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Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti

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<strong>Energia</strong> <strong>eolica</strong> e <strong>sviluppo</strong> <strong>locale</strong><br />

Neg Micon, etc.) e arrivare successivamente alle macchine di grande taglia da 1 a 3 MW<br />

(Fuhrlander, REpower, GE Wind, Vestas, Gamesa, Enercon, Suzlon, Siemens Wind Power, Acciona,<br />

Ecotecnia e Nordex). Gli aerogeneratori attualmente realizzati in Italia, dopo la fine poco<br />

gloriosa di quelli progettati, costruiti e sperimentati all’inizio degli anni ’90, si collocano in<br />

tutte le fasce della tecnologia. Infatti, alle macchine di piccola taglia, da centinaia di watt<br />

sino a 20 kW, prodotte da società come Salini, Ropatec, Jonica Impianti, Enerclean, Terom,<br />

Badgir, BluMini Power, Windesign e Dealer Tecno, dalla metà degli anni 2000 se ne sono<br />

aggiunte altre di media e grande taglia prodotte da Vestas Italia (ex West/IWT) di Taranto,<br />

Gruppo Leitner di Vipiteno, Moncada Costruzioni di Agrigento.<br />

Inoltre, occorre considerare che le attività di installazione di aerogeneratori – dalla costruzione<br />

all’avviamento, sino alla fase di esercizio – richiedono molteplici interventi da parte<br />

di una serie di imprese coinvolte nell’assemblaggio della macchina e nella fornitura dei singoli<br />

componenti (generatore, moltiplicatore di giri, riduttore, torre, mozzo, impianti elettrici ed<br />

idraulici, lavorazioni metalliche, forniture industriali, sensori, etc.). Oltre alla realizzazione di<br />

tali componenti si deve ricordare l’insieme delle opere civili (strade, piazzole e scavi, edifici,<br />

fondazioni), le opere elettriche (cavi, quadri, trasformatori, sottostazioni), la realizzazione<br />

delle torri, i trasporti, nonché le apparecchiature di sollevamento e le gru.<br />

Se per la macchina intera, il sistema completo, credo che ormai sia troppo tardi, salvo casi<br />

del tutto eccezionali e di nicchia, invece la componentistica è un’area in cui le imprese italiane<br />

possono ancora giocare un ruolo molto interessante, perché in Italia c’è una importante<br />

componente di industria meccanica ed elettromeccanica. So che ci sono delle importanti realtà<br />

industriali italiane che fanno parte delle filiere industriali internazionali dei prodotti per le<br />

energie rinnovabili. Pertanto, non darei per persa la battaglia sul campo industriale. Certo, che<br />

bisognerebbe fare quello che prevedeva il Piano Industria 2015, mettendo insieme grandi, medie<br />

e piccole imprese, con università, centri di ricerca su alcuni grandi progetti obiettivo, dando<br />

una spinta allo <strong>sviluppo</strong> tecnologico del settore industriale. Questo, purtroppo, si è sfilacciato<br />

(Silvestrini, Kyoto Club).<br />

Secondo le stime Anev-UIL, negli ultimi anni in Italia il settore eolico ha creato 8.200 nuovi<br />

posti di lavoro diretti, mentre comprendendo l’indotto si arriva ad oltre 28mila. Inoltre, se si<br />

raggiungerà il potenziale nazionale di circa 16mila MW al 2020, in numero totale di addetti<br />

potrebbe salire ad oltre 67mila.<br />

Un primo ragionamento nel rapporto tra <strong>sviluppo</strong> <strong>locale</strong> ed energie rinnovabili, riguarda il<br />

mercato <strong>locale</strong> del lavoro. Per quanto riguarda la Puglia, sono tanti i professionisti che da 6-8-<br />

10anni lavorano quasi esclusivamente sulle fonti rinnovabili a vario livello. Poi, ci sono aziende<br />

che sono nate ad hoc: società che montano, assemblano, producono. C’è un movimento enorme<br />

che non saprei quantificare. Non so se qualcuno si è mai preso l’impegno di fare una specie di<br />

censimento, di quanti soggetti sono occupati dalla filiera diretta. Qui, secondo me, si superano<br />

tranquillamente le 10mila persone. Si parla sempre di aziende, operai, etc., però i professionisti<br />

sono una categoria che non nomina nessuno. Professionisti che operano sul mercato in qualità<br />

di lavoratori autonomi. Sono giovani laureati, o laureati da tempo, hanno un’età compresa<br />

tra i 25 ai 40anni, e che normalmente in questi territori non hanno nessuna possibilità professionale<br />

e che normalmente qui dovrebbe fare “le valigie”. Quindi, questo è un settore che<br />

può “tenere” sul territorio tantissimi professionisti, professionalità qualificate. Qui, in Fortore<br />

<strong>Energia</strong>, ad esempio, c’è un geologo che ha lavorato 4anni sulle piattaforme petrolifere in Africa,<br />

e che grazie a questa attività lavora a casa sua, in un settore che altrimenti non avrebbe<br />

spazio. Ci sono centinaia di persone che lavorano oggi su questi temi. Qui, in Fortore <strong>Energia</strong>,<br />

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