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Rapporto rifiuti speciali 2010 - Ispra

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questo paragrafo è rappresentato dalla<br />

definizione di incenerimento e di<br />

coincenerimento stabilita dalla direttiva<br />

2000/76/CE sull’incenerimento<br />

dei <strong>rifiuti</strong> 1 , recepita nell’ordinamento<br />

italiano con il D.Lgs. n. 133/2005 2 .<br />

Inoltre, si è fatto riferimento ad alcune<br />

sentenze della Corte di Giustizia<br />

Europea 3 che riguardano, oltre ad altri<br />

aspetti connessi al trattamento termico<br />

dei <strong>rifiuti</strong>, anche la questione relativa<br />

alla definizione di impianto di<br />

incenerimento e di coincenerimento e<br />

contengono alcuni principi di riferimento<br />

utili ad una corretta distinzione<br />

tra le due tipologie impiantistiche.<br />

Di seguito si riportano alcuni degli elementi<br />

conoscitivi utilizzati per la classificazione<br />

degli impianti descritti nel<br />

presente paragrafo:<br />

a) il contesto produttivo in cui è inserito<br />

l’impianto che produce/recupera<br />

l’energia e/o il calore;<br />

b) la funzione dell’impianto, ovvero,<br />

se il processo produttivo nel suo<br />

complesso o se l’utilizzazione di <strong>rifiuti</strong>,<br />

ha come finalità principale la<br />

produzione di materiali sottoforma<br />

solida (es. la produzione di leganti<br />

idraulici nei cementifici) o gassosa<br />

(es. processi di gassificazione o pirolisi<br />

con produzione di gas derivati);<br />

c) l’inserimento dell’impianto nell’ambito<br />

della pianificazione territoriale<br />

in materia di <strong>rifiuti</strong>.<br />

d) la produzione di energia, anche se<br />

questa non costituisce un elemento<br />

sufficiente a distinguere di per sé,<br />

un impianto di incenerimento da<br />

uno di coincenerimento; infatti, per<br />

entrambe le tipologie impiantistiche<br />

è previsto il recupero di calore dal<br />

processo termico.<br />

Va segnalato, infine, che non tutti gli<br />

impianti censiti nel presente paragrafo<br />

rientrano nel campo d’applicazione<br />

della direttiva 2000/76/CE, sono<br />

esclusi, infatti, dal regime previsto dalla<br />

direttiva;<br />

“a) gli impianti che trattano esclusivamente<br />

una o più categorie dei seguenti<br />

<strong>rifiuti</strong>:<br />

1) <strong>rifiuti</strong> vegetali derivanti da attività<br />

agricole e forestali;<br />

2) <strong>rifiuti</strong> vegetali derivati dalle industrie<br />

alimentari di trasformazione, se l'energia<br />

termica generata è recuperata;<br />

3) <strong>rifiuti</strong> vegetali fibrosi derivanti<br />

dalla produzione della pasta di carta<br />

grezza e dalla relativa produzione di<br />

carta, se il processo di coincenerimento<br />

viene effettuato sul luogo di produzione<br />

e l'energia termica generata è<br />

recuperata;<br />

4) <strong>rifiuti</strong> di legno ad eccezione di quelli<br />

che possono contenere composti organici<br />

alogenati o metalli pesanti o<br />

quelli classificati pericolosi ai sensi<br />

dell'articolo 2, comma 1, lettera b), a<br />

seguito di un trattamento protettivo o<br />

di rivestimento; rientrano in particolare<br />

in tale eccezione i <strong>rifiuti</strong> di legno<br />

di questo genere derivanti dai <strong>rifiuti</strong><br />

edilizi e di demolizione;<br />

5) <strong>rifiuti</strong> di sughero;<br />

6) <strong>rifiuti</strong> radioattivi;<br />

7) corpi interi o parti di animali, non<br />

destinati al consumo umano, ivi compresi<br />

gli ovuli, gli embrioni e lo sperma,<br />

di cui all'articolo 2, comma 1, lettera<br />

a), del regolamento (Ce) n.<br />

1774/2002. Rimangono assoggettati al<br />

presente decreto gli impianti che trattano<br />

prodotti di origine animale, compresi<br />

i prodotti trasformati, di cui al<br />

regolamento (Ce) n. 1774/2002;<br />

8) <strong>rifiuti</strong> derivanti dalla prospezione e<br />

dallo sfruttamento delle risorse petrolifere<br />

e di gas negli impianti offshore<br />

e inceneriti a bordo di questi ultimi;<br />

b) impianti sperimentali utilizzati a fini<br />

di ricerca, sviluppo e sperimentazione<br />

per migliorare il processo di incenerimento<br />

che trattano meno di 50<br />

tonnellate di <strong>rifiuti</strong> all'anno.” 4<br />

Nelle tabelle presentate dell’Appendice<br />

1, gli impianti sono stati classificati<br />

secondo quattro tipologie differenti;<br />

1. inceneritori, impianti che effettuano<br />

il trattamento termico di <strong>rifiuti</strong><br />

con o senza il recupero energetico<br />

dell’energia (calore) residuata dal<br />

processo;<br />

2. coinceneritori, impianti che utilizzano<br />

i <strong>rifiuti</strong> in parziale sostituzione<br />

dei combustibili tradizionali e la<br />

cui attività principale è la produzione<br />

di materia, energia elettrica o calore;<br />

3. motori endotermici, tipicamente<br />

motori funzionanti a biogas generato<br />

da <strong>rifiuti</strong> e/o biomasse (da discarica<br />

o da digestione anaerobica di <strong>rifiuti</strong><br />

e/o biomasse);<br />

4. caldaie, ovvero impianti di piccola<br />

potenza termica che utilizzano tipicamente<br />

i <strong>rifiuti</strong> che residuano dal<br />

ciclo produttivo per il recupero di<br />

energia termica (calore), funzionale<br />

al processo produttivo stesso.<br />

I dati e le informazioni sono derivate<br />

da fonti differenti; in particolare dalle<br />

dichiarazioni MUD presentate dai<br />

gestori degli impianti alle CCIAA 5 e<br />

da questionari, predisposti da ISPRA,<br />

e compilati dalle competenti strutture<br />

territoriali in materia di <strong>rifiuti</strong> (ARPA,<br />

APPA, Amministrazioni regionali e<br />

provinciali).<br />

Infine, nelle tabelle che seguono, in<br />

coerenza con quanto detto in precedenza,<br />

e al fine di delineare un quadro<br />

impiantistico esaustivo dell’incenerimento<br />

e coincenerimento dei <strong>rifiuti</strong><br />

in Italia, sono considerati anche i<br />

quantitativi di <strong>rifiuti</strong> di provenienza urbana<br />

(<strong>rifiuti</strong> urbani, frazione secca, imballaggi<br />

e CDR) trattati in impianti dedicati<br />

al trattamento di RU e CDR censiti<br />

nei precedenti Rapporti ISPRA sui<br />

<strong>rifiuti</strong> urbani.<br />

2.3.2 L’incenerimento dei <strong>rifiuti</strong> in<br />

Italia nel biennio 2007 - 2008<br />

I quantitativi totali (<strong>rifiuti</strong> urbani e <strong>rifiuti</strong><br />

industriali) di <strong>rifiuti</strong> avviati ad incenerimento<br />

e coincenerimento, nel<br />

biennio 2007-2008, si sono mantenuti<br />

abbastanza costanti, facendo registrare<br />

un aumento del 2,7%, corrispondente<br />

a quasi 202mila tonnellate; anche<br />

il rapporto tra <strong>rifiuti</strong> <strong>speciali</strong> e <strong>rifiuti</strong><br />

urbani non presenta significative<br />

variazioni, mantenendosi tra il 44,6 del<br />

2007 e il 43,3% del 2008.<br />

Per quanto riguarda i soli <strong>rifiuti</strong> <strong>speciali</strong><br />

avviati ad incenerimento e coincenerimento<br />

sia in impianti dedicati<br />

che in impianti industriali, il quantitativo<br />

trattato nel biennio 2007-2008, è<br />

abbastanza costante, si osserva una<br />

flessione poco significativa di -0,2%<br />

che corrisponde a poco più di 7mila<br />

tonnellate.<br />

Anche il rapporto quantitativo tra <strong>rifiuti</strong><br />

<strong>speciali</strong> pericolosi e non pericolosi<br />

non subisce, nel biennio<br />

2007/2008, variazioni significative. I<br />

<strong>rifiuti</strong> <strong>speciali</strong> pericolosi nel 2007 costituivano<br />

il 18,3% del totale dei <strong>rifiuti</strong><br />

<strong>speciali</strong> inceneriti, mentre nel 2008<br />

subiscono una leggera flessione raggiungendo<br />

il 17,7%; corrispondentemente<br />

i <strong>rifiuti</strong> <strong>speciali</strong> non pericolosi<br />

passano dal 81,7% del totale nel 2007<br />

all’ 82,3% nel 2008.<br />

In termini assoluti i <strong>rifiuti</strong> <strong>speciali</strong> pericolosi<br />

inceneriti nel 2007 ammontano<br />

a poco meno di 613mila tonnella-<br />

GESTIONE RIFIUTI SPECIALI<br />

1 Direttiva 2000/76/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 dicembre 2000, sull’incenerimento dei <strong>rifiuti</strong>.<br />

2 D.Lgs 11 maggio 2005, n. 133 (Attuazione della direttiva 2000/76/CE in materia di incenerimento dei <strong>rifiuti</strong>.<br />

3 Sentenza CGE 11 settembre 2008, causa C-251/07. Sentenza CGE 4 dicembre 2008, causa C-317/07.<br />

4 Art. 2 prg. 2 della direttiva 2000/76/CE, recepito nell’ordinamento italiano con l’art. 3 del DLgs 133/2005.<br />

5 Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura.<br />

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