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Rapporto rifiuti speciali 2010 - Ispra

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tonnellate). Ciò è dovuto alla rilevante<br />

produzione, da parte dei suddetti settori,<br />

di <strong>rifiuti</strong> non direttamente connessi<br />

ai cicli di produzione, tra cui, in particolar<br />

modo, i <strong>rifiuti</strong> da processi di bonifica<br />

dei siti industriali.<br />

I dati relativi ai soli <strong>rifiuti</strong> non pericolosi<br />

che, analogamente a quanto visto<br />

nel caso dell’analisi effettuata per attività<br />

economica, riflettono da vicino<br />

il dato della produzione complessiva,<br />

mostrano, nel 2008, un peso percentuale<br />

pari a quasi il 43,1% per i <strong>rifiuti</strong><br />

del capitolo 17 ed al 21,2% circa per<br />

quelli del capitolo 19. I codici del capitolo<br />

10 rappresentano l’8,5% circa<br />

della produzione e quelli del capitolo<br />

2, il 6,8% (Figura 1.12).<br />

Figura 1.12 - Ripartizione percentuale della produzione dei <strong>rifiuti</strong> <strong>speciali</strong> non pericolosi per capitolo dell’elenco europeo dei <strong>rifiuti</strong>, anni 2007-2008<br />

Percentuale (%)<br />

50<br />

45<br />

40<br />

35<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

4,5<br />

3,0<br />

6,9<br />

6,8<br />

2,4<br />

2,1<br />

0,7<br />

0,7<br />

0,03<br />

0,03<br />

0,7<br />

0,6<br />

0,4<br />

0,5<br />

0,7<br />

0,6<br />

0,003<br />

0,2<br />

9,3<br />

8,5<br />

0,1<br />

0,3<br />

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20<br />

4,3<br />

3,9<br />

3,8<br />

3,7<br />

3,2<br />

2,4<br />

42,5<br />

43,1<br />

0,005<br />

0,007<br />

18,1<br />

21,2<br />

2,3<br />

2,5<br />

LA PRODUZIONE DEI RIFIUTI SPECIALI<br />

2007 2008<br />

Fonte: ISPRA<br />

Per quanto riguarda i <strong>rifiuti</strong> pericolosi,<br />

quasi il 44% della produzione dell’anno<br />

2008 è attribuibile al capitolo<br />

19 dell’elenco europeo (Figura 1.13).<br />

In particolare, quasi 3,5 milioni di tonnellate,<br />

su un totale di poco meno di<br />

5 milioni di tonnellate di <strong>rifiuti</strong> pericolosi<br />

afferenti a tale capitolo, si riferiscono,<br />

come già precedentemente rilevato,<br />

al codice CER 191307 che individua<br />

i <strong>rifiuti</strong> liquidi acquosi prodotti<br />

dalle operazioni di risanamento<br />

delle acque di falda, contenenti sostanze<br />

pericolose.<br />

Una percentuale pari al 17,3% della<br />

produzione complessiva degli RS pericolosi<br />

è rappresentata, invece, dal capitolo<br />

16 dell’elenco europeo dei <strong>rifiuti</strong>,<br />

che comprende il codice 160104 relativo<br />

ai veicoli fuori uso radiati dal<br />

Pubblico Registro Automobilistico<br />

per demolizione. Il quantitativo di quest’ultima<br />

tipologia di <strong>rifiuti</strong>, prodotto<br />

nell’anno 2008, è quantificabile in circa<br />

1,2 milioni di tonnellate.<br />

Nel caso dei <strong>rifiuti</strong> pericolosi risulta<br />

meno trascurabile il contributo dei <strong>rifiuti</strong><br />

afferenti ai capitoli 05, 06 e 07<br />

che rappresentano, nel loro insieme,<br />

una percentuale pari al 9,6% circa del<br />

totale prodotto. Il quantitativo di <strong>rifiuti</strong><br />

pericolosi rientranti in questi capitoli<br />

è pari, nel 2008, a quasi 1,1 milioni<br />

di tonnellate, che costituiscono il<br />

25,7% circa del totale dei <strong>rifiuti</strong> pericolosi<br />

prodotti dal settore dell’industria<br />

chimica.<br />

I <strong>rifiuti</strong> pericolosi del capitolo 17 si attestano,<br />

nel 2008, al 7,3% del totale<br />

prodotto mentre quelli dei capitoli 10,<br />

12 e 13 si collocano a percentuali pari,<br />

rispettivamente, al 5%, 4,6% e<br />

5,2%.<br />

Analizzando la ripartizione del dato di<br />

produzione dei <strong>rifiuti</strong> <strong>speciali</strong> tra <strong>rifiuti</strong><br />

pericolosi e non pericolosi (Figura<br />

1.14) si può rilevare come, con riferimento<br />

all’anno 2008, l’incidenza dei<br />

primi, fatta eccezione per qui capitoli<br />

costituiti interamente da codici CER<br />

pericolosi (13 e 14), sia superiore al<br />

50% per le voci 18 (<strong>rifiuti</strong> sanitari, circa<br />

il 95%), 05 (<strong>rifiuti</strong> della raffinazione<br />

del petrolio, purificazione del gas<br />

e trattamento pirolitico del carbone,<br />

circa il 69%) e 07 (<strong>rifiuti</strong> dei processi<br />

chimici organici, poco meno del<br />

61%), mentre sia quasi nulla per i <strong>rifiuti</strong><br />

afferenti ai capitoli da 01 a 04 (attività<br />

estrattive, agricoltura e industria<br />

agroalimentare, lavorazione del legno<br />

ed industria tessile e conciaria).<br />

Per il settore sanitario va, tuttavia, rilevato<br />

che, ai sensi della normativa vigente,<br />

non devono essere dichiarati i<br />

quantitativi di <strong>rifiuti</strong> non pericolosi annualmente<br />

prodotti; inoltre, il DPR<br />

254/2003, ha assimilato ai <strong>rifiuti</strong> urbani<br />

diverse tipologie di <strong>rifiuti</strong> generate<br />

da questo settore (si veda, al riguardo,<br />

l’elenco di cui all’allegato I del suddetto<br />

DPR). Per tali ragioni il dato<br />

MUD è quasi esclusivamente rappresentato<br />

dalla quota relativa ai <strong>rifiuti</strong><br />

pericolosi.<br />

19

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