<br />
agroalimentare, le stesse caratteristiche di qualità. Nei settori dell’alta tecnologia il nostro paese<br />
molto spesso non è il riferimento, ma nell’alimentare credo che il made in Italy sia un valore<br />
che oggi esprime tante componenti immateriali. Se non toviamo il giusto equilibrio tra bellezza<br />
ed efficienza, alcune parti dei nostri settori economici non riescono a trovare quelle condizioni<br />
per poter poi esprimere i loro asset più profondi. Oggi, ad esempio, il vino ha bisogno di essere<br />
venduto in America in relazione all’idea che si ha di un certo paesaggio. Ma, se quel paesaggio<br />
diventa uguale a quello dell’Olanda o della Germania, non è più qualcosa di unico e irripetibile,<br />
come sono le nostre colline toscane, ad esempio (Stefano Masini, <strong>Coldiretti</strong>).<br />
Attraverso accorte scelte e tecniche progettuali paesaggistiche che permettono di controllare<br />
il valore della emergenza visiva 72 o della capacità di assorbimento visuale, impiegate<br />
come parametro e criteri di progetto, è possibile mitigare e mantenere basso il disturbo al<br />
paesaggio. Inserire le macchine in modo che la variazione di forma e di altezza non disturbi<br />
la lettura scenica del paesaggio può essere estremamente utile e funzionale. Deve essere per-<br />
72 L’emergenza visiva viene definita (Serecchia, 2008:235) come la variazione <strong>locale</strong> dell’altezza media degli oggetti visibili,<br />
dal punto di stazione su giro d’orizzonte di 360° compiuto in ciascuna delle direzioni dei 4 settori cardinali e comprendenti<br />
l’impianto in progetto, il tutto mediato con peso individuato sulla base degli sfondi, della illuminazione e delle condizioni<br />
meteorologiche prevalenti. Il punto di stazione è costituito da un punto di osservazione coincidente con un luogo scenicamente,<br />
naturalisticamente o socialmente importante dal punto di vista dell’interesse da salvaguardare. Così come è stata definita,<br />
l’emergenza visiva permette di valutare le modifiche tridimensionali provocate al paesaggio dall’inserimento di una centrale<br />
<strong>eolica</strong>.<br />
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