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210 Settima domenica del Tempo ordinario

Altra lettura a scelta:

Dal «Trattato sulla prima lettera di san Giovanni» di

sant’Agostino, vescovo

(VII, 1. 7. 9; PL 35, 2029. 2032. 2033. 2034)

Se non volete morire bevete la carità

Questo mondo appare a tutti i fedeli, che sono in

cammino verso la patria, come appariva il deserto al

popolo d’Israele. Se ne andavano vagabondi alla ricerca

della patria; ma non potevano smarrirsi perché

erano sotto la guida di Dio.

La strada per loro fu il comando di Dio.

Furono raminghi per quarant’anni, ma il loro

viaggio si sarebbe potuto compiere in pochissime

tappe, tutti lo sappiamo. Veniva rallentata la loro

marcia, perché erano messi alla prova, non perché

fossero abbandonati.

Quello che Dio ci promette, è una dolcezza ineffabile,

un bene, come dice la Scrittura e come sovente

udiste dalle nostre parole, che occhio non vide, né

orecchio udì, né mai entrò in cuore d’uomo (cfr. 1

Cor 2, 9; Is 64 4).

Siamo messi alla prova dagli affanni terreni e riceviamo

esperienza dalle tentazioni della vita presente.

Ma se non vogliamo morire assetati in questo

deserto, beviamo la carità. È la sorgente che il

Signore volle far sgorgare quaggiù, perché non venissimo

meno lungo la strada: ad essa attingeremo

con maggiore abbondanza, quando saremo giunti alla

patria.

«In questo si è manifestato l’amore di Dio per

noi» (1 Gv 4, 9).

Siamo esortati ad amare Dio. Lo potremmo amare,

se egli non ci avesse amati per primo? Se fummo

pigri nell’intraprendere l’amore, non siamo pigri nel

ricambiare l’amore! Egli ci ha amato per primo e in

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