Rapporto rifiuti speciali 2010 - Ispra
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GESTIONE RIFIUTI SPECIALI<br />
te, mentre nel 2008 sono pari a<br />
592mila tonnellate; i <strong>rifiuti</strong> <strong>speciali</strong><br />
non pericolosi, che nel 2007 ammontano<br />
a poco meno di 2milioni e<br />
736mila tonnellate, raggiungono, nel<br />
2008, i 2milioni e749mila tonnellate.<br />
Il quadro regionale (tabella 2.14 e figure<br />
2.17 e 2.18) relativo all’anno<br />
2007, evidenzia che la maggior parte<br />
dei <strong>rifiuti</strong> (86,2%) è trattato in sole otto<br />
Regioni: la Lombardia con oltre 3,1<br />
milioni di tonnellate (41,4%), l’Emilia<br />
Romagna con circa 1,2 milioni di<br />
tonnellate (15,9%), il Veneto con quasi<br />
534mila tonnellate (7,1%), il Friuli<br />
Venezia Giulia con 455mila tonnellate<br />
(6,1%), il Piemonte con circa<br />
363mila tonnellate (4,8%), la Toscana<br />
con poco più di 321mila tonnellate<br />
(4,3%), il Lazio con quasi 261mila<br />
tonnellate (3,5%) ed infine, la Puglia<br />
con poco meno di 243mila tonnellate<br />
(3,2%).<br />
La ripartizione territoriale dei quantitativi<br />
trattati, essendo in stretto rapporto<br />
con la distribuzione degli impianti,<br />
non cambia in modo sostanziale se si<br />
considerano solamente i <strong>rifiuti</strong> <strong>speciali</strong>.<br />
Infatti, le regione che tratta la maggior<br />
parte dei <strong>rifiuti</strong> è ancora una volta<br />
la Lombardia, con oltre 1,1 milioni<br />
di tonnellate (33%) di cui oltre 185mila<br />
tonnellate (30,2%) di <strong>rifiuti</strong> pericolosi.<br />
Seguono l’Emilia Romagna con<br />
un quantitativo di poco superiore a<br />
542mila tonnellate (16,2%) di cui<br />
139mila tonnellate di <strong>rifiuti</strong> pericolosi<br />
(22,6%), il Veneto con 319mila tonnellate<br />
(9,5%) di cui 82mila tonnellate<br />
di <strong>rifiuti</strong> pericolosi (13,4%), il<br />
Friuli Venezia Giulia con quasi<br />
316mila tonnellate (9,4%) di cui oltre<br />
26mila tonnellate di <strong>rifiuti</strong> pericolosi<br />
(4,3%), il Piemonte con 222mila tonnellate<br />
(6,6%) di <strong>rifiuti</strong> non pericolosi,<br />
la Puglia con 135mila tonnellate<br />
(4%) di cui oltre 26mila tonnellate di<br />
<strong>rifiuti</strong> pericolosi (4,3%) ed, infine,<br />
l’Umbria con oltre 118mila tonnellate<br />
di <strong>rifiuti</strong> non pericolosi. Altre due<br />
Regioni, la Basilicata e l’Abruzzo,<br />
trattano quantità significative di <strong>rifiuti</strong><br />
pericolosi; rispettivamente, la prima<br />
28mila tonnellate corrispondenti ad<br />
una percentuale del 5,5%, la seconda,<br />
oltre 28mila tonnellate corrispondenti<br />
al 4,6% del totale dei <strong>rifiuti</strong> pericolosi<br />
trattati.<br />
Il quadro regionale (tabella 2.15 e figure<br />
2.19 e 2.20), relativo all’anno<br />
2008, non mostra significative differenze.<br />
Le Regioni che trattano la<br />
maggior parte dei <strong>rifiuti</strong> sono, in ordine:<br />
la Lombardia con quasi 3,4 milioni<br />
di tonnellate (43,7%), l’Emilia Romagna<br />
con 1,2 milioni di tonnellate<br />
(15,9%), il Veneto con quasi 507mila<br />
tonnellate (6,6%), il Piemonte con circa<br />
402mila tonnellate (5,2%), il Friuli<br />
Venezia Giulia con oltre 349mila<br />
tonnellate (4,5%), la Toscana con<br />
quasi 306mila tonnellate (4%),il Lazio<br />
con oltre 285mila tonnellate (3,7%)<br />
ed, infine, la Puglia con quasi 275mila<br />
tonnellate (3,6%).<br />
In analogia all’anno 2007, la ripartizione<br />
territoriale dei quantitativi trattati<br />
nel 2008, essendo correlata con la<br />
distribuzione degli impianti, non cambia<br />
in modo sostanziale se si considerano<br />
esclusivamente i <strong>rifiuti</strong> <strong>speciali</strong>.<br />
Infatti, le Regioni che trattano la<br />
maggior parte dei <strong>rifiuti</strong> sono ancora<br />
una volta: la Lombardia con oltre 1,2<br />
milioni di tonnellate (35,8%) di cui oltre<br />
185mila tonnellate (31,3%) di <strong>rifiuti</strong><br />
pericolosi, l’Emilia Romagna<br />
con un quantitativo di poco superiore<br />
a 502mila tonnellate (15%) di cui quasi<br />
139mila tonnellate di <strong>rifiuti</strong> pericolosi<br />
(23,5%), il Veneto con oltre<br />
292mila tonnellate (8,8%) di cui<br />
73mila tonnellate di <strong>rifiuti</strong> <strong>speciali</strong> pericolosi<br />
(12,3%), il Piemonte con oltre<br />
289mila tonnellate (8,7%) di <strong>rifiuti</strong><br />
non pericolosi, il Friuli Venezia Giulia<br />
con poco più di 203mila tonnellate<br />
(6,1%) di cui oltre 25mila tonnellate<br />
di <strong>rifiuti</strong> pericolosi (4,3%), la Puglia<br />
con un quantitativo di poco superiore<br />
a 167mila tonnellate (5%) di cui quasi<br />
28mila tonnellate di <strong>rifiuti</strong> pericolosi<br />
(4,7%) ed, infine, l’Umbria con<br />
oltre 107mila tonnellate di <strong>rifiuti</strong> non<br />
pericolosi. L’Abruzzo e la Basilicata<br />
trattano quantità significative di <strong>rifiuti</strong><br />
pericolosi; rispettivamente, la prima<br />
quasi 31mila tonnellate, corrispondenti<br />
ad una percentuale del 5,2%, la seconda,<br />
quasi 21mila tonnellate corrispondenti<br />
al 3,5% del totale dei <strong>rifiuti</strong><br />
pericolosi trattati.<br />
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