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Lunedì 129

SECONDA LETTURA

Dai «Trattati sui salmi» di sant’Ilario di Poitiers, vescovo

(Sal 132; PLS 1, 244-245)

Tutti i credenti

avevano un cuor solo e un’anima sola

«Ecco quanto è buono e quanto è soave che i

fratelli vivano insieme!» (Sal 132, 1), perché quando

vivono insieme, fraternamente, si riuniscono nell’assemblea

della Chiesa, si sentono concordi nella carità

e in un solo volere.

Leggiamo che agli albori della predicazione apostolica

questo grande precetto era molto sentito e

praticato. Si dice infatti: «La moltitudine di coloro

che erano venuti alla fede aveva un cuor solo e

un’anima sola» (At 4, 32). In realtà ben si conviene

al popolo di Dio sentirsi fratelli sotto un unico

Padre, sentirsi una cosa sola in un medesimo Spirito,

vivere concordi nella stessa casa ed essere

membra vive di uno stesso corpo.

È davvero bello e soave abitare insieme come

fratelli. Il profeta presenta il paragone di questa serena

giocondità dicendo: «Come olio profumato sul

capo, che scende sulla barba di Aronne, che scende

sull’orlo della sua veste» (Sal 132, 2). L’unguento

che servì per la consacrazione sacerdotale di Aronne

fu preparato con vari profumi. Dio si compiacque

che questa consacrazione fosse fatta anzitutto per il

suo sacerdote e che anche nostro Signore fosse invisibilmente

unto «a preferenza dei suoi eguali» (Sal

44, 8). Questa unzione non è terrena. Non fu consacrato

come si ungevano i re con il corno pieno di

olio profumato, ma «con olio di letizia» (Sal 44, 8).

Perciò, dopo questa unzione, Aronne per legge fu

chiamato «unto».

Orbene, come questo unguento, su chiunque ven-

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