Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti
Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti
Energia eolica e sviluppo locale - Ambiente e Territorio - Coldiretti
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
3. La produzione di sistemi eolici in Italia<br />
di riparazione. Come tutte le macchine hanno la manutenzione ordinaria che viene fatta ogni<br />
sei mesi, preferibilmente nei periodi in cui c’è meno ventosità. Sono 1 o 2 giorni per macchina.<br />
Bisogna ingrassare la macchina e controllare gli apparati, i circuiti dell’olio. Va fatto un check,<br />
un po’ come il tagliando per le automobili. Le macchine sono controllate in remoto e qualsiasi<br />
anomalia all’interno della macchina viene segnalata in tempo reale. La macchina si mette in<br />
sicurezza da sola, si autogestisce, spegnendosi e mettendosi di taglio al vento, di modo che va<br />
in stallo, in attesa dell’intervento della manutenzione (Roberto Refrigeri, Enel Green Power).<br />
In Italia la fase dello <strong>sviluppo</strong> commerciale dell’eolico è partita in ritardo rispetto ad<br />
altri paesi europei come la Germania, la Danimarca o la Spagna (Pirazzi, 2008). 18 Di questo<br />
ritardo hanno sofferto anche le nascenti industrie di produzione di aerogeneratori e di<br />
componentistica (torri, quadri elettrici, motoriduttori, elettronica di potenza), che si sono<br />
trovate a competere con delle realtà industriali europee e americane ormai agguerrite e in<br />
rapida crescita. In questo senso, si può dire che da parte delle amministrazioni nazionali e<br />
regionali sono mancate delle scelte consapevoli di politica industriale in grado di promuovere<br />
lo <strong>sviluppo</strong> del comparto industriale, incrementando così i benefici economici per il territorio<br />
derivanti dalla diffusione delle rinnovabili. Emblematica in questo senso è l’esperienza della<br />
Spagna, dove lo sfruttamento del vento è stato condizionato da parte delle singole regioni<br />
al coinvolgimento dell’imprenditorialità e manodopera <strong>locale</strong>, tanto che ora questo paese è<br />
diventato un esportatore di tecnologia <strong>eolica</strong> in tutto il mondo.<br />
Sul rapporto tra <strong>sviluppo</strong> delle energie rinnovabili e <strong>sviluppo</strong> della filiera industriale a livello<br />
<strong>locale</strong>, forse l’esperienza di maggiore successo è quella fatta dagli spagnoli che 10-15 anni fa<br />
hanno promosso gli investimenti in parchi eolici, invitando ad investire anche negli impianti<br />
produttivi della filiera industriale. La Spagna ha creato una sua base industriale, grazie al fatto<br />
che le regioni hanno adottato delle politiche industriali favorevoli, in un momento in cui era<br />
possibile farlo. Ad esempio, la Gamesa è nata dalla Vestas e poi si è resa autonoma, cosa che<br />
non ha fatto da noi la IWT. Questo perchè da noi è mancata la logica della politica industriale.<br />
Oramai, il baricentro delle grandi tecnologie è tutto spostato sulla Cina e sull’India (Silvestrini,<br />
Kyoto Club).<br />
Lo <strong>sviluppo</strong> del mercato nazionale è iniziato dapprima con l’installazione di macchine da<br />
200-350 kW di produzione italiana mono e bipala (Riva Wind Turbines del Gruppo Riva Fire<br />
SpA e West, del gruppo Ansaldo), per continuare poi con la messa in servizio di aerogeneratori<br />
di media taglia da 500 a 850 kW dotati di rotore tripala (Vestas-IWT, Enercon, Bonus,<br />
18 Nel 1996, nelle province di Foggia e Benevento, sono state installate le prime centrali eoliche commerciali ad opera<br />
dell’Italian Vento Power (IVPC), una società privata costituita ad Avellino nel 1993, che ha avuto l’intuizione di utilizzare al<br />
meglio lo strumento legislativo del CIP 6/92, e le conoscenze di sitologia maturate dagli americani in California. Altre centrali<br />
eoliche sono state realizzate anche nella provincia di Avellino e sui crinali appenninici delle regioni circostanti. A queste prime<br />
iniziative ne sono seguite altre da parte di operatori come Edison Energie Speciali, ENEL Green Power, Sanseverino ed altri che,<br />
nel volgere di pochi anni, hanno permesso all’Italia – con circa 700 MW installati alla fine del 2001 – di conseguire il primo<br />
obiettivo del Libro Bianco sulle rinnovabili e di raggiungere la quarta posizione a livello europeo, la sesta a livello mondiale,<br />
in termini di potenza <strong>eolica</strong>. Negli ultimi 10 anni la progressione della potenza <strong>eolica</strong> installata è stata la seguente: 797 MW<br />
al 2002, 913 MW al 2003, 1.255 MW al 2004, 1.718 MW al 2005, 2.123 MW al 2006, 2.726 MW al 2007, 3.736 MW al 2008,<br />
4.849 MW al 2009, 5.758 MW al 2010. L’incremento della potenza <strong>eolica</strong> installata, nel contesto di un mercato della produzione<br />
elettrica liberalizzato ormai da più di 10 anni, riflette anche la crescita del numero di operatori elettrici specializzati nella progettazione<br />
e gestione di impianti eolici di grandi dimensioni. Il mercato è ancora molto frazionato tra una pluralità di operatori<br />
(alcuni controllati da grandi gruppi multinazionali del settore elettrico convenzionale) che hanno in media tra i 100 e i 400 MW<br />
di potenza installata (quindi, più parchi eolici ciascuno): il Gruppo IVPC, Enel Green Power, Edison Energie Speciali (EDENS), Fri-<br />
El, E.ON Italia, Moncada Energy Group, Asja <strong>Ambiente</strong> Abn Windenergy, Inergia, FERA-Fabbrica Energie Rinnovabili Alternative,<br />
AceaElectrabel Produzione, Lucky Wind, Veronagest, Tozzi Sud, IVPC Eolica, Gruppo ICQ, ERG Renew, Fortore <strong>Energia</strong>, Gruppo<br />
Gamesa, Sorgenia, Api Nova <strong>Energia</strong>, GE Energy. La stretta creditizia sta consolidando la presenza delle maggiori compagnie<br />
energetiche a spese dei produttori indipendenti di minori dimensioni che, in alcuni casi, hanno dovuto cedere parte delle proprie<br />
attività.<br />
27