volume II - Grand Tour
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Fra’ Michele Aiguani bolognese, carmelitano, fu dottore parigino, decimo ottavo generale dell’ordine,<br />
consigliere appresso molti pontefici, scrittore sopra i quattro libri delle sentenze. Espositore dei salmi,<br />
nei cinque libri intitolati L’incognito. Compositore del Dizionario teologico, teologo, e finalmente<br />
eccellentissimo scultore, come dalle memorie e statuette nel claustro di San Martino Maggiore dei padri<br />
Carmelitani di Bologna. Scrivono alcuni, che mentre lavorava una lapida, giunse la nuova, che era<br />
ascritto al numero dei cardinali, e fra tanto morì l’anno 1400. Masini, a 521. Ghirardacci, parte <strong>II</strong>I, a<br />
516.<br />
Fra’ Paolo pistoiese, domenicano, fu allievo di fra’ Bartolommeo di San Marco, che morì nel 1517, e<br />
lasciò erede il discepolo di tutti i suoi disegni, co’ i quali dipinse molte tavole sacre in San Domenico di<br />
Pistoia, ed in altri luoghi. Vasari, parte <strong>II</strong>I, libro I, a 41. Il Vasari non dice, che questo fra’ Paolo avesse<br />
nominatamente tutti i disegni di fra’ Bartolommeo suo maestro, ma che morto che fu il frate, egli<br />
avesse tutte le cose sue, onde può essere che tra quelle vi fossero ancora alcuni disegni. Questi dice<br />
chiaramente nella Vita del medesimo frate, che gli lasciò a suor Plautilla sua scolara, nel convento di<br />
Santa Caterina, dove furono ritrovati l’anno 1735, come si è detto nella Vita di detto frate.<br />
[p. 885 – <strong>II</strong> – C_194R] Fra’ Sebastiano del Piombo, veneziano, non solo valente pittore, ma grato<br />
musico e sonatore universale, di[s]tinguendosi però con modo particolare nel sonare per eccellenza il<br />
liuto. Disioso d’imparar la pittura sotto Giovanni Bellino (allora vecchio) tirò i primi segni, poi li<br />
perfezionò nella scuola di Giorgione, con tanta somiglianza, che il dipinto dell’uno fu creduto più volte<br />
dell’altro. Chiamato a Roma da Agostino Ghigi, e quivi fattosi amico del Buonarroti (in quel tempo<br />
emulo di Raffaello), fu graziato di varii disegni, coi quali ridusse molte opere, a confronto<br />
dell’Urbinate, e specialmente la celebre tavola della Flagellazione di Cristo alla colonna nella chiesa di<br />
San Pietro in Montorio, per la famiglia Borgherini fiorentina, e ne riportò eguale onore, per lo che, da<br />
papa Clemente V<strong>II</strong> ottenne per gratitudine l’abito del frate, e l’ufizio del piombo, col quale, lasciando il<br />
dipignere, se la godette con molta comodità sino agli anni 62 del 1547. Fu sepolto nella Madonna del<br />
Popolo, dove sono sue bellissime e copiose pitture. Vasari, parte <strong>II</strong>I, libro I, a 340, nella sua Vita, il<br />
quale scrive, che quest’uomo aveva maggior facilità nei ritratti che nelle storie, ma non dice già che<br />
nella chiesa della Madonna del Popolo siano molte, e copiose pitture. Rinnovazione del Boschini del<br />
1733, a 29. Lomazzo, libro IV, a 228 e 231. Gaspero Celio, a 46 e 128. Morelli, a 81. Armenini, a 13.<br />
Pinarolo, tomo I, a 173. Mazzolari, a 166 e 234. Vincenzio Carducci, Dialogo IV, a 56 tergo. Don<br />
Giovanni de Butron, a 119 tergo. Francesco Scoto, nel suo Itinerario d’Italia, parte <strong>II</strong>, a 294. Monsù de<br />
Piles, nel Compendio delle vite dei pittori, edizione <strong>II</strong>, libro <strong>II</strong>I, a 219. Giovanni de Bombourg di Lione, nel<br />
suo libro intitolato Ricerca curiosa della vita di Raffaello ecc., a 65 e 85. Benedetto Varchi, nella <strong>II</strong> lezione, a<br />
96. L’abate Guilbert, nella sua Descrizione istorica di Fontanablò, tomo I, a 154. Monsù Piganiol de la<br />
Force, nella sua Nuova descrizione di Versaglies, di Trianon e di Marly, edizione V, tomo I, a 102 e tomo <strong>II</strong>,<br />
a 297. Monsù Filibien, libro <strong>II</strong>, da 151 a 157. Florent Le Comte, nell’Idea di una bella biblioteca di stampe<br />
ecc., libro I, a 179. Nel libro, intitolato Il forestiero illuminato ecc., impresso in Venezia nel 1740, vien<br />
fatta menzione di questo artefice, registrando sue pitture che sono in Venezia, nella chiesa di San<br />
Giovanni Grisostomo, a 155. Odoardo Wright, nei suoi Viaggi, <strong>volume</strong> I, a 247, fa menzione di una<br />
sua pittura, che è in Roma nella cappella Ghigi della chiesa della Madonna del Popolo. Di Fra’<br />
Sebastiano del Piombo ne vien fatta menzione nella Vita di Pietro Aretino, scritta dal conte Giammaria<br />
Mazzuchelli bresciano, impresso in Padova nel 1741, a 92, nelle note, riportando ciò che scrive il<br />
Vasari nella parte <strong>II</strong>I, a 344.<br />
Fra’ Simone da Carnuolo (terra di Voltri) francescano riformato, insigne pittore di prospettiva, e di<br />
piccole figure, e terminate con isquisitezza di colore. Fioriva nel 1519. Soprani, a 27.<br />
Fra’ Tiburzio Baldini, bolognese, dipinse lo Sposalizio di Maria Vergine, e la Strage degli innocenti [p.<br />
886 – <strong>II</strong> – C_194V] nella chiesa delle Grazie di Brescia. Averoldi, a 17.