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Liturgia-delle-Ore-III-ULN-web

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Mercoledì 375

mai la tua benevolenza dalla mia casa; quando il

Signore avrà sterminato dalla terra ogni uomo nemico

di Davide, non sia eliminato il nome di

Giònata dalla casa di Davide: il Signore ne chiederà

conto ai nemici di Davide». Giònata volle ancora

giurare a Davide, perché gli voleva bene e lo amava

come se stesso.

RESPONSORIO Cfr. Pro 17, 17; 1 Gv 4, 7

@. Un amico vero vuol bene sempre: * nella sventura

si dimostra fratello.

&. Chiunque ama, è generato da Dio e conosce Dio;

@. nella sventura si dimostra fratello.

SECONDA LETTURA

Dal trattato «L’amicizia spirituale» del beato Aelredo,

abate

(Lib. III; PL 195, 692-693)

La vera, perfetta ed eterna amicizia

Quel nobilissimo fra i giovani, Giònata, non badando

al blasone regale, né alla successione del regno,

strinse amicizia con Davide e, mettendo sullo

stesso piano dell’amore il servo e il suo sovrano, preferì

a se stesso lui, scacciato dal padre, latitante nel

deserto, condannato a morte, destinato ad essere trucidato,

a tal punto che, umiliando se stesso ed esaltando

l’altro, gli disse: Tu sarai re ed io sarò secondo

dopo di te (cfr. 1 Sam 23, 17).

O specchio grande e sublime di vera amicizia!

Mirabile cosa! Il re era furibondo contro il servo e

gli eccitava contro, come ad un emulo del regno,

tutta la nazione. Accusando i sacerdoti di tradimento,

li fa ammazzare per un solo sospetto. S’aggira

per boschi, si inoltra in vallate, attraversa montagne

e dirupi con bande armate. Tutti promettono

di farsi vendicatori dell’indignazione del re. Solo

Giònata, che unico avrebbe potuto, a maggior dirit-

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