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Liturgia-delle-Ore-III-ULN-web

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Mercoledì 251

Ma io non terrò chiusa la bocca,

parlerò nell’angoscia del mio spirito,

mi lamenterò nell’amarezza del mio cuore!

Son io forse il mare oppure un mostro marino,

perché tu mi metta accanto una guardia?

Quando io dico: «Il mio giaciglio mi darà sollievo,

il mio letto allevierà la mia sofferenza»,

tu allora mi spaventi con sogni

e con fantasmi tu mi atterrisci.

Preferirei essere soffocato,

la morte piuttosto che questi miei dolori!

Io mi disfaccio, non vivrò più a lungo.

Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni.

Che è quest’uomo che tu ne fai tanto conto

e a lui rivolgi la tua attenzione

e lo scruti ogni mattina

e ad ogni istante lo metti alla prova?

Fino a quando da me non toglierai lo sguardo

e non mi lascerai inghiottire la saliva?

Se ho peccato, che cosa ti ho fatto,

o custode dell’uomo?

Perché m’hai preso a bersaglio

e ti son diventato di peso?

Perché non cancelli il mio peccato

e non dimentichi la mia iniquità?

Ben presto giacerò nella polvere,

mi cercherai, ma più non sarò!

RESPONSORIO Cfr. Gb 7, 5. 7. 6

@. La mia carne è coperta di vermi e di croste, la mia

pelle è raggrinzita e corrosa. * Ricordati, Signore, che

un soffio è la mia vita.

&. I miei giorni sono stati più veloci di una spola,

sono finiti senza speranza.

@. Ricordati, Signore, che un soffio è la mia vita.

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