volume II - Grand Tour
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[p. 573 – <strong>II</strong> – C_038R] Cristofano Solari, detto il Gobbo, scultor milanese fratello di Andrea, lavorò in<br />
competenza di Agostino Busti e del siciliano nella certosa di Pavia e nella facciata del duomo di<br />
Milano. L’Adamo ed Eva verso levante sono suoi lavori. Lomazzo, libro IV, a 225. Vasari, parte <strong>II</strong>I,<br />
libro <strong>II</strong>I, a 21, e nella stessa parte <strong>II</strong>I, a 567, nel fine della Vita di Benvenuto Garofalo. Torre, a 129. Fu<br />
architetto della chiesa detta la Passione in Milano dei canonici lateranensi come scrive lo stesso Torre,<br />
a 293 e 374, dove dice che fu architetto altresì del Camposanto di detta città, a 375, 377 e 384.<br />
Cristofano Stati da Bracciano, scultore. Fu allevato nell’arte in Firenze, lavorò in pubblico e in privato<br />
in Roma, si diede e vendere e comprare quadri, disegni, medaglie e cammei ed in questo mestiero<br />
consumò 62 anni e la vita che terminò circa il 1618. Lasciò Francesco il figliuolo chiamato il<br />
Braccianese, che nella scultura si portò assai bene e circa i 35 anni morì nel 1627. Baglioni, a 162.<br />
Pinarolo, tomo <strong>II</strong>, a 166.<br />
Cristofano Storer o Stora, pittore di Costanza, imparò da suo padre poi da Ercole Procaccino Juniore,<br />
fu uomo pratico nel disegno e spedito nel dipignere a olio e a fresco, si trattenne la maggior parte del<br />
tempo in Milano, dove dipinse nella chiesa di San Bernardo, di Sant’Eustorgio, di San Lorenzo, di San<br />
Bernardino, di San Pietro Celestino, della Pace, della certosa di Pavia e in altri luoghi. Morì in Milano<br />
d’anni 60 nel 1671. Sandrart, a 320. Torre, a 303.<br />
Cristofano Sudenti, con Tommaso e con Pietro tutti della stessa casata, fonditori modanesi, fusero<br />
statue, cannoni e campane, fiorirono negli anni 1450. Vedriani, a 97.<br />
Cristofano Tencalla da Lugano, imparato che ebbe il disegnare e il dipignere in Milano ed in Verona<br />
andò in Germania, in Moravia, in Ungheria ed in Vienna dove fece risorgere il buon fresco da gran<br />
tempo in quelle parti perduto. Non solo fu dotato d’una bravura universale nel dipignere ma di tanta<br />
grazia e di maniere [p. 574 – <strong>II</strong> – C_038V] così obbliganti che da tutti fu amato teneramente. Sandrart,<br />
a 332.<br />
[p. 575 – <strong>II</strong> – C_039R] Aggiunti alla lettera C<br />
Calandrino, pittor fiorentino, celebre per esse nominato nelle meravigliose novelle del divino Giovanni<br />
Boccaccio. Baldinucci, decennale IV, del secolo I, a 64.<br />
Caterina figliuola di maestro Giovanni da Hemsen, fu brava miniatrice, a segno tale che si fece merito<br />
di andare in Spagna al servizio della Regina d’Ungheria con buona provvisione. Vasari, parte <strong>II</strong>I, a 560<br />
nelle Vite di diversi.<br />
Caterina Picchena figliuola di Curzio Picchena senator fiorentino, il quale però trasse i natali nell’antica<br />
e nobil terra di San Gimignano dello stato fiorentino. Fu questa donna dotata di un vivacissimo spirito<br />
e di una bellezza singolarissima. Allevata con somma diligenza dal padre, giunse di buon ora a<br />
possedere oltre una buona lingua latina e toccare altresì con maestria diversi strumenti musicali,<br />
siccome si può dire che molto avanti arrivasse nel canto, nel ballo, nel disegno e nella pittura alla quale<br />
totalmente si diede, dopo che ella fu restata vedova, sotto la direzione di prete Francesco Furini pittor<br />
fiorentino, in quei tempi molto celebre e stimatissimo altresì sino al presente, che fu figliuolo del già<br />
Filippo Furini detto Pippo Sciamerone. Fece ella pertanto sì gran progresso che le opere sue furono<br />
avute in considerazione, tanto più che ella professava l’arte per puro diletto e non per professione e<br />
guadagno. Se il fine della sua vita avesse corrisposto al principio non sarebbe stata così deplorabile la<br />
sua morte, la quale seguì nel maschio di Volterra, l’anno 1655. Manoscritto.<br />
Caterina Parigi pittrice fiorentina, nata nel mese di novembre 1721. Questa spiritosa fanciulla inclinata<br />
alla pittura va esercitandosi nel lavorare a olio e a pastelli con sommo profitto nell’anno 1738 [p. 576 –