volume II - Grand Tour
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ma, essendo stata scoperta la congiura, vi perse la vita. Filibien, nella sua Raccolta delle vite e delle opere dei<br />
più famosi architetti, libro IV, a 191 e 192.<br />
Filippo de Lermes di Lione, architetto. Di ordine di Caterina de’ Medici regina di Francia, fece il<br />
disegno del palazzo e giardino delle Tuglierie, che fu edificato l’anno 1564. Fu architetto provvisionato<br />
di Enrigo <strong>II</strong>. Compose due libri di architettura, che furono stampati ambidue in Parigi da Federigo<br />
Morel, uno nel 1561 e l’altro nel 1567, con molte figure in legno. Florent Le Comte, libro I, a 21.<br />
Fra’ Giovanni da Montecanuto Celleraio, del famoso monastero di Sant’Antonio nel Delfinato. Questo<br />
antico pittore e disegnatore viveva nei tempi di Eugenio IV. La notizia di questo artefice si è ricavata<br />
da un libro antichissimo della Libreria Palatina medicea, intitolato La vita di S. Antonio abate ecc.,<br />
manoscritto in foglio grande, in cartapecora, in lingua latina, in carattere di formazione gotica.<br />
Contiene pagine 204 e in ciascheduna facciata rappresenta un articolo della vita di S. Antonio, fatto a<br />
penna e acquerello, con somma diligenza e pulizia e, per quei tempi infelici, degno di molta lode.<br />
Francesco Dorbay architetto franzese, scolare di Luigi le Vau. Condusse varie fabbriche coi disegni del<br />
maestro e tralle altre la chiesa e il collegio delle quattro nazioni, la chiesa dei padri Premostrantensi<br />
della croce rossa, siccome ancora fece varie sue opere al Louvre e alle Tuglierie. Morì l’anno 1697.<br />
[p. 1046 – <strong>II</strong> – C_277V] [biffato] Filippo Pazzi pittore romano [biffato]<br />
Filippo Adler Paticina. Questo è stato uno intagliatore che nel 1518 intagliò un S. Cristofano portante<br />
il Bambino Giesù. Segnò le sue stampe colla seguente marca [monogramma], come scrive Florent Le<br />
Comte nel suo libro intitolato Gabinetto di quadri, statue e stampe ecc., libro I, a 141. Tanto scrive ancora il<br />
padre maestro Orlandi nel suo Abcedario pittorico, nella tavola A, al numero 16, che può essere l’abbia<br />
copiata dal predetto Le Comte, ma si crede che l’uno e l’altro abbiano preso sbaglio e che in vece di<br />
Paticina deve dire Patritius.<br />
Francesco Clein pittore di Danimarca. Di questo artefice non dà altre notizie Florent Le Comte, nella<br />
sua Idea di una bella biblioteca di stampe ecc., libro I, a 175.<br />
Francesco Salviati. Vedi Cecchino del Salviati.<br />
Francesco Jachim Beich pittore di prospettive e paesi, ingegnere e primo pittore del serenissimo<br />
Elettore di Baviera. Ebbe i suoi natali a Ravensgourg l’anno 1665, e i primi insegnamenti da suo padre,<br />
Daniello Joachim Beich, ingegnere della prefata altezza elettorale, che morì l’anno 1700. Studiò la<br />
geometria da Giovanni Federigo Gentner e, nel breve spazio di sei o sette anni, studiando dal vero,<br />
fece non ordinario profitto. Ma, desideroso di perfezionarsi, viaggiò in Italia e quivi si trattenne otto<br />
anni, sempre studiando, specialmente in Roma. Quelle belle vedute e maravigliose anticaglie e ruine dal<br />
naturale. Dopo avere impiegato tutto questo tempo con suo sommo vantaggio, fece ritorno in<br />
Germania dove, avendo incontrato fortunatamente dei dilettanti e conoscitori del suo merito, fu<br />
impiegato subito in varie opere e si acquistò la stima di ciascheduno. Dopo la morte del padre, voleva<br />
tornare un’altra volta in Italia, ma gli fu impedito da Massimiliano Emanuelle Elettore di Baviera<br />
defunto, ordinandoli di disegnare e dipingere tutte le sue imprese militari fatte in Ungheria, tanto di<br />
battaglie che di assedi di piazze, cavandoli da disegni esatti di quelli ingegneri che a quei [p. 1047 – <strong>II</strong> –<br />
C_278R] fatti si erano ritrovati presenti. Il primo quadro rappresentava la liberazione di Vienna e<br />
l’altro la battaglia di Hatsan, ambidue lunghi 36 piedi e 18 alti. Doveva proseguire un’opera così bella<br />
per il detto Elettore, che ne riceveva gran piacere, ma restò interrotta dalla morte di quello. Vive<br />
ancora in età di anni 75 nel 1740, meritevole di quella stima e di quella gloria che egli si è procurata<br />
colla virtù e col suo valore. Io son debitore di queste notizie alla gentilezza del prefato signore<br />
Giovanni Federigo Gontner, che si compiacque di trasmettermele di Augusta.