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Liturgia-delle-Ore-III-ULN-web

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27 giugno 1429

entrambe le cose del nostro Salvatore Cristo: e cioè

che egli è Dio e non è mai stato diversamente in

quanto è Verbo del Padre e suo splendore e sapienza;

e insieme che lo stesso, quando venne la pienezza

dei tempi, avendo preso carne dalla Vergine Maria

Madre di Dio, si è fatto uomo per noi».

E dopo qualche altra frase, dice ancora: «Vi sono

state molte persone sante e immuni da ogni peccato:

infatti Geremia fu santificato fin dal seno materno e

Giovanni, non ancora venuto alla luce, udita la voce

di Maria, Madre di Dio, sussultò di gioia».

Certo il nostro padre Atanasio è assolutamente

degno di tutta la nostra fede e di sicura adesione, in

quanto non ha mai detto nulla che fosse contrario alle

sacre Scritture. E la sacra Scrittura, ispirata da

Dio, afferma che il Verbo di Dio si è fatto carne, cioè

si è unito ad una carne dotata di anima razionale.

Dunque il Verbo di Dio nacque dalla discendenza di

Abramo e, preparatosi un corpo da una donna, si fece

partecipe della carne e del sangue, per modo che

ormai non è più soltanto Dio, ma anche uomo simile

a noi per l’unione con la nostra natura.

Perciò l’Emmanuele consta con certezza di due

nature: di quella divina e di quella umana. Tuttavia il

Signore Gesù Cristo è uno, unico vero figlio naturale

di Dio, insieme Dio e uomo; non un uomo deificato,

simile a quelli che per grazia sono resi partecipi della

divina natura, ma Dio vero, che per la nostra salvezza

apparve nella forma umana, come Paolo attesta

con queste parole: «Quando venne la pienezza del

tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato

sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la

legge, perché ricevessimo l’adozione a figli» (Gal 4,

4-5).

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