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Liturgia-delle-Ore-III-ULN-web

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Giovedì 255

l’uomo stolto mette giudizio

e da ònagro indomito diventa docile.

Ora, se tu a Dio dirigerai il cuore

e tenderai a lui le tue palme,

se allontanerai l’iniquità che è nella tua mano

e non farai abitare l’ingiustizia nelle tue tende,

allora potrai alzare la faccia senza macchia

e sarai saldo e non avrai timori;

perché dimenticherai l’affanno

e te ne ricorderai come di acqua passata;

più del sole meridiano splenderà la tua vita,

l’oscurità sarà per te come l’aurora.

Ti terrai sicuro per ciò che ti attende

e, guardandoti attorno, riposerai tranquillo.

Ti coricherai e nessuno ti disturberà,

molti anzi cercheranno i tuoi favori.

Ma gli occhi dei malvagi languiranno,

ogni scampo è per essi perduto,

unica loro speranza è l’ultimo respiro!

RESPONSORIO Cfr. 2 Cor 4, 8-9. 10

@. Siamo tribolati, ma non schiacciati; sconvolti, ma

non disperati; * subiamo persecuzione, ma non siamo

perduti.

&. Portiamo sempre nel corpo la morte di Cristo,

perché anche la sua vita si manifesti in noi:

@. subiamo persecuzione, ma non siamo perduti.

SECONDA LETTURA

Dal «Commento al libro di Giobbe» di san Gregorio

Magno, papa

(Lib. 10, 7-8. 10; PL 75, 922. 925-926)

Molteplice è la legge di Dio

Che cosa si deve intendere qui per legge di Dio se

non la carità, per mezzo della quale sempre teniamo

presente nella nostra mente come si debbano osservare

nella pratica i precetti della vita?

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