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Rapporto rifiuti speciali 2010 - Ispra

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LA PRODUZIONE DEI RIFIUTI SPECIALI<br />

Figura 1.21 - Ripartizione percentuale, su scala regionale, della produzione degli RS non pericolosi per gruppi di capitoli dell’elenco europeo dei <strong>rifiuti</strong>, anno 2008<br />

100%<br />

80%<br />

60%<br />

Percentuale<br />

40%<br />

20%<br />

0%<br />

Piemonte<br />

Valle d'Aosta<br />

Lombardia<br />

Trentino Alto Adige<br />

Veneto<br />

Friuli Venezia Giulia<br />

Liguria<br />

Emilia Romagna<br />

Toscana<br />

Umbria<br />

Marche<br />

Lazio<br />

Abruzzo<br />

Molise<br />

Campania<br />

Puglia<br />

Basilicata<br />

Calabria<br />

Sicilia<br />

Sardegna<br />

05-09, 13, 14 10-12 15-16 19 altro<br />

Fonte: ISPRA<br />

30<br />

si osservano valori pari rispettivamente,<br />

al 51,4% ed al 48,4%. Un sostanziale<br />

contributo al dato di produzione<br />

del capitolo 19 è, in genere, dato<br />

dai <strong>rifiuti</strong> liquidi acquosi prodotti<br />

dalle operazioni di risanamento delle<br />

acque di falda condotte nell’ambito<br />

delle attività di bonifica di siti industriali.<br />

Per le regioni Valle d’Aosta e Puglia<br />

ed, in minor misura, Lombardia, Umbria<br />

e Basilicata, un rilevante contributo<br />

alla produzione dei <strong>rifiuti</strong> non pericolosi<br />

è dato dai capitoli 10, 11 e 12.<br />

Per la prima, in particolare, tali <strong>rifiuti</strong><br />

incidono sul dato complessivo, per<br />

circa il 62,8%.<br />

Nella regione Molise, infine, si rileva<br />

che quasi il 60% del totale dei <strong>rifiuti</strong><br />

non pericolosi prodotti nel 2008 rientra<br />

nella voce altro di Figura 1.21. Si<br />

tratta, in prevalenza, di <strong>rifiuti</strong> relativi<br />

al capitolo 02 dell’Elenco europeo (<strong>rifiuti</strong><br />

prodotti da agricoltura, orticoltura,<br />

acquacoltura, selvicoltura, caccia e<br />

pesca e trattamento e preparazione di<br />

alimenti) ovvero di <strong>rifiuti</strong> la cui produzione<br />

è spesso non dichiarata attraverso<br />

il MUD, in quanto generati da<br />

imprese esentate dall’obbligo di dichiarazione.<br />

L’analisi dei dati sulla produzione<br />

dei <strong>rifiuti</strong> pericolosi mostra una<br />

maggiore incidenza, rispetto ai non<br />

pericolosi, dei <strong>rifiuti</strong> appartenenti ai<br />

capitoli 15 e 16 (Figura 1.22) che<br />

comprendono i veicoli a fine vita avviati<br />

a demolizione (CER 160104).<br />

Nel caso della Basilicata tali <strong>rifiuti</strong><br />

incidono, nel 2008, per più del 55%<br />

sul dato complessivo di produzione<br />

dei <strong>rifiuti</strong> pericolosi, mentre per<br />

Campania e Marche si osservano<br />

percentuali pari rispettivamente al<br />

53,3% e 50,3%.<br />

I <strong>rifiuti</strong> pericolosi classificati con i codici<br />

dei capitoli da 05 a 09 e con quelli<br />

dei capitoli 13 e 14 rappresentano<br />

circa il 41% della produzione di Liguria<br />

e Molise ed i <strong>rifiuti</strong> afferenti ai capitoli<br />

da 10 a 12 quasi il 48% dell’intera<br />

produzione degli RS pericolosi<br />

della regione Valle d’Aosta.<br />

Il capitolo 19 comprende, invece,<br />

quasi il 91% del totale dei <strong>rifiuti</strong> pericolosi<br />

generati dalla regione Sicilia.<br />

Per quest’ultima, come precedentemente<br />

rilevato, incide in maniera rilevante<br />

(circa 3,2 milioni di tonnellate)<br />

il codice pericoloso 191307, afferente<br />

ai <strong>rifiuti</strong> liquidi acquosi ed ai concentrati<br />

acquosi prodotti dalle opera-

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