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volume II - Grand Tour

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pittura. Andato poi a Madrid, continuò a studiare nella scuola di Francesco Fernandez, pittore di un<br />

gran credito in [p. 737 – <strong>II</strong> – C_120R] quel tempo, essendo egli allora di anni 18. Dopo la morte del<br />

suo maestro, andò a Roma dove, in quelle accademie, proseguì i suoi studi per lo spazio di sette anni,<br />

onde divenne gran pittore, eccellente prospettico e consumato architetto. Ritornato in Spagna, passò a<br />

Madrid dove, per maggiormente perfezionarsi nel colorito, entrò nella scuola di don Giovanni<br />

Carregno. Divenuto per tanto gran professore e come tale avendo acquistata gran fama, ebbe a fare<br />

diverse opere, tanto in luoghi pubblici che per persone particolari. Fu di genio mordace e satirico. Morì<br />

in Madrid nel 1680 in età di 88 anni e fu sepolto nella chiesa di San Ginesio di quella città. Palomino,<br />

Museo pittorico, tomo <strong>II</strong>I, a 424.<br />

Don Giuseppe Ramirez pittore di Valenza, prete e dottore in sacra teologia di quella università, fu<br />

scolare nella pittura di Girolamo de Espinosa, di cui talmente incitò la maniera che molte opere sue<br />

rassembrano per di mano dello stesso maestro. Scrisse la vita di S. Filippo Neri e dedicolla a<br />

Innocenzio XI sommo pontefice, da cui venne approvata e gradita e fu lodata da diversi letterati. Il<br />

detto libro fu stampato in Valenza nel 1678 in quarto. Nella detta città di Valenza sono molte opere di<br />

mano di questo artefice, tanto pubbliche che private, tralle quali alcune son celebri per la loro bontà e<br />

perfezione nell’arte e per la devozione che spirano al cuore dei fedeli. Morì in patria nel 1686 d’anni 60<br />

o poco più. Palomino, Museo pittorico, tomo <strong>II</strong>I, a 424.<br />

Don Bartolommeo Moriglio pittore, nativo di Pilas, cinque leghe discosto da Siviglia. Di famiglia<br />

molto civile e ben provveduto di beni di fortuna, studiò la pittura nella città di Siviglia, nella scuola di<br />

Giovanni del Castiglio, indi passò a Madrid, dove si perfezionò nell’arte, sotto gli insegnamenti di<br />

Diego Velasquez suo paesano. Con questo capitale fece ritorno a Siviglia, dove dipinse alcune opere<br />

pubbliche, che fecero inarcare le ciglia per lo stupore. Il Sandrart dice che passò all’Indie ma ciò è<br />

falso, perché non fu egli che vi andò ma bensì don Giuseppe Moriglio suo figliuolo, che anch’esso fu<br />

soggetto di grande abilità nella pittura. Il nostro Bartolommeo si guadagnò l’aura popolare per il suo<br />

colorito, il quale fu vago e di gran forza. Fece due volte il ritratto di se medesimo, che uno restò in<br />

mano dei [p. 738 – <strong>II</strong> – C_120V] suoi figliuoli e l’altro fu mandato in Fiandra, dove fu intagliato da<br />

Niccola Amazzurino. Fu richiesto dal re di Spagna Carlo <strong>II</strong> per suo pittore di camera, ma egli se ne<br />

scusò col motivo della sua età molto avanzata ma realmente recusò solo per modestia e umiltà.<br />

Finalmente cessò di vivere nel 1685 di anni 72 in circa. Palomino, Museo pittorico, tomo <strong>II</strong>I, da 420 a<br />

424.<br />

Don Giovanni Carregno pittore di camera del re Carlo <strong>II</strong>, nato nella città di Abils nel principato di<br />

Asturias. Contro la volontà del padre, imparò il disegno nella scuola di Pietro de las Cuevas e il colorito<br />

da Bartolommeo Romani. Acquistossi il nome di professore primario per le molte e belle sue opere, le<br />

quali sono in patria, in Madrid, in Segovia e altrove. Questo celebre professore, morì nel mese di<br />

settembre 1685 di anni 72 e fu sepolto nella chiesa di Gil di Madrid. Dispiacque infinitamente una tal<br />

perdita a quella maestà, che l’amava e lo stimava infinitamente. Palomino, Museo pittorico, tomo <strong>II</strong>I, da<br />

415 sino a 420.<br />

Don Francesco de Herrera di Siviglia, pittore e architetto di Sua Maestà. Studiò prima da suo padre,<br />

indi passò a Roma, dove studiò con grandissima applicazione delle opere antiche e moderne e nelle<br />

pubbliche accademie, onde in quella città si acquistò un gran credito. Tornato a Siviglia col capitale<br />

della fama di valentuomo, si fece conoscer per tale in molte opere pubbliche, che egli fece in quella<br />

città e in diversi ritratti per persone particolari. Chiamato a Madrid, dipinse vari quadri per le chiese,<br />

ma giunse a tanto la sua superbia e la sua presunzione che si rese odioso e si conciliò molti nemici.<br />

Dipinse bene ancora di fiori e fu di genio satirico e mordace. Passò all’altra vita nel 1685 di anni 60.<br />

Palomino, Museo pittorico, tomo <strong>II</strong>I, a 412.<br />

Don Francesco Risi pittore e architetto della maestà di Filippo IV e Carlo <strong>II</strong> re di Spagna, oriundo di<br />

Madrid. Fu scolare di Vincenzio Carducci ed uno dei migliori allievi che escissero da quella scuola.

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