Note di Analisi Matematica 2 - Esercizi e Dispense - Università degli ...
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8. EQUAZIONI DIFFERENZIALI ORDINARIE<br />
Dimostrazione.<br />
Consideriamo η = y + y. Si ha<br />
L(η) = L(y + y)<br />
applicando la linearità <strong>di</strong> L<br />
= L(y) + L(y)<br />
ma L(y) = 0 e L(y) = b(x)<br />
= b(x)<br />
Quin<strong>di</strong> η è soluzione dell’equazione <strong>di</strong>fferenziale L(y) = b(x).<br />
Supponiamo che y ∗ sia un altro integrale particolare <strong>di</strong>verso da y, per l’equazione non<br />
omogenea, L(y ∗ ) = b(x), allora y ∗ = y ∗ − y risulta un integrale dell’omogenea associata, in<br />
quanto<br />
L(y ∗ ) = L(y ∗ − y) = L(y ∗ ) − L(y) = b(x) − b(x) = 0<br />
Quin<strong>di</strong> y ∗ si può scrivere come combinazione lineare <strong>di</strong> un sistema fondamentale <strong>di</strong> integrali<br />
dell’equazione omogenea, tramite dei coefficienti c 1 , c 2 , . . . , c n . Perciò y ∗ = y ∗ + y rientra come<br />
caso particolare (perchè y ∗ è caratterizzato da specifici coefficienti) dell’integrale generale<br />
η = y + y, cioè η = y + y è l’unico modo per rappresentare l’integrale generale dell’equazione<br />
non omogenea. ✔<br />
Quin<strong>di</strong> l’integrale generale dell’equazione <strong>di</strong>fferenziale L(y) = b(x), conoscendo n integrali<br />
linearmente in<strong>di</strong>pendenti dell’equazione omogenea associata, e un integrale particolare y<br />
della non omogenea, è dato da dato da<br />
y = c 1 y 1 + c 2 y 2 + . . . , c n y n + y<br />
8.11 Equazioni lineari a coefficienti costanti<br />
Data l’equazione <strong>di</strong>fferenziale<br />
y (n) + a n−1 (x)y (n−1) + . . . + a 1 (x)y ′ + a 0 (x)y = b(x)<br />
se a 0 (x) ≡ a 0 , a 1 (x) ≡ a 1 , . . . , a n−1 (x) = a n−1 , tutte le funzioni sono costanti in x, allora<br />
l’equazione <strong>di</strong>fferenziale prende il nome <strong>di</strong> equazione <strong>di</strong>fferenziale a coefficienti costanti:<br />
y (n) + a n−1 y (n−1) + . . . + a 1 y ′ + a 0 y = b(x)<br />
Per trovare l’integrale generale dell’equazione lineare a coefficienti costanti, si considera<br />
la cosiddetta equazione caratteristica, che si ricava dall’equazione <strong>di</strong>fferenziale omogenea<br />
associata, sostituendo alle derivate della funzione incognita le potenze della variabile z:<br />
P (z) = z n + a n−1 z n−1 + . . . + a 1 z + a 0 = 0<br />
Quin<strong>di</strong> a y (n) sostituiamo z n , a y (n−1) sostituiamo z n−1 m fino ad arrivare a y che sostituiamo<br />
con z 0 = 1. Il polinomio P (z) prende il nome <strong>di</strong> polimonio caratteristico. Si cercano le ra<strong>di</strong>ci<br />
del polinomio caratteristico, cioè i valori <strong>di</strong> z per cui P (z) = 0 e da queste ra<strong>di</strong>ci è possibile<br />
risalire (vedremo ora in che modo) all’integrale generale dell’equazione <strong>di</strong>fferenziale lineare<br />
omogenea. Occorre poi trovare un integrale particolare per l’equazione non omogenea.<br />
Ricor<strong>di</strong>amo che un polinomio <strong>di</strong> grado n ammette n ra<strong>di</strong>ci: queste ra<strong>di</strong>ci possono essere<br />
reali o complesse, e possono essere con molteplicità semplice o <strong>di</strong> un certo grado, ma tali<br />
che la somma dei gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> ciascuna ra<strong>di</strong>ce <strong>di</strong>a il grado del polinomio. Ve<strong>di</strong>amo dei semplici<br />
esempi.<br />
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